Perché la terapia della BCE è terrapiattismo monetario

La BCE smette di comprare i BTP italiani, e – ovviamente – lo spread sale alle stelle, il costo del nostro debito pubblico aumenta, fino a diventare impagabile. In più, la BCE aumenta i tassi di 0,25%.

E’ la terapia sbagliata (e tragicamente rovinosa per l’Italia) dovuta a una diagnosi sbagliata. Scientificamente erronea: poiché vede rincarare i prezzi di tutti gli energetici – colpa della guerra in Ucraina e soprattutto delle sanzioni – , la BCE diagnostica “inflazione” e quindi fa quello che scolasticamente i banchieri centrali fanno. Sbagliando.

L’inflazione vera, da curare con l’aumento dei tassi, è provocata quando c’è troppo potere d’acquisto nelle tasche dei consumatori, e della popolazione in generale; allora è più o meno giusto alzare i tassi come ha fatto la BCE; significa aumentare il costo del denaro, quindi renderlo- da troppo abbondante che era in tasca alla gente – più raro.

Vi sembra che ci sano troppi soldi in tasca? Che i salari siano aumentati troppo? Sicché diventa necessario raffreddare un’economia surriscaldata (l’inflazione surriscalda) dalla troppa disponibilità di denaro? Punire il paese spendaccione che fa troppo deficit? In Italia sono diminuiti, i salari, da 30 anni. Ma anche nel resto d’Europa i salari sono stati tenuti bassi dalla politica di deflazione delle paghe applicata per volontà tedesca di deflazione.

Quindi i rincari – che esistono – non sono dovuti a inflazione ossia a potere d’acquisto in eccesso. Sono qualcosa di peggio: rincari di materie prime in deflazione, cioè rincari nonostante ci sia troppo poco denaro nelle tasche di consumatori e lavoratori.

Sicché aumentare i tassi – ossia il costo del denaro – non serve a niente, anzi fa mal come sempre quando a un malato grave si somministra la terapia sbagliata. Cessare gli acquisti di BTP calmierandone il prezzo, significa mandare in bancarotta il paese – come da sempre gli i Frugali del Nord ( Spilorci) vogliono fare – per metterlo sotto amministrazione fallimentare controllata dal MES, agenzia privata di diritto lussemburghese che ci deprederà di risparmiare l’oro delle riserve. E ci impedirà ogni futura ripresa.

Quando ci sono rincari in deflazione, la terapia dovrebbe essere il contrario: aumentare il potere d’acquisto, aumentando salari e stipendi. Comprare ancora più BTPPP a prezzo calmierato da parte della BCE, cosa che ottiene lo stesso risultato, accrescere il volume del denaro e quindi del potere d’acquisto complessivo.

Naturalmente la BCE non lo farà, perché segue ancora la dottrina austeritaria errata della lesina, che in 20 anni ci ha degradato non solo i salari, ma anche l’innovazione e persino la qualità della forza lavoro (pagata poco, non ha bisogno di essere intelligente).

Sicché concludo questa breve predica inutile con due commentini trovati sul web:

Uno indica il male

“l’inflazione da offerta” è l’altro nome, meno esatto, per “rincari in deflazione”: l’offerta (ossia le materie prime offerte in vendita, le merci in genere) rincarano senza che ci sia potere d’acquisto. La teoria dottrinale cui obbedisce la BCE è “scientifica” come il terrapiattismo.

Un altro, la soluzione al nostro problema, la terapia (politicamente impossibile):

https://twitter.com/Musso___/status/1534879584814088193