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NON E’ STATO PUTIN. MA UN ISRAELIANO.

Maurizio Blondet 29 Ottobre 2017 13

 

Il 23 ottobre scorso, nel centro di  Mosca,   un individuo  si è introdotto negli uffici della radio Echo of Moscow (ideologicamente liberale e  critica di Putin) ed ha accoltellato, ferendola gravemente al collo, la vicedirettrice, la giovane e graziosa Tatiana Felguengauer.  Immediatamente, gli altri media e giornalisti liberal hanno strillato al ”delitto di stato”, “pogrom”, al crimine su commissione ordinato dal regime. “Un attacco  alla libertà di espressione”, ha proclamato Timur Shafir, segretario  dell’Unione dei Giornalisti di Russua. “Terrorismo di Stato”, per Artemn Torchinskiy , che dirige una Fondazione Anti-Corruzione.   Dalla Germania dove vive, Igor Chubais, il figlio di Anatoli Chubais  (j) un viceministro dell’economia negli anni delle grandi privatizzazioni in Russia,  ha  diramato una petizione con le seguenti frasi:

“Un’altra aggressione! Pugnale contro libertà!  Incubo all’Eco di Mosca! Una giornalista meravigliosa  e senza paura pugnalata alla  gola. Il terrore del Nuovo Stalin ! Diciamo NO alle elezioni presidenziali fino  a quando l’inchiesta non sia completata. Chiediamo spiegazioni  dal presidente e garanzie sulla sicurezza dei cittadini.  Chiediamo una inchiesta pubblica e punizione  dei mandanti. Firma la Petizione!”

Ma l’accoltellatore, subito catturato, ha rivelato una sorprendente identità. E’ Boris GritS, cittadino  israeliano, anni  trascorsi in Usa,  ma soprattutto è il  pronipote di Naftali Aaronovitch  FRENKEL , una delle figure più sinistre del giudeo-bolscevismo. Basti dire che Frenkel è,  praticamente, l’inventore  e fondatore del GuLag.

 

Boris Grits, isreliano,è andato ad accoltellare a Mosca la giornalista Tatianaa Felguengauer. Sopra, il bisavolo dell’attentatore, Anatoli Frenkel, inventore del GuLag sovietico.

Nato nel 1883 ad Haifa, allora parte dell’impero ottomano, Frenkel, andato nella Russia sovietica come “uomo d’affari”,  lo ritroviamo rapidamente funzionario del NKVD  a Odessa,incaricato dai suoi correligionari bolscevichi di cercare e confiscare l’oro che ricche  famiglie cristiane  nascondevano al regime.  Nel 1927 detto regime si accorse che Frenkel s’era intascato per sé parecchio di quell’oro, e fu condannato a 10 anni di galera nelle isole Solovetski.  Metà detenuto e metà guardia del Lager, Frenkel, rifece una rapida carriera  nella  gerarchia degli aguzzini perché proposte all’amministrazione del campo di collegare la  quantità delle razioni di cibo caldo ai prigionieri al loro tasso di produzione; stilò  anche un preciso progetto  della sua idea, passato alla storia come Scala del Nutrimento, a cui dovette l’ascesa nei ranghi del NKVD fino al grado di generale.  Stalin  lo volle conoscere personalmente;  Frenkel gli piacque al punto che gli affidò la direzione dello scavo del Canale Mar Bianco-Mar Baltico (Belomorkanal),  227 chilometri nel gelido Nord, scavato praticamente a mani nude e  senza macchinari da centinaia di migliaia di prigionieri –di cui si  ritiene centomila siano morti di fatica, freddo e  fame grazie alla “scala” di Frenkel .  Si produssero anche casi di cannibalismo.

 

Frenkel è l’ultimo a destra. Gli altri aguzzini, tutti ebrei. 

In seguito, a Frenkel fu affidata  la direzione della costruzione del tracciato ferroviario Amur-Baikal, con migliaia di forzati sotto di lui.  La sua amicizia personale con Stalin lo  salvò  dalle purghe del ’37-38,  quando parecchi suoi colleghi della polizia  segreta sparirono nel GuLag. Nel 1937  fino  al 1945   è stato direttore generale della costruzione delle ferrovie. Eroe del  Lavoro Sovietico, tre volte  decorato con l’Ordine di Lenin, è morto nel  suo letto nel  1960.

Adesso un suo pronipote è comparso a Mosca  a mettere a segno un tentato omicidio.  In un blog che pare essere suo, scritto in inglese e in russo, Boris Grit sostiene di essere vittima di “un attacco telepatico sessuale” da parte della giornalista: “Mi segue in tempo reale, sa tutto quel che dico  o scrivo”. Il 14 ottobre la nota: “Tra qualche settimana  arrivo a Mosca e se non smette, le conseguenze saranno spiacevoli. Sono malato a causa  di Tatiana Felguengauer”.

Apparentemente,   il delirio di un paranoico.  Ma per certi versi la sua storia ricorda quella di John Hinckley, il giovane che il 30 marzo 1981 sparò al presidente Ronald Reagan – allo scopo, disse,  di fare colpo su Jodie Foster, l’attrice di cui  si era follemente innamorato.  Un pazzo? Un  pazzo che però era amico di famiglia della famiglia di George Bush (senior), il vicepresidente  ed ex capo della Cia che, se Ronald Reagan fosse morto, avrebbe preso  il suo posto alla Casa Bianca.  Il papà dello  sparatore, John Hinckley sr., era un  finanziatore delle campagne di Bush padre nelle primarie in cui Bush gareggiò contro Reagan; Scott, Hinckley,il fratello dello sparatore, e Neil Bush, uno dei figli del mancato presidente, erano molto amici e avrebbero dovuto pranzare insieme il giorno della sparatoria.    Ronald Reagan – che era appena  insediato –  non morì, ma il proiettile 22    trafisse un polmone, sicché fu il  vicepresidente Bush sr. a   gestire la formazione del gabinetto di governo. Per certi versi  la storia dell’accoltellatore di Mosca ricorda  anche l’attentato di Gianfranco Bertoli alla Questura di Milano,  del 17  maggio 1973. Bertoli,che disse di   voler punire il ministro dell’Interno Mariano Rumor per la morte dell’anarchico Pinelli, lanciò una bomba a mano israeliana che uccise 4 persone e ne ferì 52.  Il personaggio, che era stato anche un informatore  dei nostri sevizi (SIFAR)  era  appena arrivato  da Israele, dove aveva passato settimane in un kibbutz.

 

Posted in I pezzi miei
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