Patetico Giorgetti

Implorante agli USA: “Abbiamo fatto tutto quello che avete voluto, perché non ci nutrite come fate con gli altri vostri schiavi?”.

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Messico e Canada sono legati agli USA da un accordo di libero scambio, dove i vassalli sperano di godere le briciole dell’immenso e fantasmagorico stanziamento fatto da Biden – 737 miliardi di dollari creati dal nulla (come al solito) – per sussidi-regalo alle proprie industrie nazionali con il pretesto di renderle completamente purificate dal peccato di produrre CO2, e metterle in vantaggio nella Rivoluzione della Industria amica del Clima.

In realtà, anche a Canada e Messico Washington darà il meno possibile. Dei 737 miliardi di dollari, 369 sono sussidi per promuovere tecnologie per l’energia pulita come veicoli elettrici, batterie, idrogeno, accumulo di energia e trasmissione, prodotte negli Stati Uniti. Ma ad esempèio, er quanto riguarda i veicoli elettrici, non solo devono essere assemblati negli USA, ma, per ottenere i sussidi, anche i minerali critici e le batterie devono essere sempre acquistati da aziende presenti negli Stati Uniti o da un paese con cui gli Stati Uniti hanno un accordo commerciale preferenziale.

Si tratta di “protezionismo” ed “aiuti di Stato”, due azioni che fino a ieri nell’impero globalista erano i due massimi delitti capitali, che bollavano alla perdizione dei “mercati” gli stati che ne venivano accusati, con il rialzo dei tassi d’interesse in rialzo punitivo, finoa renderlo impagabile, del debito pubblico. Ovviamente anche la UE ha per anni sorvegliato che l’Italia non cadesse in tentazione di “aiuti di Stato”, un vizio paragonabile alla masturbazione per il disprezzo che suscitava nei potenti lorsignori,, ed anzi è per questo che i governanti nostri nell’interesse loro ci hanno svenduto le industrie parapubbliche-gioiello, per toglierci la tentazione. Adesso , appena gli aiuti di Stato servono alla Germania, essa se li è concessa per sé – stanziando 200 miliardi di euro per le se imprese senza dividere con gli altri – sono diventato legittimi nella UE, – per chi può permettersi ma non per noi, dato il nostro “enorme debito pubblico”..

Ora, l’aiuto che sperava Giorgetti dagli USA non sta arrivando. Forse perché l’eccesso di zelo e l’entusiasmo con cui il governo Meloni s’è schierato atlantico e “americano” ha fatto capire a Washington che da può ottenere i servizi gratis, e magari bisognava trattare il prezzo del servaggio prima. Ma più in generale, gli Usa di questa fase – terminale del loro modello – non daranno nulla a nessuno, possono solo prendere ed arraffare. Oltre ai 737 miliardi di dollari di “aiuti”, gli USA hanno un deficit di 836 miliardi: . l’immenso deficit americano che è uno strumento della sua potenza (al contrario di quel che pensano i tedeschi, con la loro micragnosa “austerità”): ma questo, fino a quando il resto del mondo accetterà di farsi pagare in questi dollari dal nulla, creati con un click, merci solide di reale valore e concrete e servizi concretamente di valore, come i noli. Ora, anche il Deep State americano sente che l’epoca dell’accettazione universale del dollaro come “moneta d riserva” globale” rischia di volgere alla fine; vedi qui:

CNN: “Bank of America si prepara al default del debito USA” – Armando Savini

La famiglia Rothschild dice addio alla borsa di Parigi dopo 185 anni. Pronta l’Offerta di Pubblico Acquisto (opa) sulla banca Rothschild & co.
Un funzionario della Fed avverte che il default del debito americano sarebbe una “catastrofe”, mentre Bank of America si prepara al peggio.

Vedere anche:

La Banca nazionale svizzera riduce massicciamente il portafoglio di azioni statunitensi

Ed è per questo che l’Impero è tentato di rispondere con una guerra globale, per impadronirsi e metter al suo servaggio l’ultima grandissima fonte d ricchezza reale che le manca, la Russia divenuta “democrazia” smembrata in staterelli; povero Giorgetti, povero Crosetto, povera “Giorgia” che hanno sperato nella “generosità” dell’Impero in rovina, con milioni di fentanil-dipendenti in questa fase storica di crepuscolo.

Sul beneficio delle privatizzazioni