Sovranità, debito e moneta.

Quello che dovresti sapere e non ti hanno mai detto

Con la pubblicazione di questo libro, Armando Savini si propone di “sfatare molti di quei miti ieraticamente proclamati dai grandi pastori dell’ortodossia economica e divulgati dalla stragrande maggioranza dei libri di testo, volti a demonizzare la presenza dello Stato nell’economia e la spesa pubblica in disavanzo, che, invece, costituiscono la condizione imprescindibile per uscire dalle crisi, soprattutto, a seguito dell’ultima crisi sanitaria”.

Partendo da alcune considerazioni di carattere storico, come la fine degli accordi di Bretton Woods, fino a risalire all’origine della moneta presso i sumeri, l’autore, con un linguaggio accessibile accompagna il lettore nel cuore dell’economia: la moneta. Attingendo a numerose e autorevoli fonti storiche e economiche, dimostra che la moneta nasce in un contesto istituzionale e non emerge spontaneamente dal mercato per sostituire il baratto, di cui non c’è testimonianza archeologica. La storia narrata da Smith, dunque, non sarebbe che una superstizione costruita abusivamente su quanto scrisse Aristotele a proposito dell’esistenza del baratto tra i popoli barbari e del ricorso al ferro e all’argento per facilitare gli scambi. Vengono passati al vaglio altri miti economici, come, ad esempio quello della moneta esogena, cioè, di quella moneta definita al di fuori del mercato monetario, quello del moltiplicatore del credito (ancora oggi insegnato nelle università!), mostrando chiaramente come la moneta venga creata dal nulla, seppur con dei limiti ben precisi, e come l’inflazione non sia associabile alla quantità di moneta in circolazione. Molta attenzione merita poi il discorso sul debito pubblico e le sue dinamiche, come pure l’origine del concetto di debito, che in alcuni Paesi cosiddetti frugali (come la Germania) è considerato “brutto e cattivo” mentre non lo è (o forse lo è di meno) nelle società di matrice latina.

Il libro fornisce una cassetta degli attrezzi per capire l’economia oggi e, soprattutto, per comprendere ciò che è successo ieri e che ha condizionato e continua a condizionare il presente, fino a proporre “una scala per uscire dalla crisi”. In questo capitolo vengono presentati gli strumenti di politica economica necessari a far crescere la nostra economia all’interno dei vincoli di Maastricht, evidenziando soprattutto il ruolo innovativo dell’emissione di una Moneta Elettronica del Tesoro e dei Certificati di credito fiscale, oltre ai biglietti di Stato e agli altri strumenti già usati in passato. Giunti quasi al termine di questo viaggio, vediamo sventolare un nuovo traguardo: il Global Currency Reset, che, stando ad alcune fonti dell’autore, costituirebbe “un processo di riallineamento valutario internazionale, dove il dollaro perderà il suo ruolo di moneta globale, assunto con gli Accordi di Bretton Woods nel 1944 (Gold Exchange Standard). Il nuovo standard non sarà più il dollaro ma sarà costituito da oro, argento, palladio ed altri asset reali, cui saranno agganciate le valute mondiali (Real Asset Standard).” Qualora fosse implementato un sistema del genere – scrive l’autore – “potremmo assistere a una vera e propria rivoluzione copernicana del mondo della finanza e dell’economia, a un vero e proprio processo di democratizzazione economico-finanziaria, che probabilmente potrebbe far saltare molte posizioni consolidate, generando nuovi equilibri mondiali all’insegna di una pace solida e duratura. Guerre e pandemie non avrebbero più ragion d’essere, dal momento che le risorse di ogni Paese verrebbero certificate, e le criptomonete come il Bitcoin, usate spesso per transazioni illegali, verrebbero bandite.”

Gli strumenti per creare liquidità e rilanciare l’economia, quindi, ci sono: “manca solo una classe dirigente costituita da persone preparate, oneste e coraggiose, che per le proprie tradizioni e antiche simpatie, sia in grado di contemperare l’individualismo economico con la libertà sociale, senza dimenticare le radici del pensiero filosofico occidentale e il valore delle libertà acquisite in secoli di lotte