IL CORRIERE HA SPARATO FAKE NEWS. LO DICE UNO DEL CORRIERE.

Ivo Caizzi è il corrispondente da Bruxelles per il Corriere della Sera. In un esposto al Comitato di redazione del suo giornale e a tutti i colleghi  (lo postiamo in fondo),  rivela e spiega come

  • Il direttore abbia sparato in prima pagina, il 1 novembre, che contro il governo italiano “era pronta una procedura d’infrazione UE” che invece Caizzi sapeva (ed aveva riferito al giornale)  non esisteva, anzi era tecnicamente impossibile. “Si può aprire la prima pagina del Corriere ccon una “notizia che non c’è” del genere?”, domanda Caizzi ai colleghi.
  • Il falso in prima pagina. Non c’era alcuna procedura, attesta Caizzi.
  • E spiega come la direzione ribaltasse o sminuisse o nascondesse le notizie vere che lui, Caizzi, mandava da Bruxelles, allo scopo evidente di far apparire l’Italia sotto accusa, in  trincea, isolata e in pericolo di punizioni  – un clima  di tragedia che  ha danneggiato le quotazioni del debito italiano, ma che  lui, presente ai fatti, non constatava.
  • Ad esempio, Caizzi spiegava come  “i governi più influenti, Francia e Germania, avevano incaricato di mediare un compromesso con l’Italia – sulla manovra – il presidente dell’Eurogruppo Centeno, che guida l’organo politico che di fatto decide sull’eventuale procedura d’infrazione”,  quindi che la UE aveva scelto la politica del dialogo, e  Il Corriere titolava “La mediazione nell’Eurogruppo per evitare il “processo”  all’Italia”,  come se il processo fosse davvero imminente.
  • Caizzi spiega (e spiega anche a noi adesso) che manda un articolo in cui Moscovici smentisce “le anticipazioni sulla procedura contro l’Italia da parte della Commissione Ue, che anzi Moscovici le bollava come “fake news” e indicava come prioritaria la linea del “dialogo, dialogo, dialogo” con Roma.
  • Caizzi ripete in vari articoli che effettivamente c’è la trattativa fra Italia ed UE, ed è tutt’altro che uno scontro sotto minaccia di procedura d’infrazione..
  • – e il direttore Fontana li pubblica sì, ma all’interno, mentre dà “con risalto” massimo ed “ampio spazio”,   un retroscena che fa apparire Tria isolato e solo davanti ai 18 paesi euro ostili.  Titolo: “la trincea del ministro [Tria] isolato nel confronto con i 18 paesi euro”


Fatto notevole, Caizzi chiede se “le “notizie” con annuncio della procedura e smentita della trattativa UE-Italia possano aver influito – magari anche marginalmente e inconsapevolmente – sui mercati finanziari, favorendo di fatto mega-speculatori, che in quei giorni scommettevano capitali ingenti sulla destabilizzazione dell’Italia (e sui conseguenti crolli in Borsa e aumenti degli spread sui titoli di Stato italiani)”, domanda   su cui dovrebbe chinarsi qualche procura : esiste infatti un reato chiamato aggiotaggio, la diffusione di notizie false o tendenziose volte e influenzare i corsi di Borsa.

Si intuisce che il vero bersaglio di Caizzi, che non lo nomina mai, è Federico Fubini. Questo vicedirettore in pectore del Corriere ha preso la guida dell’opposizione con ogni mezzo al governo attuale, come “esperto di economia” capace di far pubblicare sul giornale ex più autorevole della storia italiana, falsità ed errori sesquipedali, ripetutamente, platealmente smentito, restando però padrone delle prime pagine e del suo messaggio anti-governo  e facendo il tifo più evidente per il fallimento della trattativa con la UE,   fino ad anticipare una procedura infrazione che in realtà non c’è stata.  Invitatissimo, ovviamente, nelle tavole  rotonde televisive anti-Salvini.

Federico Fubini, vicedirettore impreciso, ma imperioso.

Borghi e Bagnai hanno più volte scritto al Corriere per correggere  gli errori o falsità di Fubini, quasi incredibili per impudenza.

Per esempio a giugno – il nuovo governo è appena insediato – il Corriere spara il titolo:   «Italia superata da Atene sui titoli di Stato».  L’articolo, a firma di Fubini,  riferisce:  «per le scadenze a breve termine i titoli di Stato greci hanno iniziato ad offrire un rendimento inferiore a quelli italiani». Insomma che i  mercati si fidavano di noi meno di quanto si fidano del debito greco, e ci chiedevano interessi più alti di quelli che chiedono  alla Grecia.

