I simboli di morte ed alieni nel presepio di El Papa

Seeker in Bible

Questo articolo è legato alla necessità di denunciare apertamente la simbologia occulta del nuovo presepe che è stato collocato in piazza San Pietro quest’anno per il Natale 2020.

Ebbene le fattezze e la simbologia di quel presepe richiamano certamente l’antica ritualità egizia e sumerica, per espressa dichiarazione del Governatorato.

Senza volere andare nei singoli dettagli, quello che più colpisce è l’angelo che sovrasta al centro l’immagine; ha le ali aperte, ed è realizzato come avvolto nelle fasce di una mummia, al centro del petto una evidente X…

Tale simbologia richiama in maniera efficace i sarcofagi egiziani che, inizialmente soltanto per il faraone in secondo momento per tutti, venivano dipinti mediante la raffigurazione di braccia incrociate a forma di X..

Questo simbolo è finito con il coincidere con l’identificazione della divinità di Osiride.

Sembra che questo richiamo ossessivo alla morte sia sovente utilizzato nel mediatico divulgare quale sostitutivo del mistero della passione morte e resurrezione di Gesù.

Alcuni non titolati millantatori hanno iniziato invero da qualche anno a far circolare la voce del fatto che in realtà la storia di Gesù sia soltanto la mera copia del mito di Osiride che muore e risorge.

La morte, la necrofilia, la magia nera per la reviviscenza, l’incesto (vedere bene tutti i rapporti tra lui e di Iside per capire di cosa si tratti), nella migliore delle ipotesi sono soltanto descrizioni del processo cosmico dell’avvicendarsi delle stagioni; nella peggiore invece la strumentalizzazione satanica e cultuale di tale rituale.

Ora – prima di arrivare alle motivazioni che devono sorreggere il Cattolico alla denuncia di una tale simbologia non appropriata per un presepe cristiano, soprattutto a fronte della mistificazione e della alterazione della Verità in relazione al mistero della storia della passione e resurrezione di Cristo – cerchiamo di capire per quale motivo tale denuncia sia assolutamente appropriata.

Non possiamo prescindere dalle conclusioni che in materia siano state tratte dalla storia delle religioni e dall’antropologia: comprendere la portata dirompente di quello che può essere l’apparentemente innocuo utilizzo di un simbolo.

Il Sacro, l’esigenza del Sacro o semplicemente il suo alter-ego compensativo (esoterismo,viaggio in Oriente ecetera) , nonostante l’opposizione dell’uomo, trova sempre il modo di manifestarsi in diverse forme, proprio perché partecipa della inesauribile proclamazione del vero, il quale possiede una forza, una cratofania, capace di imporsi all’evidenza di chiunque voglia cercarla.

Per quanto riguarda la simbologia che era utilizzata all’interno della religione egizia, occorre ricordare come essa sia stata quanto meno efficace nel realizzare appieno ciò che il simbolo significa ( σύμβολον ) symbŏlum ‘contrassegno’, dal gr. sýmbolon, der. di symbállō ‘metto insieme’, der. di bállō ‘getto’, col pref. syn- ‘con…., ossia la capacità di unirsi con “altro” e nello stesso tempo di scagliare, tirare la coscienza al di là di un apparente elemento che non la riguarda.

In Egitto il simbolo evoca sempre un concetto complesso: tracciare un simbolo è unire se stessi con le forze metafisiche, macrocosmiche che a quel simbolo sono associate, divinità comprese.. si tratta insomma di un concetto dinamizzato, in campo multiforme complesso..

Ora detto questo e considerata la capacità del simbolo di veicolare un concetto al di là del transeunte – capace di condizionare in maniera efficace la sfera emozionale e limbica di colui che di fronte a tale simbolo si trovi – occorre ricordare che la nostra società cosiddetta secolarizzata, ipertecnologica di questi simboli e dell’uso degli stessi sia completamente invasa; basta osservare quanto succede nel mondo della musica dov’è proprio la X di Osiride viene in maniera inflazionata presentata ovunque, cosa che accade anche con l’occhio di Horus..

E’ importante comprendere che il richiamo all’Egitto non costituisca mai un avvenimento casuale. Esso, come Babilonia, è presente all’interno dell’Antico Testamento quale prova chiave del superamento del popolo di Israele: schiavitù e punizione, immersione in un mondo pagano che combatte l’unico vero Dio, ma che poi inevitabilmente resta sconfitto dall’esodo guidato da Mosè, nel primo caso, dal ritorno in patria e dalla nuova costruzione del tempio, nel secondo.

Il mondo dell’occultismo – seguendo quella che è la linea interpretativa che ci è stata sapientemente consegnata da San Tommaso d’Aquino – vive in maniera parallela rispetto al mondo della verità e della luce: il demonio è la scimmia di Dio e quindi cerca di imitare il vero, storpiandone la bellezza ed è per questo che continuamente si insinua anche all’interno della Chiesa Cattolica; non può colpire la Chiesa nella sua essenza, perché essa è radicata in Cristo, ma può confonderla nelle sue membra, negli uomini che la costituiscono.

