Alla fine hanno ucciso Navalny

Alcuni blogger americani e non sottolineano l’aspetto posticcio e “preparato in anticipo ” con cui l’Occide4nte collettivo ha strombazzato “il crimine di Putin”. Alcuni insinuano che ormai ai suoi pagatori Navalny serviva da morto più che da vivo…
Spariti dai media il genocidio ebraico in corso e l’intervista di Putin a Carlson…

La moglie di Navalny ha esortato la comunità internazionale a punire Putin per la morte del marito dopo aver ricevuto la notizia poco prima di prendere la parola in una conferenza a Monaco.

Daniel McAdams @DanielLMcAdams – 15:40 UTC · 16 febbraio 2024Che sorprendente coincidenza che la moglie di Navalny abbia partecipato alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco questo fine settimana, regalandole un palcoscenico mondiale proprio al momento giusto… Wow!
max seddon @maxseddon – 14:25 UTC · 16 febbraio 2024La moglie di Navalny, Yulia, alla conferenza sulla sicurezza di Monaco:

“Se è vero, voglio che Putin, il suo entourage, gli amici di Putin e il suo governo sappiano che saranno ritenuti responsabili per ciò che hanno fatto al nostro Paese, alla mia famiglia e a mio marito. E quel giorno arriverà molto presto”.

Lord Bebo @MyLordBebo – 16:49 UTC · 16 febbraio 2024‼️ La moglie di Navalny, come una vedova in lutto, è scoppiata in lacrime a Monaco?

No, ha sorriso, ha tenuto un discorso ed è stata inondata di applausi.

Fammi indovinare che è lei il nuovo leader dell’opposizione? La storia si scrive da sola.
Lord Bebo @MyLordBebo – 15:20 UTC · 16 febbraio 2024‼️ BREAKING: La moglie di Navalny è alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e tiene un discorso:

“Voglio che il presidente russo, i suoi dintorni, i suoi amici e il suo governo sappiano che saranno ritenuti responsabili per ciò che hanno fatto al mio Paese, alla mia famiglia e a mio marito.

Quel giorno arriverà molto presto!” Video incorporato

Ricordiamo alcune questioni che hanno dimostrato che nulla nel presunto caso di “avvelenamento” di Navalny era come sembrava:
Russi con atteggiamento @RWApodcast – 12:56 UTC · 16 febbraio 2024La parte più bizzarra della storia di Navalny è quando è stato avvelenato e una misteriosa cittadina britannica – Maria Pevchikh – è apparsa dal nulla. Nessuno sapeva chi fosse. Ha raccolto le bottiglie d’acqua presumibilmente contenenti novichok e le ha portate in Germania. È stato rivelato che lei aveva sempre gestito segretamente il dipartimento investigativo dell’organizzazione di Navalny.

La cosa divertente è che… nessuno sapeva di lei prima che avvenisse l’avvelenamento. E da quel momento in poi le cose per Alexey non fecero altro che peggiorare. Coma, lenta guarigione, arresto, prigione e morte.

Intorno agli anglosassoni, non rilassarti
mai Image

Ci sono molti altri dettagli che rendono il presunto avvelenamento di Alexei Navalny una questione piuttosto curiosa:
Il 20 agosto 2020, Alexei Navalny, esponente dell’opposizione russa e attivista anti-corruzione, è stato avvelenato con l’agente nervino Novichok ed è stato ricoverato in gravi condizioni. Durante un volo da Tomsk a Mosca, si ammalò e dopo un atterraggio d’emergenza fu portato all’ospedale di Omsk e messo in coma. È stato evacuato all’ospedale Charité di Berlino, in Germania, due giorni dopo. L’uso dell’agente nervino è stato confermato da cinque laboratori certificati dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW).

Guardate la data del presunto avvelenamento, il 20 agosto 2020, e confrontate:

PROGETTO DI RAPPORTO DELL’OPCW SULL’ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE SUL DIVIETO DI SVILUPPO, PRODUZIONE, STOCCAGGIO E USO DI ARMI CHIMICHE E SULLA LORO DISTRUZIONE NEL 2020
EC-97/CRP.1 – pagina 10Assistenza tecnica a uno Stato parte

1.41 Su richiesta della Germania, il 20 agosto 2020 la Segreteria ha inviato una squadra per effettuare una visita di assistenza tecnica (TAV) in relazione al sospetto avvelenamento di un cittadino russo. La TAV era limitata alla raccolta di campioni biomedici. I campioni sono stati inviati a due laboratori designati dall’OPCW. …

Così il 20 agosto la Germania ha chiesto assistenza tecnica all’OPCW nel caso Navalny. Quello fu lo stesso giorno in cui Navalny, ancora “sano”, salì su un aereo a Tomsk. Come facevano i tedeschi a sapere cosa sarebbe successo?

