Le profezie di Chlebnikov sulla “Fine”

Un lettore mi gira questa informazione dal sitro facebbok di

Sartori Andrea

Sempre sull’esoterismo russo e su figure tipo Rasputin e Wolf Messing. Abbiamo un poeta futurista di nome Velimir Chlebnikov. Interessante perché aveva calcolato diversi momenti della storia russa. E ci ha preso in tutti i casi

“Io sostengo che gli anni tra gli inizi degli Stati sono multipli di 413/Che l’anno 1383 separa la caduta degli Stati, la morte delle libertà/nel 534 il regno fu conquistato dai Vandali/dobbiamo aspettarci la caduta dello Stato nel 1917?”

Velimir Chlebnikov aveva stabilito delle “leggi del tempo” sulla caduta degli Stati, in particolare dello Stato russo.

A leggere questo brano vengono i brividi, perché l’anno coincide con la fine dell’Impero russo.

Chlebnikov fu fortunato o aveva solo annusato l’aria che tirava sin dal 1905?

“Questo è un altro nodo temporaneo, un nuovo ritmo storico ha cominciato a battere”. E calcola i battiti dell’espansione del nuovo potere: 1921, 1923 e 1939

Chlebnikov muore nel 1922: non fa in tempo a vedere la fine della guerra civile (ma ne prevede correttamente l’esito) e nemmeno la conquista sovietica della Polonia nel 1939.

Fin qui può essere un caso.

Chlebnikov però sostiene che questo potere avrà una sanguinosa battuta d’arresto nel 1941, che sarà un anno di catastrofe: prevede l’invasione tedesca, la più grave tragedia della storia russa.

Parla della fine di un’era sanguinosa nel 1953 e, in effetti, termina un’era sanguinosa: muore Stalin. Nel 1962, sostiene Chlebnikov, vi sarà il rischio di una guerra mondiale: e abbiamo la crisi di Cuba.

Arriviamo al punto più interessante: il 1989 è “l’inizio della fine” e la “fine di tutto” sarà nel 2025.

Ora il 1989 è “l’inizio della fine” del potere sovietico: ma l’Urss collassa molto prima. Nel 1991.

E il 2025?

Nel 2022 sappiamo cosa è accaduto. Il fatto che Chlebnikov possa averci preso ancora è molto probabile

Bisogna capire cosa sarà questa “fine di tutto” nel 2025 (ovviamente il fatto che la guerra possa protrarsi sino a quella data è spaventosa come ipotesi).

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Comunicato stampa

Io sono Giuda

Dall’opera di Maria Valtorta

«Io mi sono giudicato, io mi sono condannato, io mi sono dato la morte! Io sono il buio, io sono il silenzio, io sono Giuda!».

IL LIBRO

 

sono-giuda

(Edizioni Ares – pp. 128, euro 12)

«La visione del mediometraggio Io sono Giuda e la lettura di questo libro che ne riproduce i testi danno il gusto di una riscoperta a chi è già lettore dell’opera di Maria Valtorta. Per chi ancora non la conosce sarà una scoperta che potrà farlo diventare lettore dell’opera che ne è stata la fonte ispiratrice. E ne sarà conquistato».

dalla Prefazione di Emilio Pisani

«Noi spasimiamo nei panni di Giuda a chiederci perché́, perché annegare quando ci si può̀ salvare. Si tocca qui un mistero profondo che nessun mortale puoò comprendere: quello del male. Seguendo le tracce del rapporto tra Giuda e Gesù̀ che si conclude con quel bacio, si assiste, però, non solo a una tragedia ma anche alla rivelazione dell’Amore che non ha confini»

Giampiero Pizzol

Dallo straordinario Evangelo di Maria Valtorta nasce la sceneggiatura per il film Io sono Giuda scritto da Giampiero Pizzol e girato e interpretato da Andrea Carabelli tra Matera e Milano nell’estate del 2021. Un Giuda umanissimo commette l’unico errore imperdonabile anche da Dio: non desiderare il perdono. E così di quell’amicizia che Gesù cerca con lui per tutto il racconto rimane una prigione che Giuda stesso si è costruito e che lo condanna a rimanere da solo, al buio.

GLI AUTORI

 Maria Valtorta (1897-1961). Mistica di origini lombarde, presa da infermità ha vissuto dal 1934 fino alla morte a Viareggio, paralizzata nel suo letto. Durante la malattia ha visto come in un film la vita di Gesù che ha trascritto in dieci volumi ne L’Evangelo come mi è stato rivelato, considerato un capolavoro della spiritualità di tutti i tempi.

Giampiero Pizzol, attore e autore, dedica la sua attività artistica al teatro, dal cabaret di Zelig al dramma sacro, dal­la prosa al cinema e alle fiabe per ragazzi, privilegiando la rima e il verso. Con Ares ha già pubblicato Quell’asino di un bue, sceneggiatura natalizia.

Ufficio stampa