Volevano iniettarmi il Remdesivir

Sono tornato a casa dal reparto infettivi del San Paolo, prima del tempo grazie a voi lettori che avete allarmato la direzione. In modo da rendermi  migliorato oggettivamente  prima del tempo, tanto da potermi consentire di completare l’isolamento a  casa. Altrimenti, secondo il piano della fanta-pandemia, un paziente per il fatto di essere trovato positivo come me deve rimanere nel reparto infettivi come un appestato pericoloso per sé e gli altri – a cominciare dal personale, che ogni volta che entra in camera mia dovrebbe cambiarsi il camice di plastica – almeno 10 giorni, o ancor più, finché il tampone non diventa negativo.

Come? In una stanza chiusa. Isolato e solo. Disteso per ore nel letto come un malato grave (io sono sano, ripeto) per essere sottoposto alla cura dell’ossigeno. E’ vietato uscire nel corridoio per sgranchirsi le gambe; che dico? È vietato aprire la porta della propri cameretta per affacciarsi sul corridoio. E’ facile capire che in una settimana di degenza a letto in questo modo, un vecchio degrada nel fisico e nella psiche; presto sarà fatto passare dal letto alla sedia a rotelle, perderà la sua relativa ma soddisfacente autonomia, anche degli sfinteri; il personale, che chissà quanti ne ha visto degradare fino alla morte , non sembra avere coscienza di questo pericolo incombente; o più precisamente, non avendo avuto istruzioni su come scongiurarlo, non se ne cura: fa ciò che gli viene ordinato nel caso – segregare e isolare l’appestato – e bisogna ammetterlo, con capacità professionale.

Ho parlato di condizioni di isolamento “molto dure”, di cui qualche medico s’è offeso.  Mi affretto a precisare: è stata una durezza “oggettiva”,  inevitabile date le regfole, senza la volontà degli operatori,  che posso solo lodare.  Sono lieto di poter correggere il giudizio; avevo per me solo il bagno con bidet e doccia. Al San Paolo le condizioni sono umane, al confronto di quel che secondo La Verità, avviene al San Giovanni di Roma, dove ai positivi da Covid e , pare, anziani (asintomatici, ripeto: sani ) viene vietato di andare in bagno (pericolo contagio) , e li si obbliga a fare i bisogni nei pannoloni. L’umiliazione, la sporcizia, la vergogna renderanno ancora più rapido il degrado fisico e psichico delle persone; la perdita di  autosufficienza sarà integrale e la morte, avvicinata; il “trattamento” di isolamento , da duro e insensibile e soppressore ai bisogni umani meno elementari, diventa tortura e crudeltà sistematica in quei reparti. E’ bene sapere che il ministero della Sanità non corregge queste torture di cui non può non aver avuto notizia; del resto dovrebbe essere ormai nozione acquisita il fatto che uno degli scopi del sistema-Covid cui presiede lo Speranza, ha fra gli scopi quello di eliminare anziani, troppi e costosi; il metodo, dei sieri produttori di effetti avversi da invalidità permanente a valanga (nei quali coloro che sopravvivono invidiano i morti; almeno per questi la cosa è stata rapida) risulta particolarmente lento, macchinoso e malvagio; il colpo alla nuca del KGB era più umano. La storia racconterà tutto questo con orrore; ciò succedeva in Italia sotto gli occhi di tutti, a cominciare dal personale medico. Per adesso, è stata ordinata la quarta dose.

Sul personale medico, posso testimoniare che è gentile, senza ostilità; crede in quello che fa e lo fa con efficienza. Crede, ovviamente, all’esistenza del Covid e alla necessità di isolare i positivi; vede sicuramente, defedarsi, farsela addosso e morire ogni giorno gente entrata lì sana, e non si fa problema.

E’ lo stesso atteggiamento che l’antifascismo militante non cessava di additarci, a noi studenti del dopoguerra come prova suprema della disumanità delle SS : l’insensibilità efficiente con cui eseguivano i compiti, la gestione dei lager, nessuna animosità ideologica o speciale accanimento. E’ lo stesso atteggiamento che ho trovato nei giovani medici; né li biasimo. Il “senso morale” degli operatori è quello della “gente”, instaurato nella “gente” dalla propaganda, dalla campagna di terrore, dalle tv e governo … e scienzah. Porsi il problema: ma non li stiamo uccidendo? non entra fra le domande che sono stato educati a fare.