Gilbert Doctorow con un controllo della realtà:

Morte di Aleksei Navalny: sono stati gli inglesi!
L’invito di oggi era quello di parlare delle ultime notizie, la morte del leader dell’opposizione russa Aleksei Navalny all’età di 47 anni, in una remota colonia carceraria di Yamalo-Nenets. Uno sguardo all’ultima edizione online del Financial Times ha confermato che Navalny era effettivamente morto e tramontato. i commenti di importanti statisti occidentali che condannano quello che considerano essere l’ultimo omicidio da parte di Vladimir Putin di importanti attivisti che si oppongono al suo governo. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il cancelliere tedesco Olaf Scholz erano tra coloro che avevano già parlato davanti ai microfoni e leggevano lo stesso copione anti-Putin.In breve, quello che è successo in Occidente questo pomeriggio è stata una nuova campagna per diffamare Vladimir Putin sulla scena mondiale basata su una morte che, se posso citare l’ex primo ministro britannico Theresa May, “altamente probabile” essere stata perpetrata dall’intelligence britannica. proprio per questo scopo.

In tutte le operazioni false flag che sono state dirette dall’Occidente contro la Russia negli ultimi dieci anni o più, ho sostenuto che il vecchio principio investigativo romano del cui bono militava contro il coinvolgimento del Cremlino in qualsiasi modo. Così è oggi: perché Putin dovrebbe voler uccidere Navalny, quando quest’uomo è ormai in gran parte dimenticato in Russia? Navalny è notizia di ieri e la sua campagna “anticorruzione” è irrilevante per i russi nel mezzo di una lotta esistenziale con l’Occidente collettivo che viene combattuta sul territorio dell’Ucraina? Tuttavia, l’omicidio di Navalny serve chiaramente gli interessi dello stesso Occidente collettivo come antidoto previsto al grande colpo di stato Soft Power dell’intervista di Carlson Tucker con Vladimir Putin solo una settimana fa e forse ancora più importante, al seguito di Tucker News Brief che mostrano le sue visite alla stazione della metropolitana Kievskaya e ad un supermercato Auchan nel centro di Mosca. Non si trattava di Gilbert Doctorow che pubblicava i suoi appunti di viaggio sulle visite ai mercati di San Pietroburgo e raggiungeva 10.000 lettori; si trattava di Tucker Carlson, con un pubblico regolare negli Stati Uniti di 40 milioni o più per ogni sua trasmissione, e un picco di un miliardo di visualizzazioni per la recente intervista.

Andiamo oltre l’ argomentazione cui bono e passiamo alle prove circostanziali che sono dannose per gli inglesi. Come amano dire gli americani, ci sono “impronte digitali” degli inglesi ovunque sulla morte di Navalny. …

In ogni caso di un dissidente russo “avvelenato” ci sono tracce che risalgono alla Gran Bretagna. Cerca Berezovsky, Litvinenko, Skripals, Navalny…

Il “Governo della Britannia” non può più essere effettuato da una flotta capace. La propaganda economica dell’MI-6 , a volte creata attraverso trucchi chimici a livello di scuola superiore, ne è il sostituto autoesaltante.

Poi c’è questo politologo russo citatto da l’Antidiplomatico:

il politologo Sergej Markov ha dichiarato espressamente a Svobodnaja Pressa di temere per la sorte in carcere (da pochi giorni i domiciliari gli sono stati tramutati in colonia penale) di Kagarlitskij: perché?

«Conoscevo personalmente Naval’nyj» dice Markov; «era senz’altro una persona molto intelligente e preparata; un intellettuale brillante, coraggioso, originale, ma con un percorso politico a zigzag: dapprima coi nazionalisti radicali, poi coi socialdemocratici, quindi i liberali. Aveva lavorato anche in organi governative, prima di iniziare la carriera politica. Era pieno di ambizione. Circa 12 anni fa era visto da molti come un’alternativa giovane e moderna a Putin».

Poi la svolta, che Markov definisce “faustiana”: un patto col diavolo. La “carriera politica” di Naval’nyj termina nel 2014; mentre «la stragrande maggioranza della popolazione russa sosteneva l’annessione della Crimea, lui no. Rimase senza seguaci. Invece di un enorme gruppo di sostegno» – che indubbiamente poteva vantare all’epoca delle manifestazioni del 2012 – «non gli rimase che una piccola setta, chiamata ironicamente “testimoni di Naval’nyj”» con cui tifava per gli attentati ucraini alle città russe e l’aperta russofobia, lui nazionalista reazionario.

