Savino Valzano:
Ieri il Presidente #Mattarella è intervenuto con un altro discorso memorabile. Questa volta alla Conferenza degli Ambasciatori.
C’è chi – giustamente – ha sottolineato quanto ipocrita sia stata la denuncia verso una #Russia che «con la forza ridefinisce i confini in #Europa». Gli è stato ricordato ciò che ha contribuito a combinare nella guerra del Kosovo, senza alcuna autorizzazione dell’ONU, nel 1999. Ma sono cose che abbiamo già straripetuto.
C’è invece un altro passaggio, davvero incredibile, sul quale mi pare assai più interessante indugiare. #SergioMattarella dice: «Pericolose attività di disinformazione tendono ad accreditare una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche dei Paesi democratici. Cercano di affermarsi inediti ma opachi centri di potere – di fatto sottratti alla capacità normativa e giurisdizionale degli Stati sovrani e degli organismi sovranazionali. Centri di potere dotati di vaste capacità di influenza sui cittadini e, con esse, sulle scelte politiche».
Sembrava che descrivesse la UE.
Proprio di recente è emersa una storia clamorosa: quella dell’Unione Europea che finanzia sistematicamente ONG, think tank, associazioni, progetti “civici” e media per promuovere sé stessa, contrastare l’euroscetticismo e orientare il dibattito pubblico, il tutto sotto le etichette rassicuranti (per i pochi reduci fessi) di “valori europei” e “lotta alla disinformazione” (v. The Eu’s propaganda machine di @battleforeurope).
Una vera e propria propaganda per procura, documentata nero su bianco: fondi pubblici a soggetti formalmente indipendenti affinché “rafforzino la fiducia nell’UE”, “contrastino narrazioni critiche”, “correggano” l’informazione. Il tutto fuori da qualsiasi mandato democratico diretto.. Puro Orwell.
Alla faccia dei “centri di potere”: una parte consistente dell’informazione europea, che da anni fa da gran cassa alle narrazioni della Commissione, alterando il dibattito democratico nei singoli Paesi, è pagata dalla stessa Commissione… coi soldi nostri.
Non serve citare testate: basta guardare ai meccanismi di finanziamento, ai contratti di comunicazione, alle campagne mediatiche affidate a grandi agenzie che poi redistribuiscono risorse a giornali e piattaforme. E poi i beneficiari sono facili da individuare: basta leggere la spazzatura che pubblicano.
Parliamo di centinaia di milioni di euro l’anno spesi dall’UE in comunicazione. Soldi che finiscono in contenuti sponsorizzati, progetti editoriali, format “educativi”, coperture “istituzionali”. Tutto legale, tutto opaco. Un’informazione che seleziona, amplifica, silenzia. Che trasforma politiche fallimentari in scelte inevitabili. Che spaccia il dissenso per “disinformazione” e il conformismo per “responsabilità europea”. Uno schifo.
E qui arriviamo al vero paradosso: noi paghiamo tutto questo.
Paghiamo gli effetti delle politiche scellerate dell’UE, dal taglio allo Stato sociale alle sanzioni autolesionistiche contro la Russia, e paghiamo anche la propaganda necessaria a convincerci che vada tutto bene.
In altre parole: paghiamo la merda e paghiamo pure quelli che ce la spacciano per cioccolata. Contenti così?
Poi ci si chiede perché la fiducia crolli e il dibattito democratico muoia. Colpa della disinformazione russa e i putiniani che infestano il Paese.
Ancora una volta, grazie #PresidenteDellaRepubblica.
E, mi raccomando, tutti a scrivere “menomale che Sergio c’è!”.