Appena arrivato un giovane medico, gentile e umano, mi voleva fare la prima flebo da un quarto di litro di Remdesivir, un preteso anti-coronavirus della israeliana Gilead. Quando ho rifiutato, con la motivazione che il Remdesiv è cardiotossico e quindi non proprio indicato a un paziente che s’era rivolto al pronto soccorso per problema cardiaco, è stato tanto gentile da non prendersela come un’offesa personale.

Che cosa è il Remdesivir lo spiega un documentatissimo articolo dell’aprile scorso, riscoperto dall’amico Joe Fallisi:

Il Remdesivir è cardiotossico e ha fallito la sperimentazione. Perché è stato approvato dall’FDA?

L’8 ottobre 2020, la società produttrice del farmaco Remdesivir, la Gilead, firmò un accordo per fornire all’Unione europea il suo farmaco come trattamento per COVID-19, un accordo potenzialmente del valore di oltre $ 1 miliardo. Due settimane dopo, il 22 ottobre, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti approvò il remdesivir per l’uso contro la pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 negli Stati Uniti, il primo farmaco a ricevere tale status.

La decisione sconcertò gli scienziati che avevano osservato da vicino gli studi clinici sul remdesivir negli ultimi 6 mesi e che avevano molte domande sull’efficacia del remdesivir. Nella migliore delle ipotesi, un ampio studio ben progettato aveva rilevato che il remdesivir aveva ridotto modestamente il tempo di recupero da COVID-19 nei pazienti ospedalizzati con malattia grave. Alcuni studi più piccoli non hanno trovato alcun impatto del trattamento sulla malattia, nessun beneficio. Poi, il 15 ottobre arrivò una notizia decisamente sfavorevole per Gilead – il quarto e più grande studio controllato rivelò quello che alcuni credevano fosse un colpo di grazia: lo studio Solidarnosc dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dimostrò che il remdesivir non riduceva la mortalità o il tempo di guarigione per i pazienti COVID.

Un fallimento totale.

(2) “Il remdesivir è un principio attivo antivirale approvato per il trattamento della malattia COVID-19 causata dal virus SARS-CoV-2 (anche noto come ‘nuovo Coronavirus’).

L’utilizzo del remdesivir è riservato al solo ambito ospedaliero, poiché va somministrato per via endovenosa da personale sanitario specializzato. Nel nostro Paese si trova all’interno di una specialità medicinale avente nome commerciale Veklury®. (…) Fra gli effetti indesiderati gravi, ricordiamo: Reazioni allergiche (…) che possono manifestarsi sia durante che dopo l’infusione e i cui sintomi possono includere: Alterazioni della pressione arteriosa o della frequenza cardiaca; Abbassamento dei livelli di ossigeno nel sangue; Angioedema; Respiro affannoso, respiro sibilante; Eruzione cutanea; Nausea; Vomito; Febbre alta; Brividi; Sudorazione. Reazioni anafilattiche (frequenza non nota); Bradicardia sinusale (frequenza non nota). Di seguito saranno elencati altri effetti indesiderati che possono manifestarsi con l’impiego del remdesivir. Effetti Indesiderati Molto Comuni: Aumento dei livelli ematici di transaminasi; Aumento del tempo di coagulazione rilevato tramite analisi del sangue. Effetti Indesiderati Comuni: Nausea; Mal di testa; Eruzione cutanea.” (https://www.my-personaltrainer.it/benessere/remdesivir.html)

Inoltre la FDA non ha mai consultato un gruppo di esperti esterni per l’approvazione del farmaco, procedura non obbligatoria ma a rigor di logica consigliata quantomeno.

L’Unione europea, decise di stabilire il prezzo del remdesivir esattamente 1 settimana prima che uscissero i deludenti risultati dello studio solidarność.

La FDA non ha risposto alla richiesta di Science di discutere il motivo per cui abbia optato contro la convocazione del comitato.

Il Dr. Anthony Fauci, che in qualche modo è diventato il riferimento mondiale su COVID-19, ha dichiarato nel marzo del 2020 che Remdesivir (Veklury) fosse l‘unico farmaco approvato per il trattamento di COVID-19 (prima dell’approvazione della FDA nell’ottobre dello stesso anno). Peccato che Remdesivir fosse già stato utilizzato in uno studio africano per trattare l’Ebola nella Repubblica del Congo con risultati assolutamente deludenti e di questo Fauci era a conoscenza.

Il farmaco vide un tasso di mortalità in Africa del 53,1%. ‘Per il remdesivir”’, scrisse la National Library of Medicine, ‘l’85 e il 29% dei pazienti con cariche virali alte e basse al basale sono morti, rispettivamente’. In un articolo intitolato ‘Perché Remdesivir ha fallito: le ipotesi precliniche sovrastimano l’efficacia di Remdesivir per COVID-19 ed Ebola’, l’American Society for Microbiology affermò che i modelli hanno spinto in avanti ‘un’efficacia sovrastimata minimizzando la tossicità del remdesivir negli esseri umani’.

