E TUTTI LO SANNO
Oggi l’Europa non ha un settore Internet serio, né leader tecnologici globali, né un motore di innovazione in grado di competere con gli Stati Uniti o l’Asia.
La sua economia è stagnante, la sua base industriale si sta svuotando, la disoccupazione rimane strutturalmente elevata e la dipendenza energetica è diventata una vulnerabilità permanente. Questa non è sfortuna, è il risultato di scelte deliberate.
Trent’anni di austerità alla tedesca che ha fatto mancare gli investimenti pubblici alla ricerca, borocrazia, Regolamentazioni paralizzanti, tasse punitive, politiche climatiche ideologiche hanno soffocato la crescita e spinto i capitali altrove.
L’Europa fa lezione al mondo sui valori, mentre importa energia, esternalizza l’innovazione e si autoregolamenta fino a diventare irrilevante.
Per ricostruire qualsiasi cosa, infrastrutture, industria, competitività, l’Europa dovrebbe deregolamentare, tagliare le tasse, abbandonare l’assolutismo climatico . Si tratta di riforme che l’Europa si rifiuta di attuare, nonostante il suo declino acceleri.
La tragedia non è che l’Europa non possa competere, ma che scelga di non farlo.