Inoltre coloro che sono gli artefici di tale utilizzo di detta simbologia sanno benissimo e conoscono perfettamente l’effetto del simbolo sulla coscienza; sanno infatti che quanto viene dimostrato dalla fisica quantistica in ordine alla capacità del pensiero inconscio di intervenire sulla realtà dei fatti, principio dell’osservatore che modifica il reale, indeterminatezza di Heisenberg… tutto questo possa essere sfruttato a loro vantaggio per creare quanto gli stessi esoteristi chiamano “egregore”. Ora a prescindere dal fatto che si tratti di concetti più o meno fantasiosi, quello che invece è reale è l’impatto sulla coscienza in maniera subliminale che interessa; impressionare in qualche modo l’anima serve per generare pensieri che saranno o meno complici di forze demoniache, gli spiriti che abitano l’aria, insegna San Paolo, che si nutrono proprio di tali deformazioni nell’ambito della conoscenza; sono infatti tre i campi di battaglia nei quali l’uomo deve duellare: il retto pensiero, la preghiera ed il digiuno … diversamente declinati all’interno dell’esistenza.

Punto di partenza è sempre l’adesione alla verità nel retto pensiero; per questo uno dei passi più importanti del salmo 51 riguarda la purezza del cuore: לֵ֣ב טָ֭הוֹר בְּרָא־לִ֣י אֱלֹהִ֑ים וְר֥וּחַ נָ֝כ֗וֹן חַדֵּ֥שׁ בְּקִרְבִּֽי (lev tahor beralì Elohim, veruah nakhon kadesh berqirbì= Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo) il cuore diventa tahor ossia purificato ritualmente ed è in grado è capace in questo modo di accogliere le Benedizioni Divine…

Se viene deformato il pensiero, che trova sede nel cuore, allora anche la vita intera risulta deformata.

Potremmo dire che le egregore di cui parlano gli esoteristi non sono altro che forme di pensiero che vengono comunemente accettate da parte di tutti; tali forme di pensiero sono in grado di condizionare l’evento dei fatti che si verificano nella nostra realtà quotidiana in senso positivo o negativo: la X di Osiride certamente evoca morte e degenerazione.
A fronte di tutto questo, svelare il significato del simbolo, toglierlo dalla sua capacità di contagio subliminale, additandolo per quello che realmente è, significa disarmare il simbolo … quindi svelare la realtà sulla X di Osiride è in certo modo vaccinare coloro che, in maniera spaesata ed inconsapevole (la maggior parte delle persone), con esso si imbatteranno.

L’irruzione degli alieni

L’inserimento  di alieni e/o astronauti nel Presepe in Vaticano ci lascia intravedere un altro collegamento importante.

Rappresentano gli alieni una sorta di culto alternativo per spiegare l’eziologia cosmologica di un mondo panspermico comunque evoluzionistico, di cui saremmo schiavi casuali di intelligenze superiori…tutte le letture di tal fatta sono forzature bibliche artatamente interpretate in senso ufologico (teoria degli antichi astronauti e via dicendo).

Ciò che hanno in comune i diversi autori è quello di ignorare il testo biblico antecedente al capitolo 6 di Genesi, sul quale pure si soffermano per mettere l’accento sulla caduta dei nephilim…soggetti che loro identificano con gli alieni padri della nostra civiltà.

In realtà queste conclusioni ben si sposano con diverse e differenti teorie di stampo esoterico, oggi molto in voga…. che neppure osano velare il collegamento palese operato da parte delle Agenzie spaziali con i culti pagani delle antiche divinità.

Sarebbe sufficiente soffermarsi sulle denominazioni delle diverse missioni spaziali per comprendere che in esse sia in voga una sorta di revival di neopaganesimo in salsa new age.

Molti dei cosiddetti rapimenti alieni si sono dimostrati alla prova di esperti esorcisti essere vere e proprie possessioni ed ossessioni diaboliche.

Il culto degli alieni, la stessa pratica delle Agenzie Spaziali, in un certo modo, è una sorta di invocazione di antiche divinità che nulla rappresentano se non demoni.

Il prossimo effetto da baraccone che ci aspettiamo da parte del nuovo ordine mondiale è quello appunto di simulare un’invasione aliena …se di invasione si tratterà, saranno demoni non alieni… in qualche modo fisicizzati all’interno della nostra dimensione.

Non credo pertanto possa ritenersi casuale l’accostamento che possiamo rinvenire all’interno del presepe di Piazza San Pietro tra il culto di Osiride da una parte e l’elemento alieno/astronautico dall’altra.

(L’articolo integrale qui:

Simbologia/desacralizzazione

NYPost, 12.12.2020: Gli avvistamenti UFO di New York nel 2020 sono aumentati del 283% rispetto al 2018

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La donnetta di Merkel
Non c’è più gusto a fare il complottista. Dicono tutto loro, prima

L’integrale qui:

Simbologia/desacralizzazione