Qualcosa di cui Anthony Fauci era ben consapevole, come partecipante attivo in quello studio.

Nel marzo del 2022, il senatore della Pennsylvania Doug Mastriano ha tenuto un panel che discuteva di Covid-19, trattamenti e argomenti correlati. Come relatori ospiti c’erano il Dr. Peter McCoullough, l’Avvocato Thomas Renz, Steve Kirsch e il Dr. Bryan Ardis, tra gli altri.

Il Dr. Ardis ha sottolineato che gli altri studi clinici per Ebola, che hanno avuto tassi di successo molto più alti e tassi di letalità più bassi, erano stati condotti con miscele di anticorpi monoclonali. Gli stessi che sono stati altamente scoraggiati dalla narrativa mainstream durante il culmine della pandemia di COVID-19

Il dottor Bryan Ardis ha continua to con accuse molto più pesanti: ‘Anthony Fauci ha usato questo farmaco per uccidere in massa un intero gruppo di americani innocenti. Poi mentre andava in TV ogni sera ci diceva che le persone morivano a frotte a causa di un virus, quando in realtà la maggior parte di loro veniva avvelenata a morte con il remdesivir’, ha dichiarato Ardis durante un’intervista.

‘E quindi aveva bisogno di questo. Avevano bisogno di morti in modo che la società americana avesse paura del virus e si presentasse poi volontariamente per il vaccino’.

Ardis ha affermato che Fauci ha deciso di far iniettare il remdesivir nelle vene di ogni paziente COVID-19 negli ospedali di New York da marzo ad aprile 2020, portando alla morte di migliaia di persone nello stato durante quel periodo di due mesi.

È stato riferito che più di 27.000 newyorkesi sono morti dall’11 marzo alla fine di aprile 2020 – 20.900 in più rispetto alle morti previste nel periodo.

‘La chiamavano sperimentazione clinica e stavano iniettando remdesivir in queste persone e queste persone stavano morendo in quantità enormi. E poi venivano attribuiti i decessi al virus letale quando in realtà stavano morendo principalmente per avvelenamento da remdesivir’, ha riferito il medico del Texas.

Remdesivir provoca insufficienza multiorgano.

Ardis ha annunciato che probabilmente il 30% delle persone trattate con remdesivir morirà per insufficienza multiorgano, inclusa insufficienza renale acuta, che potrebbe portare a edema polmonare o accumulo di liquidi nei polmoni. Ha anche preso nota degli 850.000 americani morti e dei 630.000 brasiliani morti che sono stati trattati con remdesivir.

‘Ho esposto gli effetti tossici mortali conosciuti di questo farmaco molto prima che fosse imposto. Man mano che ciò viene alla luce, più cose diventano più inquietanti man mano che andiamo avanti’.

Secondo un articolo dell’aprile 2020 su Biospace, ‘Circa il 25% dei pazienti che ricevono [Remdesivir] ha gravi effetti collaterali, tra cui sindrome da disfunzione multiorgano, shock settico, danno renale acuto e bassa pressione sanguigna. Un altro 23% ha dimostrato prove di danni al fegato nei test di laboratorio’.

Sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea hanno acquistato enormi quantità di Remdesivir nell’ottobre del 2020 dopo l’approvazione da parte di Fauci del farmaco per il trattamento COVID-19, nonostante molti scienziati si fossero espressi contro la decisione “perché hanno osservato da vicino gli studi clinici di remdesivir svolgersi negli ultimi 6 mesi”, ha scritto un articolo di Science.org all’epoca. L’articolo discute anche le circostanze “insolite” in cui sono stati fatti gli accordi tra Stati Uniti e UE.

Eric Topol, cardiologo presso lo Scripps Research Translational Institute, si è opposto all’approvazione del farmaco da parte della FDA. All’epoca, disse, ‘Questo è un comportamento molto, molto grave per la FDA, e i rapporti tra Gilead e l’UE peggiorano la sua posizione’.

Il Chief Academic Officer della Cleveland Clinic, il Dr. Steven Nissen, disse all’epoca: ‘Voglio vedere i dati completi. Voglio capire le statistiche. Voglio capire il beneficio e il rischio. Voglio capire la struttura dello studio e tutto questo’. Definì la fine degli studi placebo una ‘opportunità persa’ per determinare la capacità del farmaco di prevenire la morte.

