Nonostante la sconfitta del DDL Zan, fanno rientrare l’ideologia gender dalla finestra!

Il Senato ha avviato la discussione sul Decreto legge Infrastrutture e trasporti n. 121/2021, già approvato dalla Camera dei Deputati. Ma in questo decreto è nascosto un emendamento delle piddine Alessia Rotta e Raffaella Paita che vieta qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga “messaggi sessisti o stereotipi di genere” oppure messaggi “discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere”.

In questo modo si cerca surrettiziamente di far rientrare dalla finestra la nefasta ideologia gender, provvidenzialmente cacciata dalla porta con l’affossamento del ddl Zan, attraverso il solito pretesto delle discriminazioni. Con tanto di rimozione dei messaggi pubblicitari e divieto di circolazione per chi non si conforma all’ideologia LGBTQIA!

Firma questa petizione per chiedere al Presidente del Consiglio e ai Senatori di cancellare l’emendamento al Dl Infrastrutture che vorrebbe censurare ogni pubblicità contraria al gender o alle ideologie LGBTQIA!

Questo emendamento porterebbe al divieto, ad esempio, di esporre un manifesto per affermare che i bambini sono maschi e le bambine sono femmine, oppure che un bambino nasce da una mamma e un papà (poiché sarebbe “discriminatorio contro l’identità di genere o l’orientamento sessuale”). Si attribuirebbe ai Comuni un’inaccettabile licenza di censura nei confronti di associazioni e realtà che, come Pro Vita & Famiglia, non intendono genuflettersi al pensiero unico.

Ti chiedo dunque di firmare la petizione per chiedere al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai membri del Senato di modificare o cancellare l’emendamento al Dl Infrastrutture che vorrebbe censurare pubblicità, su manifesti o veicoli, contrarie al gender, all’utero in affitto e alle unioni civili!

Firma qui la petizione e condividila!

Maurizio Blondet, 1
*Identità di Genere, Pro Vita & Famiglia: «Il Governo Draghi mettendo la fiducia ha approvato un ddl Zan mascherato. Da oggi avremo il bavaglio per le nostre opinioni»*

Roma, 4 novembre 2021

«Da oggi associazioni pro vita è pro famiglia come la nostra avranno sulla loro testa la scure della censura e del bavaglio sui temi quali il gender, l’ideologia Lgbt e l’identità di genere. La discriminazione voluta dal Ddl Zan alla fine è diventata realtà, semplicemente sotto falso nome». E’ il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sul voto di fiducia che il governo ha posto – e ottenuto con 190 voti favorevoli e 34 contrari – sul DL Infrastrutture, che vieta “qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto” sia discriminatorio con riferimento anche all’identità di genere.

«La dittatura gender non è entrata con il cavallo di Troia del ddl Zan e ora surrettiziamente il Governo Draghi l’ha inserita ugualmente nel Dl trasporti con un emendamento liberticida, a causa del quale non sarà più possibile fare affissioni o camion vela contro il gender, l’utero in affitto e le adozioni per coppie omosessuali. In più, come se non bastasse – aggiunge Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus – è stata legittimata la fluidità di genere, come al solito sotto le mentite spoglie delle discriminazioni».

«Abbiamo già sperimentato in passato – conclude la nota di Pro Vita & Famiglia – censure sui nostri manifesti, quando alcuni Comuni hanno bloccato o stracciato le nostre affissioni per norme simili. Non ci siamo arresi allora e non ci arrenderemo ora. Faremo sempre sentire la nostra voce perché la libertà di espressione è sacra ed è sancita dalla Costituzione che, proprio oggi – 4 novembre – è stata ignorata e violata da governo e Senato».

Grazie!

  1. 11.21 20:49