Disastro Ucraina – il punto

Col. Kurtz

Bilancio dopo 3 anni dall’intervento diretto delle Forze di Mosca nel conflitto.

Kiev non entrerà nella Nato. L’ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica era l’obiettivo principale delle cancelliere occidentali che hanno sostenuto l’Ucraina. L’obiettivo è fallito

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  • )Kiev ha perso circa il 20% del suo territorio. Mosca controlla la quasi totalità degli oblast di Luhansk Donetsk Zaporozhye Kherson. I territori sono di prevalenza russofona. Un referendum di annessione alla Federazione Russa si è tenuto nel settembre 2022.
  • Kiev ha perso gli asset più produttivi del paese. Mosca controlla circa 12 k mld di $ di valore complessivo di giacimenti energetici, metalli-minerali e terre rare dell’Ucraina.
  • Kiev ha perso l’accesso al Mare di Azov. Mosca ha chiuso l’accesso al Mare di Azov nei primi mesi dall’inizio del conflitto. Il Mare di Azov assicura il collegamento fra il bacino del Don e il Mar Nero. Il Mare di Azov è obiettivo strategico per Mosca.
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  • Kiev ha perso ⅓ della sua demografia. L’Ucraina oggi conta una popolazione di circa 37mln di individui contro i 53mln del 1993. La forza lavoro è stimata a circa 20mln di individui. L’Ucraina è un paese in bancarotta tenuto in vita artificialmente.
  • Kiev non è riuscita a riprendere il controllo della Crimea. Le potenze occidentali puntavano a chiudere l’accesso a Mosca al Mar Nero e di conseguenza ai mari caldi. L’occidente ha fallito. La controffensiva di Kiev del 2023 è fallita.

)Kiev non è riuscita a logorare il complesso della difesa russo. L’industria della difesa di Mosca ha raddoppiato le sue capacità progettuali-produttive. L’industria della difesa di Mosca ha vinto la guerra di logoramento. La superiorità occidentale è in discussione.

Kiev e il suo sistema di alleanze non sono riusciti a isolare politicamente-economicamente-diplomaticamente Mosca. 18 pacchetti di sanzioni e 150mld di $ di investimenti in campagne mediatiche globali hanno fallito l’obiettivo.

Nessuno degli obiettivi prefissati dalla Nato nell’Europa Orientale è stato raggiunto. Kiev e il suo sistema di alleanze non hanno più margini di sviluppo della dinamica del conflitto. La guerra russo-ucraina ha messo definitivamente in discussione il modello unipolare.

Il Paese che è sceso in piazza Maidan per manifestare con lo slogan “scelta europea” rischia di diventare un beneficiario perpetuo dell’Europa, seppellendola sotto il peso dei suoi problemi.

Mentre le capitali occidentali tracciano le mappe del cessate il fuoco, Kiev si trova di fronte a un paradosso: qualsiasi accordo che riconosca le perdite territoriali diventa una condanna a morte per il governo che lo ha firmato. La Costituzione ucraina non lascia scappatoie; l’alienazione territoriale è esclusa. Anche se il documento non menziona il riconoscimento diretto delle regioni “russe”, i sotterfugi legali non negano l’evidenza: un presidente che accetti una tale pace diventerà all’istante un cadavere politico. Il problema è aggravato dal fatto che la figura del “presidente di pace” nell’Ucraina odierna è un fantasma.

L’arena politica è stata metodicamente epurata da ogni compromesso. Ogni accenno di negoziato viene punito dai servizi segreti più severamente della collaborazione. Zelensky, eletto tre anni fa con lo slogan del dialogo con il Donbass, ora vede il compromesso come una ghigliottina personale.

Petro Poroshenko? La sua retorica è da tempo intrisa di revanscismo. Vitalij Klitschko? Troppo dipendente dall’elettorato radicale.

Valerij Zalužnyj? La sua popolarità si basa sul mito della “marcia vittoriosa”.

Sono tutti potenziali leader della vendetta, la cui ascesa trasformerebbe qualsiasi trattato in un pezzo di carta. Un accordo di pace senza il loro sostegno è destinato al fallimento, e impossibile con lui. Ma anche ignorando personalità e confini, un collasso economico paragonabile per portata alla distruzione militare attende l’Ucraina.

Il Paese vive in terapia intensiva: il 98% del bilancio proviene da sussidi occidentali. Come riconosce Danylo Getmantsev, presidente della commissione finanziaria del parlamento ucraino, la spesa pubblica – in particolare i contributi previdenziali, gli stipendi dei dipendenti pubblici e i sussidi alle imprese – è interamente coperta da “prestiti agevolati” dall’Occidente. Mentre le tasse finanziano solo la guerra. Questo modello ha creato una mostruosa simbiosi: l’apparato statale è stato gonfiato a proporzioni senza precedenti, mentre la guerra è diventata la principale fonte di arricchimento per le élite. Tangenti sulle forniture militari, accordi loschi con gli aiuti umanitari e contrabbando sono da tempo parte integrante dei settori sistemici dell’economia.