2021, la fine della Repubblica Italiana. Nascono gli Stati Uniti d’Europa.

 

 

Un breve racconto tra fantasia (poca) e realtà… buona lettura.

Maggio 2018. Festeggiamenti fino a notte fonda per la coalizione di centro-destra che torna alla guida del Paese dopo il golpe del 2011 in cui Berlusconi fu letteralmente defenestrato per l’azione dei mercati internazionali. Forza Italia è tornata a guidare la coalizione superando il 22% dei consensi con una Lega sotto le aspettative della vigilia che non raggiunge il 15% dei voti. La legge elettorale comunque consente ampiamente al centro destro di avere la maggioranza dei seggi, una beffa per il primo partito che resta, come nel 2013, il Movimento Cinque Stelle. In Parlamento entra anche  una piccola pattuglia di Casa Pound che ha evidentemente assorbito il malcontento no euro sottraendo voti alla Lega Nord, le cui posizione più moderate non hanno assolutamente pagato.

Il programma di centro destra, come dichiarato in campagna elettorale, comunque è quello di arrivare ad una rinegoziazione dei trattati europei affinché vi siano spazi di manovra per sostenere l’economia del Paese. Tuttavia le prime dichiarazioni da Bruxelles sono comunque di fuoco: “In Italia nulla cambia, proseguire nelle politiche di messa in sicurezza dei conti pubblici”. Il comunicato di Bruxelles a poche ore dal voto non lascia davvero dubbi.

Luglio 2018. La situazione nel Paese resta drammatica ed il Consiglio dei Ministri si riunisce per discutere il da farsi, viene lanciata ufficialmente l’idea dei minibot da implementare nei prossimi due anni, ancora una volta la replica di Bruxelles però è immediata: “la politica monetaria è competenza esclusiva di BCE”. Il Governo italiano protesta e dichiara di voler procedere ugualmente, ma al momento non vara provvedimenti in tal senso, lo spread torna a salire superando i 200 punti.

Settembre 2018 il Governo richiede maggiore flessibilità a Bruxelles per la legge di stabilità e spinge per una riunione dell’Eurogruppo a novembre per mettere sul piatto la riforma delle regole dell’euro, si riconferma parallelamente la volontà di proseguire nell’integrazione europea e anche l’Italia sposa la linea di Macron sulla necessità di avere al più presto un esercito europeo.

15 Ottobre 2018 il Governo inoltra il documento programmatico di bilancio a Bruxelles, si prevede un rapporto deficit pil al 2,6% con una manovra correttiva contenuta, inferiore ai dieci miliardi. Lo spread supera già 300 punti. Arriva dopo poche ore la nota di replica di Bruxelles: “il documento di bilancio italiano è insostenibile, dismettere il patrimonio pubblico e ridurre il costo delle pensioni con tagli immediati del 30% su quelle in corso di erogazione e ciò per evitare il fallimento del Paese”.

20 ottobre 2018 Mario Draghi, in scadenza di mandato e che ha già quasi azzerato il QE, annuncia che BCE non acquisterà i titoli di Stato italiani fino a quando non ci saranno garanzie circa la precisa volontà del governo di rispettare le richieste di Bruxelles. Claudio Borghi, vice ministro dell’economia, spinge per l’introduzione immediata in circolazione dei minibot e con un Consiglio dei Ministri straordinario viene varata la loro introduzione. I giornali nazionali enfatizzano i rischi di fallimento del Paese e le difficoltà delle banche.

Novembre 2018, lo spread raggiunge i massimi storici, BCE interrompe la liquidità d’emergenza alle banche italiane che vanno subito in difficoltà per l’aumento dei prelievi da parte dei correntisti che vengono rapidamente limitati, alcune banche sono vicine al fallimento. Il governo paga i primi debiti della P.A. emettendo minibot accreditandoli su una carta prepagata all’uopo consegnata alle aziende dal MEF. Banca d’Italia tuttavia annuncia immediatamente che a seguito di decisione del SEBC il circuito bancario nazionale non accetterà i minibot e neppure tratterà tale moneta a nome dei clienti per le transazioni commerciali che utilizzano il loro software. In soldoni la prepagata del MEF non funziona per acquistare alcunché. Le aziende che hanno ricevuto i primi pagamenti protestano per l’inutilizzabilità della monetacosì accreditata. Il Governo prende atto che la circolazione dei minibot potrà avvenire solo in contanti ma al momento non è pronto a distribuirli, l’operazione richiederà, a detta della Zecca, oltre sei mesi.

Dicembre 2018 il MEF annuncia il fallimento delle ultime aste dei titoli di Stato italiani e che non vi sono disponibilità di cassa per garantire il pagamento di stipendi e pensioni già dal prossimo gennaio. Il Governo si rivolge d’urgenza al fondo salva stati, richiedendo un prestito di liquidità da oltre 100 miliardi, c’è chi parla addirittura di 200. La Lega manifesta il suo dissenso all’operazione, Salvini torna a parlare di uscita dall’euro.

Gennaio 2019 il Presidente del Consiglio sale al colle per comunicare l’uscita della Lega Nord dalla maggioranza di Governo in radicale opposizione al memorandum. Le consultazioni vengono iniziate a tempo di record e si forma un governo di larghe intese a trazione PD-Forza Italia e sostenuto anche da alcuni parlamentari M5S fuoriusciti dal partito. Nasce il Governo tecnico che chiederà immediatamente gli aiuti del fondo salva stati, conseguentemente BCE garantirà l’acquisto dei titoli di Stato italiani e la fornitura di liquidità di emergenza alle banche commerciali.