Porre fine agli studi clinici di Remdesivir in anticipo e scegliere invece di andare avanti con la somministrazione alla maggior parte dei pazienti COVID-19 ospedalizzati ‘essenzialmente limita la capacità dei ricercatori di raccogliere più dati sul fatto che il farmaco salvi vite umane’, secondo un articolo di STAT News di maggio 2020.

Un altro articolo del maggio 2020, questa volta su Psychiatric Drug Facts, dichiarò: ‘Abbiamo scoperto che il remdesivir è un farmaco antivirale fallito che probabilmente farà più male che bene a molti pazienti affetti da coronavirus’.

Eppure Fauci continuò a spingere per il suo utilizzo.

Fauci lo ha spinto talmente tanto che ha addirittura criticato uno studio cinese peer-reviewed pubblicato su The Lancet che ha affermato che il farmaco non è riuscito a mostrare miglioramenti nei pazienti COVID-19. Fauci ha definito quello studio ‘sottodimensionato’ e ‘non uno studio adeguato’.

Inoltre, nell’aprile 2021, Pubmed ha affermato che c’era un ‘segnale di sproporzionalità statisticamente significativo’ di ‘insufficienza renale acuta’ e ‘remdesivir’.

Nell’ottobre 2021 uno studio pubblicato sulla la rivista scientifica Cardiovascular Toxicology Journal, ‘Potential Cardiotoxic Effects of Remdesivir on Cardiovascular System: A Literature Review’ ha mostrato che il remdesivir è tossico, ha effetti cardiotossici. In realtà uccide le cellule del cuore e può portare all’arresto cardiaco e al blocco cardiaco completo. La rivista afferma persino che la cardiotossicità o la tossicità cardiaca del remdesivir è di gran lunga peggiore degli effetti cardiotossici della clorochina.

Brindisi Fallisi Joe, [10/07/2022 19:26]

in quantità enormi. E poi venivano attribuiti i decessi al virus letale quando in realtà stavano morendo principalmente per avvelenamento da remdesivir’, ha riferito il medico del Texas.

Conclusione

Alcuni pazienti con infezione da COVID-19 su remdesivir possono sviluppare bradicardia sinusale, ipotensione, anomalie dell’onda T, fibrillazione atriale e un intervallo QT prolungato. Inoltre, sono stati riportati pochi casi di arresto cardiaco e blocco completo del calore dopo infusione di remdesivir. Sembra che il remdesivir abbia alcuni effetti cardiotossici e proaritmici che sono particolarmente pronunciati nei pazienti con precedenti malattie cardiovascolari. Il monitoraggio continuo del ritmo cardiaco è raccomandato nei pazienti sottoposti a trattamento con remdesivir. È particolarmente consigliabile in individui con malattie cardiache note o disturbi elettrolitici. Inoltre, dovremmo essere più cauti sugli effetti avversi cardiovascolari additivi quando vengono utilizzate altre classi di farmaci oltre al trattamento con remdesivir. È dovuto al fatto che la loro combinazione può aumentare il rischio di potenziali aritmie ventricolari fatali o arresto cardiaco. L’attuale profilo di sicurezza di remdesivir non è ancora completamente noto. Ulteriori studi clinici prospettici possono aiutarci a saperne di più sul suo profilo di sicurezza e sui potenziali effetti cardiovascolari avversi.

Potential Cardiotoxic Effects of Remdesivir on Cardiovascular System: A Literature Review | SpringerLinknone

I media , ovviamente, hanno sostenuto Fauci. Ma con tutte le riviste scientifiche e blog sulla salute degli scienziati schierate contro la decisione di Fauci e della FDA , perché la decisione non è stata contestata?

La risposta potrebbe trovarsi in una pagina NIH poco conosciuta che fornisce ‘informazioni finanziarie per le aziende relative al trattamento COVID-19’. Nell’Appendice A, Tabella 2, è mostrato che 7 membri del panel NIH hanno legami diretti con Gilead, la società che produce Remdesivir (Veklury), ricoprendo posizioni da ‘supporto alla ricerca’ a ‘comitato consultivo’ a ‘consulente’.

Un mantra popolare, in particolare da quando è scoppiata la pandemia, è nell’invito a ‘seguire i soldi’. Ebbene, seguendo i soldi si scopre che finisce sempre tutto nelle tasche di Big Pharma e nei suoi molteplici collaboratori.” (https://www.eventiavversinews.it/il-remdesivir-e-cardiotossico-e-ha-fallito-la-sperimentazione-perche-e-stato-approvato-dallfda/)

draghi-contagioi