Centinaia di ex(?) agenti CIA ed FBI hanno ruoli dirigenziali nelle Big Tech

da Avanti:

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Tra i ranghi esecutivi di Google, Meta, Twitter e TikTok ci sono più di 250 persone che un tempo lavoravano presso le maggiori agenzie di intelligence al mondo, come CIA, FBI, DoJ (il dipartimento di giustizia statunitense) e il Department of Homeland Security. La presenza di questi ex agenti crea una rete di collegamento perpetuo tra i colossi di Big Tech e le agenzie di spionaggio e sorveglianza. Il reclutamento di questi agenti, ex dirigenti delle agenzie di spionaggio, è avvenuto dal 2017 al 2022, come ha scoperto la testata online Daily Caller dopo una ricerca effettuata su Linkedin, il social network che si occupa di far incontrare domanda ed offerta di lavoro.

La parte da leone la avrebbe svolta Google che ha assunto – sempre secondo quanto emerge dalla ricerca effettuata su Linkedin – 130 ex dipendenti del dipartimento di giustizia, Homeland Security, CIA e FBI; Meta – che ricordiamo essere la holding, la casa madre di Facebook ed Instagram – avrebbe invece assunto 48 uomini e donne provenienti dalle stesse agenzie. Persino TikTok, la piattaforma cinese accusata di essere un’app spia del governo cinese, ha assunto 25 nuovi dirigenti provenienti dalle stesse agenzie di intelligence. Discorso a parte va fatto per Twitter. La famosa app è stata sempre un punto di riferimento per le attività di spionaggio del FBI; tuttavia, come emerge dalla ricerca effettuata da Daily Caller, con l’arrivo di Elon Musk sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo quando si tratta di questo viscido personaggio – che gli ex agenti dello spionaggio siano stati licenziati.

Questa notizia ovviamente ha creato scalpore – anche se prontamente insabbiata dai media mainstream – soprattutto tra i repubblicani (vista la campagna elettorale perenne) tra i quali l’ex viceprocuratore generale Reed Rubinstein che si dice preoccupato per la sicurezza e la privacy degli americani. “Il sistema delle porte girevoli è una caratteristica del sistema statunitense”, dice l’ex viceprocuratore; essendo l’attività dei social network fortemente regolamentata, i giganti di Big Tech hanno deciso di comprarsi i controllori, ossia gli agenti dell’FBI o della CIA. Questo porta ad una “integrazione di Big Tech e dello stato di sicurezza nazionale” commenta Rubinstein “che è davvero distopica, terrificante. Hanno dati sufficienti per dimostrare che quel potere, che è immenso, verrà abusato. E in questo momento non esiste un controllo effettivo su di esso”

Sull’abuso di potere che ne verrà fuori, Rubinstein non ha torto. Ma il punto è che questo legame non nasce adesso, semplicemente viene fuori soltanto ora; ma tutti sappiamo che Facebook – giusto per citarne uno – è sempre stato un progetto della CIA (Progetto DARPA), un progetto con il quale controllare e manipolare le menti di miliardi di uomini e donne sul pianeta.