Chi combatte Daesh e chi no (e lo dice Limes)

(dall’editoriale della rivista Limes 11/15)

Sgombriamo il campo dall’equivoco della «grande coalizione» che giura di combattere lo Stato Islamico.

Allo stato dei fatti in questa gloriosa compagnia occorre distinguere fra coloro che non combattono affatto, offrendo al massimo addestramento e qualche supporto (una quarantina, fra cui l’Italia), coloro che si impegnano con misura e quasi esclusivamente dall’aria – in particolare Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna – e coloro che fingono di farlo (Turchia, Arabia Saudita e altri arabi del Golfo), eseguendo qualche bombardamento pro forma, con una mano, e sostenendo in modi visibili e invisibili le milizie dell’Is, con l’altra.

Gli unici a battersi efficacemente sul campo costituiscono un insieme a parte, geopoliticamente eterogeneo e non coordinato con la pseudocoalizione principale: la Russia – contro tutti i jihadisti, dall’aria e non solo – ma soprattutto l’Iran, gli eserciti di Baghdad (di fatto milizie sciite) e di Damasco, Hizbullāh e alcune formazioni curde.

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