ADESSO SAPPIAMO CHI HA MANDATO A MORTE REGENI.

Il giorno in cui finalmente il governicchio Gentiloni rimanda l’ambasciatore al Cairo, ecco che il New York Times, nientemeno,  esce con la  notizia presunta bomba,  che  i nostri media servizievoli titolano così:

 “Obama diede le prove a Renzi sul ruolo dell’Egitto nell’omicidio di Giulio Regeni”.

Prove “incontrovertibili”, secondo Repubblica. Poi, leggendo si scopre che i servizi Usa non diedero alcuna prova.  Dissero che “non c’era dubbio”, ma per evitare di identificare la fonte, gli americani non condivisero per intero le informazioni di intelligence, né dissero all’Italia quale agenzia di sicurezza ritenevano fosse dietro alla morte di Regeni, spiega ancora il giornale. “Non era chiaro chi avesse dato l’ordine di rapire e, presumibilmente, ucciderlo”, ha detto al giornalista del Nyt un altro ex funzionario Usa”.

E sarebbero queste le prove incontrovertibili? Nessun dato di fatto. Nessunissimo.

E’ così evidente che si tratta di una “operazione” americana di intox, disturbo alla ripresa delle nostre relazioni diplomatiche col Cairo, che non ci sarebbe nemmeno bisogno di perderci tempo, se non fosse per il clamore  che ne fanno i nostri giornali. Se invece  di essere in malafede sono solo ignoranti, possiamo ricordare a questi incapaci due o tre cose:

Barak Hussein Obama ha cercato – anzi è riuscito – a portare al potere in Egitto i Fratelli Musulmani, con la “primavera araba” di ordinanza, e dunque  aveva ben forti motivi di odio (personale e politico)  contro il generale Al Sisi, che gli ha sventato il piano. E quindi ben motivato a creargli difficoltà con un vicino molto amichevole, Italia,  che aveva scoperto per gli egiziani un importantissimo giacimento.

Obama stesso è fortemente sospettato di essere un fratello musulmano.  Quel che è certo è che  la sua segretaria di Stato , Hillary Clinton s’è tenuta come braccio destro, confidente intima e forse  amante, Huma Abedin, figlia di un importantissimo esponente dei Muslim Brothers, “Syed” Zainul Abedin.

Huma era sposata con  Anthony Weiner, il clintoniano di ferro, ebreo,  che fu scoperto a fare proposte oscene a  ragazzine sui social,  con sue foto in cui mostrava le proprie erezioni.  Aveva una scusante: Huma  è stata continuamente a fianco di Hillary seguendola in tutta la campagna elettorale come consigliera, appunto della campagna.

Il  meno che si possa dire è che i Muslim Brothers e i loro interessi erano ben rappresentati alla Casa Bianca di Obama. E dunque ben piazzati per vendicarsi di Al Sissi.

 

La musulmana Huma è l’ombra di Hillary, immancabile al suo fianco come nelle e-mail più confidenziali, e sempre nel mirino dei nemici. Nessuno quanto lei è vicino a Hillary, che quando lavorava da casa, le scrisse via email: «Bussa alla porta della camera da letto se è chiusa» (Corriere della Sera)

Adesso sappiamo, grazie alla rivelazione presunta bomba del New York Times, che Giulio Regni, mandato dall’università di Cambridge a infiltrarsi tra  gli oppositori clandestini ad Al Sissi, era fin dal suo arrivo seguito, controllato e intercettato della NSA, la National Security Agency americana. Sappiamo  anche che il sindacalista  degli ambulanti degli ambulanti Abdallah, che di nascosto girò il video in cui lui chiedeva dei soldi a Regeni (al quale la sua “Università” aveva dato 10 mila sterline per pagare chi di dovere..Tipico, per un ricercatore) aveva  fatto quel colloquio-trappola per conto  della NSA stessa.

A che scopo? Per usare l’ingenuo  italiano? Per sacrificarlo onde buttare un morto tra i piedi del  presidente egiziano, e dell’Eni?

Ognuno si risponda da sé, sapendo di quanti doppi giochi, trame storte  e delitti si sia  macchiato Obama, l’idolo delle “sinistre”,   dalla Libia alla Siria,  a cominciare dalle esecuzioni di persone ordinate coi droni, sempre per favorire i Fratelli Musulmani.

Tutte le  ipotesi sono possibili, anche che Regeni sia stato fatto uccidere da loro, gli americani. Che ci hanno la mano in questo genere di crimini.

Nella pretesa rivelazione, “alcuni funzionari di Obama erano convinti che qualcuno “di alto grado” del governo egiziano potesse avere ordinato l’uccisione di Regeni “per mandare un messaggio ad altri stranieri e governi stranieri, cioè di smettere di giocare con la sicurezza dell’Egitto”.

Già: magari era un messaggio per la NSA. O per quella “università di Cambridge”   che, in base a un progetto chiamato Antipode, aveva affidato all’italiano  10 mila sterline  – con cui pagare chi? Per cosa? Ah, pardon “per la promozione e lo sviluppo  di  ricerche in campo sociale”.  Normale che un ricercatore venga imbtttito di soldi da spendere.  Perché  nè Antipode né Cambridge hanno mai accettato di spiegare le cose ai magistrati italioti, e al governo italano?  Non serviva: bastavano le strida e i cartelli delle sinistre sui palazzi comunali, “Verità per Regeni”.

Tra le altre rivelazioni, la più  succosa e grave viene espressa così:

“Secondo un funzionario del ministero degli Esteri italiano, i diplomatici erano giunti alla conclusione che l’Eni si era unita alle forze del servizio di intelligence dell’Italia nel tentativo di trovare una rapida risoluzione del caso”, si legge. E “l’avvertita collaborazione fra Eni e servizi di intelligence italiani diventò fonte di tensione all’interno del governo italiano. Ministero degli Esteri e funzionari dell’intelligence cominciarono a essere prudenti gli uni con gli altri, talvolta trattenendo informazioni”, scrive il New York Times Magazine. Che cita la dichiarazione di un funzionario italiano.  Scusate,  ma gli Esteri e l’intelligence italiana non dovrebbero lavorare per  lo stesso paese e lo stesso scopo? Gli americani ci fanno sapere che invece si nascondevano le notizie a vicenda, e ciò perché “l’Eni s’era unita” con la sua, di intelligence, per “trovare una rapida soluzione del caso”. Ciò che Obama, i Fratelli Musulmani, la NSA di  Obama, e “Antipode” non volevano. Complimenti.

 

Sul Comune di Milano. “La sinistra fa sempre il gioco del grande capiitale. A volte perfino senza saperlo”.