“Scholz, basta armi all’Ucraina”. Lettera firmata da mezzo milione di tedeschi

A oggi mezzo milione di cittadini del più potente stato europeo, la Germania, hanno firmato una lettera/Petizione scritta da 28 intellettuali ed artisti e lanciata dal magazine femminista Emma, diretto da Alice Schwarzer, e indirizzata al cancelliere Scholz tramite una petizione pubblica, affinché la Germania cessi di inviare armamenti pesanti all’Ucraina e intraprenda un percorso diplomatico per un cessate il fuoco immediato.

La petizione, di cui riportiamo in basso il testo, è stata firmata da un enorme numero di intellettuali, professionisti tedeschi e lavoratori altamente specializzati. Uomini e donne.

La lettera a Scholz sul magazine Emma che la ha lanciata

Misteriosamente, si fa per dire, la stampa italiana, che ha completamente ignorato la cosa, a quanto pare non recepisce l’enorme, anzi lo smisurato valore politico di una petizione del genere firmata da un gigantesco numero di cittadini della locomotiva economica europea, paese la Germania che, con gli attentati ai gasdotti northstream 1-2, distruzione apertamente minacciata ben prima che ciò avvenisse dal presidente degli Stati Uniti Biden nei primi di Febbraio 2022, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo l’incontro nello Studio Ovale, si è trovata privata dell’energia di alta qualità e a basso costo fondamentale al suo motore industriale. La Germania passa così drasticamente, e per motivi completamente esogeni ai propri processi economico industriali, da un surplus di bilancio (odiato da tutti in Europa è vero) dal valore di 1,7% punti percentuali di PIL a un improvviso e gravissimo stato recessivo, che, annunciava l’OSCE a settembre scorso, avrà luogo a partire da quest’anno, il quale avrà un effetto a catena soprattutto sull’Italia ormai integrata nella filiera produttiva tedesca da anni.

La petizione

Una vera e propria eutanasia del capitalismo tedesco e dunque anche italiano ed europeo determinata da decisioni che non hanno alcuna ratio economica, imposte ai governi dal potere militare occidentale, tramite il suo organismo politico internazionale, ormai quasi una sorta di comintern militare , con cui governa i governi, ovvero la NATO, potere militare ormai completamente esondato dalle sue sedi istituzionali, come nel 1961 ammoniva mai dovesse accadere il Presidente Eisenhower, e ormai sostituitosi al potere decisionale della politica civile, divenuta ad esso sottomessa e completamente ausiliaria, come teorizzo nel mio recente libro Lineamenti Generali del Trattato sulla Classe Armata

Lo stesso giornale a tal proposito ha poi pubblicato recentemente una estesa conversazione a cura di Annika Ross con Erich Vad ex generale di brigata, che dal 2006 al 2013 è stato nulla di meno che consigliere di politica militare della cancelliera Angela Merkel, e quindi sicuramente coinvolto nella elaborazione dei patti di Minsk, che avrebbero, se attuati, posto fine alla guerra civile che straziava l’Ucraina dal colpo di stato del 2014 con cui si rovesciò Yanukovic, ed evitato la guerra con la Russia, patti che poi l’Ucraina ha stracciato dopo aver firmato; cose che ho ampiamente trattato nel mio libro Ucraina 2022 La minaccia strategica perfetta.

Il generale Vad in questa intervista ha espresso il suo totale diniego all’escalation che, secondo lui, attivando una processo incontrollabile, potrebbe portarci dritti a svegliarci un mattino di questi in piena terza guerra mondiale, escalation rappresentata dall’annuncio del cancelliere tedesco, pressato, come tutti, dalla voce ventriloqua di Washington attraverso Zelensky, di voler fornire all’Ucraina, per intanto, 40 blindati da combattimento per la fanteria e poi eventualmente addirittura dei carri armati Leopard. Cosa che sicuramente sarà percepita dalla Russia, osserva egli, come una vera e propria dichiarazione di guerra tedesca. Il Generale Vad ha poi detto alla giornalista di essere estremamente meravigliato dal bellicismo del ministro degli esteri Annalena Baerbock, che, osserviamo noi, è un vero e proprio falco, la quale aveva persino duramente attaccato il cancelliere Scholz, per aver fatto recentemente un viaggio a Pechino con una delegazione industriale di massimo vertice. La cosa non era molto piaciuta a Washington con cui la Baerbock ha un feeling a dir poco imbarazzante, basti vedere le sue esternazioni di ultra fedeltà alla NATO, rilasciate a un think tank ultra bellicista come Atlantic Council tempo fa.