A questo punto Markov non ha remore e dice all’intervistatore: «Lei non mi ha chiesto delle cause della morte di Naval’nyj. Ciononostante, voglio riportare una delle versioni. Aleksej l’hanno ucciso scientemente i Servizi occidentali, apposta alla vigilia delle presidenziali in Russia. E se tale versione ha fondamento, allora è probabile che trovino il modo di uccidere anche Kagarlitskij. È urgente tirarlo fuori di galera».

Si potrebbe certamente controbattere: “ma che razza di regime duro di detenzione c’hanno in Russia, se si fanno ammazzare fra le mani i detenuti che hanno sotto custodia?”; certo, si potrebbe controbattere anche questo, ma siamo purtroppo testimoni quasi quotidiani di ben altre capacità, già alle nostre latitudini.

Si potrebbe anche obiettare, come qualcuno aveva azzardato all’epoca del suo presunto “avvelenamento aereo”, quattro anni fa, di complotti ai vertici russi. Per ora, ci limitiamo però a prendere atto della cosa e a non escludere del tutto la “versione Markov”.

E a proposito di alcune dichiarazioni euro-liberali, la moglie di Julian Assange, Stella, commentando le parole del primo ministro britannico Rishi Sunak, ha detto che se fosse davvero sincero, allora le autorità britanniche libererebbero suo marito. Stella Assange ha criticato anche Ursula von der Leyen, scrivendo che le sue parole sulla morte di Naval’nyj «suonano false», dato il silenzio sulla persecuzione politica di Assange. «Non potete aiutare Naval’nyj» ha detto Stella; ma «potete salvare Assange. La difesa della libertà e della sicurezza inizia in casa propria». Una tale risposta suonerebbe bene anche nei confronti dell’ineffabile Ministro degli esteri Antonio Tajani che si proclama «sempre a fianco di chi lotta per democrazia» e lo fa dalla tribuna del forum forzitaliota sulla sanità italiana, che è un po’ come quelle famose parole dette dal boia al condannato, «ti ammazzo, ma è per il tuo bene».

RIA Novosti ricorda che Aleksej Naval’nyj era detenuto dal 2021 (di sfuggita, ricordiamo che qualche anno prima, a sprezzo del ridicolo, gli era stata accordata una seconda condanna condizionale) allorché la condizionale per la causa “Ives Rocher” (prima condizionale: nel 2014) gli era stata tramutata in reclusione per violazione del regime della condizionale. Dopo vari processi con altre accuse (frode; oltraggio alla corte; estremismo) la pena inflitta era salita a 19 anni e il regime di colonia, da normale a speciale. E tanto per non dimenticare proprio nulla, osserviamo che già nel 2015 un tribunale moscovita aveva presentato a Naval’nyj un conto da 16 milioni di rubli come risarcimento per una truffa operata ai danni dello stato: anni prima, allorché era consigliere del governatore della regione di Kirov, Naval’nyj aveva acquistato legname a prezzo statale, per rivenderlo a prezzo di mercato. Un galantuomo e uomo d’onore, insomma, «ingiustamente perseguitato dal regime».

Di Kagarklitxsky ha dato notizia Amnesty:

Russia, condannato per “terrorismo” il sociologo marxista Boris Kagarlitsky

13 Febbraio 2024

Il 13 febbraio un tribunale militare d’appello ha condannato Boris Kagarlistky a cinque anni di colonia penale per “giustificazione del terrorismo”.

Kagarlistky, dissidente dell’epoca sovietica, rinomato sociologo e direttore della rivista online di studi marxisti “Rabror”, dichiarato “agente nemico” nel maggio 2022, era stato condannato in primo grado a una multa di 609.000 rubli (circa 6500 euro) per aver pubblicato un video sull’attentato al ponte di Crimea dell’ottobre 2022. La procura aveva fatto appello contro la mitezza della sentenza.

Secondo la pubblica accusa, “il video intendeva apprezzare ed emulare la prassi dell’intimidazione come motivo valido per interrompere l’operazione militare speciale”. La pubblica accusa se l’era presa soprattutto col titolo del video, “Congratulazioni esplosive al gatto Mostik”, riferito a un gatto effettivamente esistente, di nome Mostik (“ponte”) che viveva sul ponte di Crimea e la cui immagine era stata usata dai media di stato russi per promuovere l’idea che la Crimea appartenga alla Russia.

Alla fine della condanna, Kagarkitsky non potrà amministrare il portale “Rabror” per due anni.