Grafene: ottimo anche per il Clima

A quante cose serve il grafene – e secondo le TV nemmeno esiste

Iniezione di aerosol a base di grafene nell’atmosfera: geoingegneria solare e ruolo degli aerogel

Pubblicato il 19 Agosto 2021 da Veronica Baker

La scienza è ricerca della verità.
Ma la verità non è verità certa.

Karl Popper


Iniezione di aerosol a base di grafene nell’atmosfera : geoingegneria solare e ruolo degli aerogel

Studio di riferimento

Vukajlovic, J.; Wang, J.; Forbes, I..; Ciller, L. (2021). Aerogel di silice drogato con diamante per geoingegneria solare = Diamond-doped silica aerogel for solar geoengineering. Diamond and Related Materials, 108474. https://doi.org/10.1016/j.diamond.2021.108474

Introduzione

Dopo aver analizzato la capacità di assorbimento di CO2 dell’ossido di grafene, le sue implicazioni per la nucleazione del ghiaccio nell’atmosfera e la sua più che probabile dispersione nei gas di combustione degli aerei , è chiaro che gli effetti di condensazione causati dalle turbine dei jet generano vapore acqueo, la inseminazione delle nuvole e la più che probabile contaminazione con residui di fuliggine ed ossido di grafene, il che spiegherebbe anche la presenza di ossido di grafene nelle acque piovane.

Ulteriori ricerche stanno continuando per scoprire il legame tra l’ossido di grafene e l’iniezione di aerosol nell’atmosfera.

Tenendo conto che l’ossido di grafene “GO” possiede proprietà che possono adsorbire la CO2, sembrerebbe logico diffonderlo nell’atmosfera per affrontare la sua riduzione ed allo stesso tempo generare nuvole con cui prima provocare un raffreddamento della temperatura e poi successivamente precipitazioni che raggiungerebbero le falde acquifere.

In breve, l’obiettivo del cosiddetto Climate Control, o geoingegneria climatica.

Per questo motivo, è stata avviata una ricerca sulla letteratura scientifica disponibile che si occupi delle tecniche di geoingegneria utilizzando il grafene “G” o l’ossido di grafene “GO”.

Una ricerca generale sul web ha portato ad una notizia molto choccante, passata inosservata per tanti anni.

Si tratta di un “ipotetico” progetto di geoingegneria per combattere il cambiamento climatico (Berardelli, J. 2018).

A riguardo, è assai interessante leggere l’articolo scientifico di (Smith, W.; Wagner, G. 2018) che suggerisce l’utilizzo di “una flotta di 100 velivoli che compiono 4.000 missioni in tutto il mondo all’anno e potrebbero aiutare a salvare il mondo dal cambiamento climatico.
Velivoli che spruzzano minuscoli particelle di solfato nella bassa stratosfera, a circa 60.000 piedi sopra il livello del mare.

L’idea è di aiutare a proteggere la Terra da una quantità sufficiente di luce solare per mantenere basse le temperature.

Lo studio dei costi è inoltre uno degli obiettivi dell’articolo : “I ricercatori hanno esaminato quanto sarebbe pratico e costoso cominciare tra 15 anni un ipotetico progetto di geoingegneria solare“.

È a questo punto che viene per la prima volta usato il termine “geoingegneria solare”, che non significa altro che un intervento sul clima attraverso il rilascio di nanoparticelle nell’atmosfera per ridurre l’incidenza della radiazione solare, evitando l’effetto di rifrazione solare, già citato dal progetto SCoPEX finanziato da Bill Gates (Figueroa, A. 2021 |  Neslen , A. 2017).

Questo è un progetto folle, poiché il rilascio di nanoparticelle nell’atmosfera per affrontare la riduzione del riscaldamento globale, oltre ad essere un intervento diretto nei processi climatici naturali, può comportare effetti collaterali imprevedibili.

Infatti (Moreno-Cruz, JB; Keith, DW 2013)  affermano che “l’incertezza sul progetto SRM (Solar Radiation Management) è alta ed i responsabili devono decidere se impegnarsi o meno in una ricerca che possa ridurre questa incertezza“.

In altre parole, i ricercatori non sono a conoscenza degli effetti della geoingegneria solare, tuttavia fanno notare che si tratta di una soluzione rapida ed economica per compensare il cambiamento climatico, come si evince dalle seguenti parole : “Il Solar Radiation Management (SRM) ha due caratteristiche che lo rendono utile per la gestione del rischio climatico : è veloce ed economico…Introduciamo il SRM in un semplice modello economico del cambiamento climatico progettato per esplorare l’interazione tra l’incertezza nella risposta climatica ai rischi di CO2 e SRM di fronte all’inerzia del ciclo del carbonio…“.

er poi concludere con la seguente affermazione : “il SRM è prezioso per gestire il rischio climatico, non per il suo basso costo, ma perché può essere implementato rapidamente nel caso trovassimo impatti climatici alti, come ad esempio in un’emergenza climatica“.

Questo suggerisce che i ricercatori propongono ricerche e test sulla geoingegneria solare pur non conoscendo gli effetti negativi che possono causare, sulla base di stime di costi/benefici, senza prove scientifiche.

È interessante notare che sette anni dopo sono citati ancora alcuni problemi come la possibilità che “la geoingegneria solare causi un raffreddamento eccessivo” (Abatayo, AL; Bosetti, V .; Casari, M .; Ghidoni, R .; Tavoni, M. 2020), quindi l’uso di questa tecnologia, nelle parole degli autori “consente ai paesi di influenzare unilateralmente la temperatura globale.

La geoingegneria solare potrebbe innescare interventi contrastanti da parte di paesi che preferiscono temperature diverse ; la teoria economica suggerisce che i paesi che vogliono un clima più fresco potrebbero imporlo agli altri.

Altri paesi invece possono reagire attraverso interventi di controgeoingegneria.”

È interessante notare come molti autori diano per scontata la capacità di inferire il clima attraverso la geoingegneria solare e spostino il dibattito verso argomenti di tipo geopolitico, come “la governance globale“, vedi (McLaren, D. ; Corry, O. 2021 |  Reynolds, JL 2019  | Jinnah, S .; Nicholson, S .; Flegal, J. 2018 | Bunn, M. 2019 | Lloyd, ID; Oppenheimer, M. 2014) tra gli altri che possono essere consultati tramite query come  “geoingegneria solare” o “governance” .

Fatti analizzati

I ricercatori (Vukajlovic, J.; Wang, J.; Forbes, I.; Šiller, L. 2021) danno per scontato nel loro studio teorico che l’iniezione di aerosol nella stratosfera solare venga sviluppata per ridurre l’incidenza della radiazione solare.