l’intervista al Generale Vad sul magazine Emma

Il generale Vad non si spiega, dice, la mutazione genetica della Baerbock, poiché essa, riflette, viene dal partito dei verdi, un partito che insieme all’ecologia ha sempre professato l’antimilitarismo e l’obbiezione di coscienza, osservando egli di non conoscere “nessun verde che abbia fatto il militare in Germania“. Ciò ci dice che quella società liquida di cui scriveva Bauman è ormai a uno stato critico probabilmente irreversibile e rimando ancora il lettore che voglia approfondire tale questione al mio Lineamenti Generali del Trattato sulla Classe Armata

Intanto, con dietro alle spalle Washington, i vertici del potere ucraino, mentre attaccano e offendono minacciosamente sui social chiunque in Germania osi aprire un dibattito e criticare il sostegno militare tedesco all’ucraina , ignorando forse gli amici ucraini il sacro principio democratico del No taxation without representation, ovvero che chi paga le tasse, usate anche per sostenere l’Ucraina, ha pieno diritto di petizione, facendo pressing sul cancelliere Scholz continuano invece ad alzare l’asticella delle richieste belliche ucraine alla Germania, : prima i blindati poi i carri armati ora addirittura Andrij Melnyk vice ministro degli esteri e ambasciatore in Germania ha chiesto tramite Twitter che la Germania ceda all’Ucraina 90 cacciabombardieri Tornado che seppur vecchi scrive sono ancora potenti.

Tornando alla Petizione, comprendiamo bene che la stampa italiana, e probabilmente quella degli altri paesi europei, abbia letteralmente omesso di riportare ciò che è un vero e proprio enorme evento politico in atto, quale quello di mezzo milione di cittadini che firmano una lettera al cancelliere Scholz, promossa da un importante giornale femminista tedesco, e il femminismo tedesco è cosa estremamente seria e rigorosa, chiedendo di non dare armi ma di promuovere la diplomazia politica per un cessate il fuoco, e ciò perchè, è ben evidente alla logica che se le maggiori testate e televisioni avessero riportato questa notizia, sottolineandone l’enorme portato politico , dato il grande carisma che ha una nazione leader come la Germania, ciò avrebbe senza dubbio alcuno scatenato una vasta ondata di emulazione virtuosa presso le cittadinanze di molti altri paesi europei, i cui elettorati, come ampiamente provato da miriadi di sondaggi ignorati dalla politica, sono in schiacciante maggioranza assolutamente contrari all’invio delle armi, e i quali, sulla scorta dell’enorme risposta popolare alla petizione tedesca , avrebbero potuto dare vita a simili iniziative e persino trovare una comune linea europea in questo senso, creando gravissimi problemi al partito trasversale della guerra che fa capo al Pentagono, e che serpeggia ovunque nei palazzi del potere europeo, come potente lobby che sta tragicamente alimentando il conflitto portandolo verso zone di enorme pericolo per la pace mondiale.

Per capire quanto pesano politicamente mezzo milione di cittadini che esprimono una richiesta del genere, qualora si volesse sminuirne l’importanza a fronte del numero della popolazione totale, come qualcuno potrebbe essere indotto a fare , si pensi soltanto che L’articolo 75 della Costituzione italiana riconosce l’iniziativa referendaria ai cittadini i quali devono essere per chiederla nel numero minimo di 500 mila elettori, e con ciò chiudiamo qualsiasi contenzioso a tal proposito.

Voglio sottolineare un importantissimo passaggio di tale petizione, che troverete leggendola. Meditatelo davvero molto a fondo, perchè , in nome di cose fuori dalla realtà come la riconquista della Crimea, divenuta ucraina per un mero capriccio del potere sovietico che ad essa la accorpò, quello che il governo Ucraino sta chiedendo al popolo come tributo di sangue e distruzione , a mio avviso è ormai sfociato in un rapporto tendenzialmente criminale del governo con i governati, onde per cui gravissimo sarebbe, per i governi europei, condividerne le responsabilità sostenendolo in questo senso, ecco il passaggio: “La seconda linea di demarcazione è il livello di distruzione e sofferenza umana tra i civili ucraini. Anche la legittima resistenza a un aggressore è a un certo punto in una sproporzione intollerabile.”

