L’ossessione tedesca – che ci distruggerà insieme alla UE

“Ze Inflation is Everywhere!”, “L’Inflazione   è dappertutto!” ,  con accento tedesco,  è il grido che sta per levarsi dalla gola di Weidmann (ricordate? il capo della Bundesbank), e già si leva dagli orripilati media tedeschi, e quindi dall’opinione pubblica loro: che imporrà –  molto presto  – alla BCE e alla sua governatrice Christine Lagarde  di smettere  di stampare e stampare i trilioni che ci stanno tenendo a galla tutti.

E’  noto che i tedeschi hanno il terrore dell’inflazione, tra l’altro perché ritengono   che sia stata la  leggendaria iper-inflazione degli anni ’20 a portare il nazismo al potere. Una  narrativa  completamente falsa  – fu la deflazione imposta dal Cancelliere Bruening 10 anni dopo a rendere popolare Adolf tra i 7 milioni di disoccupati – ma che  è  condivisa da tutti: dalla Merkel a Schauble agli aspiranti cancellieri e perfino dagli economisti,che dovrebbero sapere di più. Perché  hanno il loro tornaconto,  l’austerità disciplina il popolo.

Non c’è  niente da fare: è  per questo che Berlino ha  fatto l’euro come moneta “strutturalmente deflattiva”  col divieto a  noi del ClubMed di  non creare deficit oltre il 3 %, ed a se stessa imponendo persino lo “zero nero”,  il bilancio in pareggio,  senza un euro di “rosso”:    con ciò  tagliando i salari, lasciando invecchiare le infrastrutture e bloccando  ricerca e sviluppo, cioè riducendosi e –ci  ad una potenza senza  idee e priva di  eccellenze scientifico-tecnologiche. 

Al punto  che  le Case tedesche devono rallentare la produzione di auto perché gli mancano i chips e semiconduttori :  vengono dall’Asia, la Germania non è capace di produrli.

E questa deflazione , strutturale,  è stata ulteriormente  aggravata dal fatto che   l’euro  è diventato “più forte”, s’è rivalutato molto su dollaro  e tutte le altre valute (Cina, Giappone, sterlina, mercati emergenti),  ciò che fa abbassare i prezzi   –  deflazione  – delle merci importate.

Ma  perché  l’euro  è diventato forte? Perché  benché la BCE  abbia “stampato”  tantissimo  (e per i tedeschi già troppo: 1,8 trilioni)  per contrastare il collasso economico da pseudo pandemia,   “è stata lasciata indietro dalle banche centrali più aggressive, in particolare la Federal Reserve, che ha tagliato i tassi di interesse e acquistato obbligazioni a un ritmo ancora più veloce.  E perché  s’è trattenuta non è un segreto:  il freno a mano tedesco.  Ma  “Nelle valute  è il gioco relativo che conta”,  ha spiegato il Financial Times, “Se la BCE vuole abbassare l’euro, dovrà superare la Fed – non c’è altro modo “.

Figurarsi i tedeschi. “Ze Inflation ist everywhere!!”, già  la vedono avventarsi   nei rincari dei loro wursteln .

Un articolo di Handelsblatt (il loro Sole 24 Ore) : “A dicembre l’inflazione era  a -0,3%  (dicesi “meno” 0,3) e gennaio siamo all’1 %  rispetto al gennaio dell’anno scorso!”. Insomma non c’è alcuna inflazione, ricordiamo che la BCE ammette come auspicabile una inflazione “vicina al 2 per cento”.

Per  di più,   la pretesa inflazione denunciata con orrore dai media  germanici  è dovuta   non all’euro, ma a fattori esclusivamente interni,  fattori politici,    persino ideologici, voluti dal Cancelliere: Dall’inizio dell’anno,  i combustibili sono stati soggetti a una tassa sul CO2 di 25 euro per tonnellata  per far contenti i Verdi, e l’IVA, che era stata ridotta a luglio  al 16 %, è tornata al   normale 19 “conseguenza, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e quindi significativamente di più rispetto a dicembre con lo 0,5%”.