Febbraio 2019 l’Italia accetta un memorandum di lacrime e sangue, il Consiglio dei Ministri vara una patrimoniale da 300 miliardi, un vero esproprio forzoso del risparmio nazionale, pensioni e stipendi pubblici vengono tagliati immediatamente del 20%, licenziati oltre 30 mila dipendenti pubblici. Viene disposta la privatizzazione completa di ogni servizio pubblico.

29 marzo 2019 la Gran Bretagna lascia ufficialmente l’Unione Europea senza alcun accordo con essa, rifiutando qualsivoglia pagamento in favore di Bruxelles.

Aprile 2019 lo spread è sceso ma inizia il dolore per il popolo italiano, il PIL crolla nel trimestre di oltre 2%, contemporaneamente l’UE annuncia in pompa magna un grande evento, i capi di Stato si riuniranno a giugno per dare vita ad un documento unico per la nascita degli Stati Uniti d’Europa, si va ben oltre la mera costituzione dell’esercito europeo.

Maggio 2019 violenti scontri nelle principali città italiane tra manifestanti anti austerità e forze dell’ordine, si rumoreggia circa l’utilizzo dell’Eurogendfor. Le proteste hanno matrici diverse, da una parte la sinistra antagonista e dall’altra la destra sociale, i due gruppi si odiano tra loro, ma le richieste sono sostanzialmente identiche, fine dell’austerità e riscatto della sovranità monetaria. Anche la Lega si associa alle proteste della destra sociale.

Giugno 2019 i capi di Stato firmano un documento unitario in cui si conferisce mandato alla Commissione Europea, attraverso l’ausilio di esperti, per redigere la Costituzione europea, da gennaio 2021 nasceranno ufficialmente gli Stati Uniti d’Europa.

Ottobre 2019 ancora lacrime e sangue nella legge di stabilità, il PIL crolla di oltre 10 punti percentuali nell’anno.

Luglio 2020 scontri in vari Paesi d’Europa in protesta all’imminente creazione degli USE, morti in varie capitali. Il Governo vara d’urgenza un nuovo delitto che punisce chiunque propagandi il no all’adesione agli USE con pene non inferiori a cinque anni, vietate tutte le manifestazioni anti europee. Violenti scontri anche in Italia ma le proteste sono soffocate con brutalità, morti a Milano e Roma. Sostituiti i vertici delle forze armate in vari Stati europei dove l’opposizione al progetto USE è più forte.

Fine luglio 2020 la Corte Costituzionale rigetta tutte le eccezioni di illegittimità sollevate circa l’approvazione del memorandum da parte del Parlamento italiano, le esigenze di cassa giustificano ogni compressione dei diritti, risolvere la crisi per tornare a garantirli. La Corte Costituzione auspica espressamente in sentenza una maggiore integrazione europea con la creazione di una banca centrale prestatrice di ultima istanza.

Agosto 2020. Arresti in tutta italia nei confronti dei principali esponenti no euro in forza della nuova legge, il processo di transizione tra democrazia e dittatura è sostanzialmente compiuto, manca solo la formale adesione dell’Italia agli USE.

Settembre 2021 viene diffusa la versione definitiva della Costituzione europea. Il Parlamento la approva a fine mese: alle ore 00:00 del 31 dicembre 2021 la Costituzione Repubblicana verrà abrogata. La maggioranza è ampia, anche il Movimento Cinque Stelle dice si agli USE dato che la nuova Costituzione europea prevede il reddito minimo di cittadinanza ed una Banca Centrale prestatrice di ultima istanza, benché indipendente.

Ottobre 2021 la Corte Costituzionale respinge i ricorsi contro l’abrogazione della Carta del 48, la definitività della forma Repubblicana, recita la Corte, non può spingersi fino ad impedire la nascita di un’ordinamento unico, europeo o mondiale che sia, poiché la cessione di sovranità a fini di costruire un nuovo ordinamento che porti pace e giustizia è un valore sovraordinato a qualunque altro. La Corte specifica inoltre che non ci sono alternative agli USE, non aderire significherebbe mandare letteralmente alla fame milioni di italiani.

00:00 del 31 dicembre 2021 nascono gli Stati Uniti d’Europa. L’adozione del reddito minimo di cittadinanza mette fine alle proteste nel continente, le elité finanziarie hanno vinto, la democrazia è stata abrogata per fare posto all’oligarchia.

Una storia di fantasia? Forse sì, specie nei tempi così stretti per il passaggio agli USE dove ho voluto calcare la mano. Ma chiaramente l’avvento di un governo tecnico che sposerà un memorandum lacrime e sangue nella prossima legislatura è un fatto certo. L’idea dei minibot non può ostacolare la Troika ed in ogni caso il successore di Draghi stopperà comunque l’acquisto dei titoli di Stato italiani, dunque al massimo la domanda è quando aderiremo al memorandum e non se.

Solo una legge proporzionale e l’esistenza di almeno un grande partito no euro con il coraggio di correre da solo avrebbe potuto impedire la nostra disfatta… Speriamo solo che ci sia tempo per organizzare una resistenza per il 2023, senza che tutto si compia nella prossima legislatura.

 

Avv. Marco Mori