Draghi sbalordisce

Arnaud Bertrand:

discorso piuttosto straordinario quello di Mario Draghi, ex capo della Banca Centrale dell’UE e attualmente incaricato di produrre un rapporto sulla competitività dell’UE.

Se dovessi riassumerlo: “abbiamo fatto un grosso casino e abbiamo bisogno di un cambiamento radicale”. geopolitique.eu/en/2024/04/16/

La parte “abbiamo fatto una cazzata alla grande” è in parte catturata in questa sorprendente ammissione che ha fatto nel discorso: “L’approccio che abbiamo adottato nei confronti della competitività in Europa dopo la crisi del debito sovrano [è stato quello di perseguire] una strategia deliberata volta a cercare di abbassare i costi salariali l’uno rispetto all’altro – e, combinando questo con una politica fiscale prociclica, l’effetto netto è stato solo quello di indebolire la nostra stessa domanda interna e minare il nostro modello sociale.

Ma la questione fondamentale non è che la competitività sia un concetto errato. Il fatto è che l’Europa ha avuto un focus sbagliato. Ci siamo rivolti verso l’interno, vedendo i nostri concorrenti tra di noi, anche in settori come la difesa e l’energia in cui abbiamo profondi interessi comuni. Allo stesso tempo, non abbiamo guardato abbastanza verso l’esterno: con una bilancia commerciale positiva, dopo tutto, non abbiamo prestato sufficiente attenzione alla nostra competitività esterna come seria questione politica”.

L’Europa è sempre stata promossa ai cittadini dell’UE come un modo per proteggerli e come un modo per competere su larga scala contro altri giganti là fuori come gli Stati Uniti o la Cina.

Si è invece trasformato in una macchina di concorrenza interna in cui i paesi dell’UE si indeboliscono a vicenda, senza strategie di competitività industriale e globale pan-UE coerenti. In pratica il contrario di quello che avrebbe dovuto essere: meno sicurezza – anche lavorativa – per i cittadini dell’Ue, e nemmeno il tentativo di correre contro gli altri colossi. Naturalmente è un po’ esagerato per lui dirlo adesso, dato che è stato uno degli attori chiave di tutto ciò… Sembra scoprire, con ben 25 anni di ritardo, che i concorrenti dell’UE effettivamente competono.

Ad esempio, scrive che “gli Stati Uniti, da parte loro, stanno utilizzando una politica industriale su larga scala per attirare capacità manifatturiere nazionali di alto valore all’interno dei propri confini – compresa quella delle aziende europee – mentre usano il protezionismo per escludere i concorrenti e dispiegare il proprio potere geopolitico riorientare e proteggere le catene di approvvigionamento.” Questo è solo l’ultimo episodio di una lunga saga

Da molto tempo gli Stati Uniti competono sistematicamente contro l’Europa in modo molto strategico. Ad esempio, durante il boom di Internet hanno mangiato completamente il pranzo dell’UE, poiché hanno sviluppato un sistema estremamente efficiente per ridimensionare le potenti aziende a livello nazionale e imporle al resto del mondo con il pretesto della “libertà di Internet”. La Cina ha sviluppato il suo grande firewall, che le ha consentito di mantenere la propria sovranità nello spazio digitale e di costruire il proprio ecosistema interno.

L’UE, nel frattempo, dannatamente ingenua, diceva: “questa cosa della libertà di Internet è meravigliosa, siamo tutti connessi adesso”… Tutti connessi, sì, tramite società statunitensi che ora vengono pagate ogni volta che un cittadino dell’UE clicca da qualche parte sul Internet, sappiamo assolutamente tutto della nostra vita e controlliamo le informazioni a cui abbiamo accesso. Questa non è libertà di Internet, è schiavitù digitale! A proposito, non biasimo gli Stati Uniti o la Cina. E’ tutto un gioco leale. È assolutamente l’UE ad essere così stupida da non rendersi nemmeno conto che ERA un gioco! Draghi ora dice che “prepara un cambiamento radicale, perché è quello che serve”. Elenca un sacco di cose ma dimentica di gran lunga la più importante: tutto inizia con un’istruzione d’élite. E il fatto triste è che le élite in Europa sono istruite in modo tale da diventare le persone ingenue e non strategiche che hanno guidato l’UE dov’è ora (Draghi compreso).

Ad esempio, in Francia la maggior parte delle élite che poi diventeranno politici studiano a Sciences Po, che è una fabbrica per produrre atlantisti, vale a dire persone che credono che sia fondamentale promuovere politiche che rafforzino il legame dell’UE con gli Stati Uniti, così come persone che sono molto ideologici nella loro visione del mondo (promozione dei “valori” occidentali e simili), che è antitetico all’essere strategico. Oppure guardiamo all’universo dei think tank nell’UE, che sono ovviamente incubatori di politica, dove le élite modellano il loro pensiero. Alcuni dei più influenti sono americani: Rhodium Group, German Marshall Fund, Carnegie Endowment, Eurasia Group, ecc.

Diamine, in Francia il nostro presidente, Macron, ha pagato direttamente miliardi di dollari alla società di consulenza statunitense McKinsey per modellare la politica francese ( nytimes.com/2022/03/31/wor ), il che è folle! Finché non vedremo sforzi reali per trasformare radicalmente il modo di pensare delle élite europee, si possono tranquillamente respingere tutti questi discorsi sull’arrivo di un “cambiamento radicale”, non accadrà. Occorre partire da una riforma della mentalità. E comunque, non sto parlando di diventare ostile. Puoi competere e difendere i tuoi interessi senza virare verso l’ostilità. In effetti è il modo intelligente di farlo poiché diventare ostili è spesso contro i propri interessi. L’UE può rimanere amichevole con gli Stati Uniti, diventare amichevole con la Cina, ecc. In effetti dovrebbe essere amichevole con tutti…

Ma dovrebbe sapere che viviamo in un mondo Jurassic Park dove, se sei debole e non lo fai difendi i tuoi interessi e vieni mangiato. Questa è stata la lezione chiave del secolo di umiliazioni della Cina, motivo per cui sono così istruiti su questo argomento e sono estremamente strategici nel difendere i propri interessi e la propria sovranità. L’UE dovrebbe fare lo stesso, si spera senza superare la fase secolare di umiliazione a cui è diretta in questo momento.

Per i media, praticamente il messia.
Un santo. Un apostolo. Un profeta.
Dopo “Whatever It takes” (2011).
Dopo “Non ti vaccini, ti ammali, muori” (2021).
Dopo i successi ottenuti nell’affondamento della Grecia e dell’Italia.
Solo lui può tentare ciò per cui l’euro è stato imposto: gli Stati Uniti d’Europa.

Marione, il migliore.