Il petrolio non finisce mai! La Russia ne scopre al Polo Sud il doppio delle riserve saudite.

La Russia ha scoperto il più grande giacimento petrolifero della storia nel Mare di Weddell, in Antartide. Si stima che contenga 511 miliardi di barili, il doppio delle riserve dell’Arabia Saudita e più di 10 volte la produzione del Mare del Nord per 50 anni. È una svolta per l’energia globale. P.Clack

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Al momento, le norme internazionali impediscono lo sfruttamento commerciale, e le rivendicazioni territoriali restano sospese. Ma con la scoperta fatta le cose potrebbero presto cambiare con la Russia che si ritira dagli accordi.

Il punto comunque è l’idea che le riserve di petrolio possano essere in esaurimento. Non lo sono. e forrse non è  di natura fossile,  che ci venga dai dinosauri putrefatti…..

La Russia nega l’intento minerario, ma i dati sismici sollevano perplessità I funzionari russi insistono sul fatto che le loro missioni siano conformi al Trattato Antartico. Secondo una dichiarazione trasmessa alla commissione dal Ministro degli Esteri britannico David Rutley, la Russia ha “ripetutamente garantito che le sue indagini sono puramente a scopo scientifico”.

Il governo russo sostiene di non aver intrapreso alcuna azione per lo sfruttamento delle riserve petrolifere. Tuttavia, gli esperti rimangono scettici, sottolineando la natura degli studi sismici condotti dai team russi. Queste indagini, spesso utilizzate nell’esplorazione petrolifera, mappano dettagliatamente le strutture sotterranee, sollevando legittimi dubbi sul loro utilizzo previsto. In particolare, l’acquisizione di dati sismici, pur non essendo esplicitamente vietata dal trattato, è stata storicamente limitata a scopi scientifici.

Quando i dati raccolti iniziano ad allinearsi con formazioni geologiche note ricche di petrolio, diventa difficile sostenere che non vi sia alcun intento commerciale. Un nuovo fronte nella competizione globale per le risorse Il rapporto arriva in un momento in cui le grandi potenze stanno silenziosamente aumentando la loro presenza nel continente meridionale.

La Russia ha istituito cinque stazioni di ricerca in Antartide dal 1957. La Cina, un altro attore importante nella regione, ha aperto la sua quinta base antartica negli ultimi anni. Entrambe le nazioni hanno inoltre bloccato le proposte sostenute dall’Occidente di espandere le aree marine protette in Antartide, in particolare nel 2022, rafforzando i timori che la tutela ambientale stia cedendo il passo a interessi strategici.

Questa dinamica di potere segnala un cambiamento. Con il declino delle riserve artiche e offshore e la crescente pressione sui mercati energetici, aree precedentemente inesplorate come l’Antartide stanno attirando maggiore attenzione, non solo per il petrolio, ma anche per il gas naturale, le terre rare e la futura leva strategica. Una sfida legale e diplomatica senza una soluzione chiara Dal punto di vista legale, la situazione è complicata dalla sovrapposizione delle rivendicazioni territoriali. Il Regno Unito rivendica la sovranità sul Territorio Antartico Britannico, compreso il Mare di Weddell, ma anche Argentina e Cile rivendicano la regione.

La maggior parte dei paesi, compresi Stati Uniti e Russia, non riconosce alcuna rivendicazione antartica. Ciò rende l’applicazione del trattato ancora più difficile. Sebbene la Russia non possa legalmente estrarre petrolio secondo l’attuale diritto internazionale, il trattato non prevede alcun meccanismo formale di applicazione. Ci si aspetta che i paesi si assumano reciprocamente le proprie responsabilità, ma in un clima geopolitico sempre più frammentato, questo si sta rivelando più difficile. “La vera prova”, afferma Dodds, “è se la comunità internazionale è disposta a difendere il quadro del trattato di fronte a un’erosione silenziosa ma deliberata”.

Questo è il petrolio per il Mondoa Venire

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