Giovami troppo ignoranti per il concorso pubblico di Brunetta

E’ ciò che si evince dall’evento che Il Fatto Quotidiano titola in modo fuorviante così:

Pubblica amministrazione, il primo concorso con la ‘formula Brunetta’ è un flop: allo scritto si presenta poco più della metà degli ammessi. Ministero costretto a riaprire le selezioni

Colpo di scena (con stravolgimento delle regole annesso) al Concorso Coesione per l’assunzione di 2.800 tecnici specializzati nelle amministrazioni del Mezzogiorno, il primo a essere fatto con la  formula del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e che puntava ad accelerare le procedure di selezione. Gli under 30  avevano già espresso il malcontento ritenendosi, penalizzati dalle nuove modalità di reclutamento, che prevedevano una fase pre-selettiva basata sulla valutazione dei titoli; adesso,  alle selezioni vere e proprie (ossia alla prova scritta) si è presentato in media il 65% degli ammessi e, in alcune regioni, non si è arrivati neppure alla metà dei 8.582 candidati ammessi per titolo. Nessuno poteva  aspettarselo, dato che le domande arrivate erano state più di 81mila.

Così, il Dipartimento della Funzione Pubblica è stato costretto a rivedere la soglia di sbarramento per la partecipazione alla prova scritta e ad ammettere gli altri 70mila candidati di cui erano già stati valutati i titoli nella fase pre-selettiva,e  trovati insuffficienti. Dunque saranno selezionati anche i candidati ‘scartati’; ovviamente  resteranno fuori tutti quelli che non avevano fatto proprio domanda, scoraggiati  dalle nuove regole perché consapevoli di non poter contare su una formazione più specialistica né  esperienze professionali pregresse. La scelta  è stata quella di procedere con un decreto di modifica del bando, data “l’assoluta necessità – spiega lo stesso Dipartimento – di garantire l’interesse pubblico di vedere ricoperte tutte le 2.800 posizioni ricercate”.

LA NUOVA CONVOCAZIONE

 Dal 22 giugno saranno convocati per la prova scritta anche gli altri circa 70mila candidati che avevano presentato domanda di partecipazione.  “Il Dipartimento ha decretato una modifica del bando – si spiega in una nota – superando ed eliminando il limite originariamente fissato per l’ammissione alla prova scritta, pari a tre volte il numero dei posti messi a bando più gli ex aequo”.

La nuova prova scritta, sempre digitale e della durata di un’ora, consisterà in 40 domande specifiche per ognuno dei cinque profili (esperto amministrativo-giuridico, esperto in gestione, rendicontazione e controllo, esperto tecnico, esperto in progettazione e animazione territoriale, analista informatico).

Il decreto di modifica del bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie speciale Concorsi ed esami, oltre che sui siti del dipartimento della Funzione pubblica, del Formez e sulla piattaforma Step-One 2019.

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Di fatto, tornano in gioco, anche gli esclusi. Nei mesi scorsi erano sul piede di guerra soprattutto gli under 30, convinti che con le nuove norme sarebbe stato quasi impossibile superare la fase pre-selettiva e accedere al concorso “per chi si è appena laureato o diplomato e non ha ancora frequentato un master”.

Da qui la mobilitazione, anche su Facebook, dove era nata la protesta del gruppo ‘Comitato No Riforma Concorsi P.a.’, che nel frattempo ha superato i 6mila membri. È invece arrivata a quasi 34mila firme la petizione lanciata da Davide Lecca, 34 anni, laureato in Giurisprudenza. “Migliaia di laureati non hanno più fatto domanda e io sono tra questi – spiega ora a ilfattoquotidiano.it – perché eravamo convinti di non avere possibilità con le nuove regole. Ora siamo fuori, mentre chi ha scelto di tentare la fortuna e provarci lo stesso, avrà questa possibilità inaspettata”.

Commento nostro: saranno assunti ignoranti –  frutto  maturo della scuola  progressista  italiota  soprattutto  ma non solo nel Meridione – incapaci di svolgere il lavoro  tecnino-specialistico  per cui sono stati selezionati.