DIRITTI LGBT AL POSTO DI FILOSOFIA E STORIA”/ Rizzo: «Questa sinistra è un inganno»

D. In un tweet lei si è detto profondamente contrario alla riforma scolastica spagnola che nella scuola dell’obbligo sostituirà materie come filosofia e storia con ecofemminismo e diritti LGBTIQ+. Da dove parte la sua critica?
R. Parte dal fatto che la riforma spagnola non ne fa materie aggiuntive, ma sostitutive. Non sono contrario che si studino queste tematiche, sono contrarie alla negazione di materie imprescindibili come storia e filosofia. Sono cose che potevano tranquillamente essere inserite in una materia specifica a parte, come la nostra vecchia educazione civica. Ma pensare di sostituire storia e filosofia cioè le fondamenta del pensiero critico vuol dire privare le nuove generazioni del pensiero critico. La storia sono i fatti del mondo, la filosofia è l’analisi dell’interpretazione dei fatti.

D. Quindi impedire una maturazione di quegli elementi che ci permettono di affrontare la realtà?
R. Significa privare quelli che possono essere gli elementi della costruzione del pensiero, di costruzione delle valutazioni. E’ la destrutturazione del pensiero delle nuove generazioni, un espediente in virtù dell’adeguamento a una massificazione del pensiero unico. La mia, lo ripeto, è una critica sull’elemento sostitutivo non su quello aggiuntivo.

D. Lei ha detto che si tratta  di “pensiero unico della globalizzazione capitalista”. Cosa intende esattamente?
R. Un comunista non può che essere critico di questo modello di globalizzazione, il modello di una società dove non esistono più punti di riferimento come la storia. Significa avere un McDonald sul Monte Bianco come a Lipari. Una uniformità generalizzata con un solo dio, il mercato.

D. Il governo spagnolo che ha varato questa riforma è un governo di sinistra. Se facciamo questa critica a un esponente del Pd, ci dirà che sono battaglie di sinistra, non pensa?
R. Perché il Pd ha trasformato la sua matrice che era quella comune di difesa dei diritti del lavoro. Già negli anni 70 c’era questa discussione, il Pci diventò già allora dal punto di vista culturale una sorta di partito radicale di massa. Sta qua l’involuzione culturale, il tema del lavoro viene espunto, vengono immessi i valori del capitalismo: nessuna critica alla gerarchizzazione della società, nessuna critica alle multinazionali. E’ notizie di questi giorni che l’Europa non applicherà neanche la minima tassa del 15% alle multinazionali, continueranno a non pagare tasse, però ci regaleranno tanti diritti civili.

D. C’è anche una trasformazione, un cambiamento del significato delle parole, del senso che hanno sempre avuto, quando dicono che non si tratteranno più temi come i logaritmi o le espressioni radicali, ma si parlerà di “significato socio-affettivo della matematica”. Che ne dice?
R. Certo, ne sono convinto. Stanno preparando i loro algoritmi che determineranno le nostre vite, una battaglia epocale di civiltà che, e lo sottolineo, stiamo perdendo.

D. Addirittura?
R. La battaglia principale nel mondo oggi è tra la finanza e la politica. La finanza ha bisogno di una non ideologia, ha bisogno di una neutralità su cui costruire un uomo nuovo, che deve essere apolitico, aculturale, asessuato, afilosofico. Non deve avere alcuna valenza di pensiero, deve essere un numero di consumo. E’ una trasformazione molto rapida che credo si compirà nel giro di una o due generazioni. Lo dico da comunista: meglio la cultura del lavoro meglio il formaggio dell’alpeggio, meglio l’oratorio, meglio il prete di quartiere che Zuckerberg e Bill Gates.

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