Segue ora, tradotto non eccellentemente chiedo venia, il testo della petizione firmato a oggi da 500.000 mila cittadine e cittadini tedeschi. Che la nostra stampa non ne abbia fatto menzione è pura infamia, gravissimo danno morale ai danni della pace, e poiché la grande stampa gode di pubbliche sovvenzioni, gravissima omissione di funzione pubblica, e in ultimo sfrenato e immorale servilismo al partito della guerra.

LETTERA AL CANCELLIERE SCHOLZ

Caro Cancelliere,

apprezziamo che finora abbiate considerato i rischi con tanta attenzione: il rischio che la guerra si estenda all’interno dell’Ucraina; il rischio di espansione in tutta Europa; sì, il rischio di una terza guerra mondiale. Ci auguriamo quindi che ricorderete la vostra posizione originaria e che non forniate più armi pesanti all’Ucraina, né direttamente né indirettamente. Al contrario, vi esortiamo a fare tutto il possibile per garantire che un cessate il fuoco possa essere raggiunto il prima possibile; un compromesso che entrambe le parti possono accettare.

Condividiamo il verdetto sull’aggressione russa come violazione della norma fondamentale del diritto internazionale. Condividiamo anche la convinzione che vi sia un fondamentale dovere politico e morale di non indietreggiare di fronte alla violenza aggressiva senza resistenza. Ma tutto ciò che se ne può ricavare ha i suoi limiti in altri imperativi dell’etica politica.

Siamo convinti che due di queste linee di demarcazione siano ormai state raggiunte: in primo luogo, il divieto categorico di accettare un rischio manifesto che questa guerra degeneri in un conflitto nucleare. La consegna di grandi quantità di armi pesanti, tuttavia, potrebbe rendere la Germania stessa parte in guerra. Un contrattacco russo potrebbe quindi innescare la richiesta di assistenza ai sensi del trattato NATO e con essa il pericolo immediato di una guerra mondiale. La seconda linea di demarcazione è il livello di distruzione e sofferenza umana tra i civili ucraini. Anche la legittima resistenza a un aggressore è a un certo punto in una sproporzione intollerabile.

Mettiamo in guardia contro un duplice errore: in primo luogo, che la responsabilità per il rischio di un’escalation di un conflitto nucleare ricade esclusivamente sull’aggressore originario e non anche su coloro che gli forniscono apertamente un motivo per un’eventuale azione criminale. E d’altra parte, che la decisione sulla responsabilità morale degli ulteriori “costi” in vite umane tra la popolazione civile ucraina ricade esclusivamente nella competenza del loro governo. Le norme moralmente vincolanti sono di natura universale.

L’escalation degli armamenti in corso potrebbe essere l’inizio di una corsa agli armamenti globale con conseguenze catastrofiche, non da ultimo per la salute globale e il cambiamento climatico. Nonostante tutte le differenze, è importante lottare per la pace mondiale. L’approccio europeo della diversità condivisa è un modello per questo.

Caro Cancelliere, siamo convinti che il Primo Ministro tedesco possa dare un contributo decisivo a una soluzione che resista al giudizio della storia. Non solo in considerazione del nostro attuale potere (economico), ma anche in considerazione della nostra responsabilità storica – e nella speranza di un futuro pacifico insieme.

Speriamo e contiamo su di voi!
Cordiali saluti

I PRIMI FIRMATARI

  • Andreas Dresen, regista
  • Lars Eidinger, attore
  • Dr. Svenja Flaßpöhler, filosofa
  • Prof. Dr. Elisa Hoven, avvocato penalista
  • Alexander Kluge, intellettuale
  • Heinz Mack, scultrice
  • Gisela Marx, produttore cinematografico
  • Prof. Dr. Reinhard Merkel, avvocato penalista e filosofo del diritto
  • Prof. Dr. Wolfgang Merkel, politologo
  • Reinhard Mey, musicista
  • Dieter Nuhr, cabarettista
  • Gerhard Polt, cabarettista
  • Helke Sander, regista
  • HA Schult, artista
  • Alice Schwarzer, giornalista
  • Robert Seethaler, scrittore
  • Edgar Selge, attore
  • Antje Vollmer, teologa e politica verde
  • Franziska Walser, attrice
  • Martin Walser, scrittore
  • Prof. Dr. Peter Weibel, teorico dell’arte e dei media
  • Christoph, Karl e Michael Well, musicisti
  • Prof. Dr. Harald Welzer, psicologo sociale
  • Ranga Yogeshwar, giornalista scientifico
  • Juli Zeh, scrittore
  • Prof. Dr. Siegfried Zielinski, teorico dei media

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