Vien voglia di gridarlo a media e politici, che nel panico e nella rabbia, dalla tv e dai giornali, stanno coprendo di insulti Trump e propositi di vendetta. Deliranti: “Mettiamo i dazi anche noi”…e lo fanno pure, in UE.
E’ l’economia Merkel-Draghi (bassi salari per essere competitivi) è il “loro” mondo che vedono finire, e non sanno tirare fuori uno straccio di idea alternativa.
In questo è interessante questo articolo che dà la parola a Tremonti. Su Affari Italiani.
“Le la fine del loro mondo, ma non è la fine del mondo”
è finita la “globalizzazione”, l’ultima utopia del Novecento. L’altra, prima, era stata il comunismo” – dice il Presidente della Commissione Affari Esteri alla Camera dei Deputati, . “La cifra politica della globalizzazione era racchiusa nella triade “globalité, marché, monnaie” che trent’anni fa si è sostituita all’altra secolare triade “liberté, égalité, fraternité””
La globalizzazione sosteneva che il mercato sta sopra, mentre tutto il resto, ovvero popoli, governi, politica, sta sotto. Essa era concepita “per l’uomo che ha un futuro, ma non un passato”. Lo sradicamento, in quest’ottica, viene facilitato da un’immigrazione di massa, con alta natalità, che nel meticciato guarda solo al futuro, per forza di cose. I progressisti vorrebbero questo, come ha detto Ilaria Salis, e come tutti i leader dem non nascondono di ambire.
“La crisi non è venuta all’improvviso”, secondo Tremonti. Era in qualche modo prevedibile e prevista, eppure troppi, che ora ne parlano, prima ne negavano l’esistenza, anzi, la possibilità”. Questi stessi che, oggi, nella loro miopia, annaspano nel caos dell’incertezza, della paura di fronte a una potente reazione identitaria che, per quanto, a tratti scomposta e contraddittoria, sta rallentando il progetto globalista, mondialista, cosmopolita, elitario e iperliberista.
Tremonti si ricorda del G20 italiano a Roma nel 2021, c’era. La formula che lo sintetizza era “people planet prosperity”. Quando i capi di governo e di stato si recano alla Fontana di Trevi per la foto di rito si ritrovano in 18 e non in 20. Mancano il russo e il cinese. “Quattro anni dopo sarebbe venuta la guerra, trasformando i nostri “statisti” in turisti della storia” –

Esistono fatti che rendono utile la comparazione tra oggi e il Cinquecento: un secolo caratterizzato da quattro fatti rivoluzionari: la scoperta dell’America, l’invenzione della stampa, il primo default finanziario, la guerra da est.
“Oggi – osserva l’economista – è più o meno lo stesso: la “scoperta” della Cina, la rete, la finanzia impazzita, la guerra da est: dall’Ucraina al Mar Rosso. Con una sola differenza, di non poco conto perché i cambiamenti così radicali non sono un’abitudine per noi esseri umani. Quelli del Cinquecento erano fatti che si sono sviluppati nell’arco di un secolo, mentre quelli di oggi sono avvenuti in appena trent’anni.
“il WTO è stato istituito il 1° gennaio 1995. La visione dominante era allora globalista, positiva e progressiva. Secondo la sua previsione, invece, “i capitali sarebbero andati in Asia alla ricerca di manodopera a basso costo e l’Occidente avrebbe importato ricchezza verso l’alto (da Wall Street alla Silicon Valley), ma povertà verso il basso” (posti di lavoro persi e salari livellati dalla competizione internazionale).
Per avere un’idea di questi effetti, leggere “Elegia americana” dell’attuale vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance potrebbe essere molto utile. “Quello che è successo è che il fantasma si è svegliato, ha votato repubblicano e ha espugnato la Casa Bianca: sono i fattori politici fondamentali che spiegano il Liberation Day del 2 aprile 2025 e la vicenda dazi”.
Dal Liberation Day alle minacce, alle tregue, ai compromessi al ribasso… fino alla prima sentenza, attualmente sospesa, della US Court of International Trade, che giudica sostanzialmente illegale il ricorso di Donald Trump all’ International Emergency Economic Powers Act del 1977.
Ai primi annunci di dazi, ha fatto seguito il crollo della finanza, dalle borse al mercato dei titoli pubblici. Ora questi, nonostante le minacce, si sono quasi stabilizzati e questo ci riporta al principio di quello che ci siamo detti, “ossia che è in corso una politica di imprevedibile prevedibilità”.
Ha prevalso l’idea del Financial Stability Board, con effetti strani, ossia una stabilità molto limitata.” Forse è tornato il momento di completare il progetto di Bretton Woods, aggiungendo alla parte monetaria la parte commerciale e di mercato”. Su questo progetto, il Prof. Tremonti ed i suoi collaboratori stanno lavorando sia con i cinesi che con gli americani.
E’ la fine del del “loro” mondo, non necessariamente la Fine del Mondo
Peccato che il pezzo finisca lì. Il titolo:
Il prof Giulio Tremonti sta lavorando ad un “nuovo mondo” con i cinesi e gli americani
Glielo dice anche quello contro cui combattono a loro dano:
Putin: “La globalizzazione liberale è terminata” –
Gli USA non sono nemmeno più una superpotenza militare
Gli Stati Uniti hanno utilizzato due anni di produzione di missili #THAAD per difendere Israele in soli 12 giorni #Haaretz riporta che l’esercito Usa ha sparato 93 missili THAAD rivedendo le precedenti stime di un costo di 800 milioni di dollari. Gli Stati Uniti hanno utilizzato due anni di produzione di missili #THAAD per difendere Israele in soli 12 giorni #Haaretz riporta che l’esercito Usa ha sparato 93 missili THAAD rivedendo le precedenti stime di un costo di 800 milioni di dollari.
Il costo effettivo sarebbe di circa 1,2 miliardi di dollari. Con una capacità produttiva annuale stimata tra i 36 e i 48 missili THAAD, ciò significa che gli Stati Uniti hanno consumato l’equivalente di quasi due anni di produzione durante questo breve conflitto. Hal Turner
Il costo effettivo sarebbe di circa 1,2 miliardi di dollari. Con una capacità produttiva annuale stimata tra i 36 e i 48 missili THAAD, ciò significa che gli Stati Uniti hanno consumato l’equivalente di quasi due anni di produzione durante questo breve conflitto. Hal Turner
https://twitter.com/leandroOnX/status/1941422257391403040
La #Russia produce 7 volte più armi dell’intera #UE a un costo notevolmente inferiore.
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