La controprova?  I prezzi non sono aumentati del 2%  in Italia, Spagna, Grecia, Francia, anzi sono  diminuiti, segno meno, restiamo inchiodati alla deflazione.  La BCE non riesce a farcene uscire – aiutata in questo da Gualtieri, che si tiene indietro  per soggezione ai tedeschi e  perché  è incompetente e senza idee tranne quelle che riceve da Bruxelles.

Ma non importa la realtà: i tedeschi già spingono con tutta loro forza sul freno a mano dell’eurozona: “ l’inflazione tedesca  andrà chiaramente al di sopra del 2 per cento entro la fine dell’anno e forse anche la zona euro supererà il 2 per cento quest’anno”, ha urlato Carsten Brzeski, responsabile globale della ricerca macro presso ING : “Il 2021 potrebbe essere il primo anno in cui la BCE sottovaluta l’aumento dell’inflazione”,  cioè prevede  una inflazione inferiore a quella che si realizzerà;   una prima assoluta, avendo la BCE  costantemente mancato il suo obiettivo per la maggior parte dell’ultimo decennio, ossia previsto costantemente una inflazione prossima al 2% che non è mai arrivata.

Ma  per  tutti i tedeschi, da Merkel ai pretendenti alla sua poltrona fino all’ultimo operaio BMW,  la  prospettiva  (non ancora concretizzata) di una inflazione un puntino superiore al 2% è  – semplicemente – l’ORRORE.

E stanno già facendo  enormi pressioni   dietro le quinte sulla Lagarde perché smetta, subito subito, di stampare altri euro. Lo si è indovinato da una dichiarazione della francese a Reuters: “
“Qualsiasi tipo di inasprimento  della politica monetaria al momento sarebbe molto ingiustificato”,   ha detto la Lagarde, “un inasprimento eccessivo della politica potrebbe portare a “rischi molto gravi”, ha aggiunto.

E chi volete che   le abbia chiesto l’inasprimento? Non certo  Macron . E’ stato Weidmann. E’ l’intera opinione pubblica tedesca.   Sono anche  – fatto  decisivo – gli aspiranti della CDU al posto che la Merkel sta  per dover lasciare dopo 16 anni di  sostanziale dittatura austeritaria  e  immigrazionista, ossia  per l’Eurozona del Sud,  ma approvata  massicciamente  dall’elettorato .

E su cosa attacca la Merkel Armin Laschet, il nuovo presidente della CDU?  Sul freno all’indebitamento, scolpito nel marmo costituzionale dal 2009 (Zero Nero)  che mamma Angela avrebbe violato consentendo alla BCE di stampare e al suo governo di spendere nei lockdown.

 

Non c’è da stupirsi, scrive Focus: “il freno all’indebitamento che include lo “zero nero”, introdotto nel 2009, è forse l’ultimo grande argomento di identificazione della CDU. Dietro questo c’è l’essenza del marchio: essere il partito che opera in modo solido”, ossia avaro.

Si apre insomma una fase di   lotta di potere – con destabilizzazione  –   della Germania – ultimo regalo avvelenato di Mutti e  della sua gestione ambigua e piena di non-detti  – che  provocherà un indurimento dell’avarizia rovinosa, della pulsione al “freno all’indebitamento”… soprattutto dell’Italia piena di risparmi, spendacciona disonesta in  banchi a rotelle e  sussidid aum aum  del Recovery  Fund non ancora esistente.

Nella lotta di potere in Germania, sarà questo l’argomento  propagandisticamente vincente dei pretendenti al Cancellierato;  esso verrà usato  senza alcun rispetto per la nostra dignità, con tanta più imperiosa furia, perché il governo italiano è servo e ostaggio del suo “europeismo” senza testa  e senza kgl*ni, condivide l’errore teorico basilare  tedesco sull’i flazione (frenare l’indebitamento, in questa fase semplicemente suicida).

 

“Lo sentite scricchiolare il Recovery Fund?” (Citaz. Musso)

Ma l’ossessione tedesca finirà per  spaccare la UE e con ciò   vanificare  ol Recovery e le  favolose  piogge di miliardi – inesistenti fin  da principio  – a cui si aggrappa, come giustificazione della sua deplorevole  esistenza,  il governo più illegittimo della storia