Una menzogna palese, e oltretutto, facile da smentire. Infatti, scrisse Borghi al Corriere:  “Peccato che non sia vero, basta aprire un qualsiasi sito di borsa per sincerarsi che nè i Bot a 3 mesi nè quelli a 6 mesi hanno un prezzo di mercato inferiore a quello degli omologhi greci”.  Notava inoltre, Borghi, che Fubini parla di un “BOT a 9 mesi” che esiste solo nella sua fantasia di incompetente: “ I Bot sono solo a 3 mesi a 6 mesi o a un anno. Non esiste in Italia e non esiste in Grecia”.

 

Fubini è quello che sul Corriere firma anche l’articolo dal titolo: “

La drammatica lezione
dell’Argentina
per chi è contro l’euro

Il Paese sudamericano è di nuovo in difficoltà a causa delle scelte Usa 
L’Italia invece non ne risente perché è nella moneta unica”,

che obbliga  il Corriere a pubblicare la rettifica di  Alberto Bagnai, che anche qui abbiamo pubblicato – dove si dimostra che Fubini non sa nulla di economia in generale, di Argentina in particolare, e che ha voluto solo mandare un messaggio terroristico: se usciamo dall’euro pagheremo sul debito pubblico interessi del 40% come l’Argentina..

 

Risposta di Bagnai e Borghi a una fake news del Corriere

 

Non basta ancora. Ad ottobre, sempre Fubini riferisce il suo grande coop: “Il ministro Paolo Savona risulta Azionista di uno hedge fund (senza blind trust), anche “director”  del fondo, nonché titolare di depositi in Svizzera: “Tutto compatibile con la carica?”, domanda  insinuante.  Al che Paolo Savona risponde che da quel fondo (Euklid) lui  in realtà si è dimesso in data  precedente. Insomma un’altra falsità  del Fubini , come gli scrive Savona, “il suo è un nulla mascherato da un falso, al quale ho fatto l’abitudine”.

Il mistero Fubini, Padrone del Discorso

Del resto, a spulciare  internet  cercando “Federico Fubini”, si vede che già nel 2014 Alberto Bagnai  aveva messo a nudo incongruenze, malafede e idiozia di affermazioni del Fubini a proposito del Regno Unito, per negare che il fatto d’aver mantenuto la sua moneta sovrana lo avvantaggiasse. Bagnai segna con la matita blu frasi come questa di Fubini: “non ci sono state svalutazioni significative… e soprattutto le svalutazioni che ci sono state non hanno sostenuto le esportazioni britanniche”. Ma queste benedette svalutazioni, insomma, ci sono state o non ci sono state?

http://goofynomics.blogspot.com/2014/02/la-rivoluzione-copernicana-ovvero-il.html

Il vero mistero è come Fubini duri, uno che ha preso  tonnellate  pesci in faccia perché scoperto a mentire o a sbagliare in decine di articoli. Non solo sull’euro, e l’Italiaa  Bruxelles, ma sulla Russia ad esempio:

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-tutti_gli_errori_omissioni_e_imprecisioni_dellarticolo_di_federico_fubini_sulla_russia/11_26639/

Non solo che duri,  ma rimanga “la Firma” per eccellenza e  guidi lui al Corriere  la lotta dell’Establishment de’ noantri  contro il “sovranismo” e per  restare nell’euro.  La risposta probabilmente è nel sapere che  Fubini è un Padrone del Discorso, come direbbe Israel Shamir. Laureato in lettere, ma discendente da un economista ebreo che se ne andò dall’italia a lavorare a Wall Street, e membro dell’advisory board della Open Society di Soros:

GUARDA TU PER CHI LAVORA FEDERICO FUBINI , GIORNALISTONE DEL CORRIERE

si situa in quella colonna di “padroni del discorso”,  da Ferrara a Cerasa, da Taradash a Saviano, che ha dichiarato guerra senza quartiere e  con tutti i mezzi – non esclusi quelli sleali – al governo da abbattere.

Da qui potete capire, cari lettori, come la denuncia di Ivo Caizzi sia un segno di notevole coraggio e di dignità professionale. In chiusra del suo articolo contro Fubini, Alberto Bagnai nel 2014 concludeva: “Dico a voi: giornalisti. ma ce n’è uno fra voi che ha una molecola di testosterone, che è in grado di dissociarsi da un collega che dice delle falsità simili, o no? Perché vedete, giornalisti, non vorrei ripetermi: io dai miei colleghi mi sono dissociato, e non è stata una scelta semplice. Se non vi dissociate da chi semina menzogna – e la menzogna è la levatrice della violenza – siete qualcosa di più che degli ignavi: siete dei complici”. 

Ebbene,  Caizzi s’è dissociato. C’è un giornalista a  Bruxelles. Tanto di cappello.

Qua sotto potete leggere la sua denuncia:

Corsera, il corrispondente da Bruxelles a CdR e redazione: “Difendiamo la credibilità”