Agenzie di spionaggio straniere dietro le rivolte in Kazakistan, dice il presidente serbo. E non è il solo.

BELGRADO, 6 gennaio. /I servizi segreti stranieri sono dietro le rivolte di massa in corso in Kazakistan, che causeranno centinaia o migliaia di morti e un paese saccheggiato per gli anni a venire, ha dichiarato giovedì il presidente serbo Aleksandar Vucic ai giornalisti. L’ha detto quasi tra parentesi, parlando della situazione interna serba, dove sono previste le elezioni ad aprile..

In un commento sulle affermazioni degli oligarchi serbi sulla loro prossima vittoria nelle elezioni presidenziali del 3 aprile, Vucic ha detto: “Non credo che loro (gli oligarchi – TASS) sperano di sconfiggere un candidato che chiede la prosperità della Serbia, non sono così sciocchi e disinformati, sanno che il nostro popolo apprezza il progresso raggiunto e sanno cosa pensa la gente.

Dicono questo perché pensano che qualcuno con grandi soldi li spingerà in Serbia a inscenare disordini nel paese. In modo che mettano in scena qualcosa che sta succedendo in Kazakistan, dove ci saranno centinaia o migliaia di morti, un paese saccheggiato per gli anni a venire, dove i servizi stranieri di varie forze importanti hanno interferito. Probabilmente, vogliono che la stessa cosa accada in Serbia”, ha detto Vucic.

Le proteste sono scoppiate in diverse città del Kazakistan il 2 gennaio. Più tardi sono scoppiate in altre città, tra cui Almaty, e il 5 gennaio sono sfociate in disordini e violenze di massa, insieme a saccheggi e attacchi agli edifici statali. Come risultato, più di 1.000 persone sono state ferite e sono stati segnalati dei morti.

tokaev duro

Il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev ice che il paese è stato vittima di un attacco coordinato e abilmente pianificato da un’ unica centrale di comando e che è fondamentale identificare questa centrale. Ha richiesto l’assistenza dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, un blocco di sicurezza post-sovietico.

Anche Pepepe Escobar – che pur accusa la classe dirigente del paese che, ricchissimo di energetici, ha avuto la folle idea di liberalizzare il gas liquefatto, ossia abbandoandone i prezzi al mercato, che li ha raddoppiati ad una popolazione abituata al prezzo sussidiato (sotto i costi di produzione). Escobar accusa come si deve “ le – fragili – istituzioni di potere kazake, semplicemente incapaci di comprendere il più ampio malessere sociale. Non esiste un’opposizione politica competente: non c’è scambio politico. La società civile non ha canali per esprimersi.

Alla fine però riferisce “ciò che ho imparato da due diverse fonti di informazioni di alto livello.

La prima fonte era esplicita: l’intera avventura kazaka è sponsorizzata dall’MI6 per creare un nuovo Maidan proprio prima dei colloqui Russia/Usa-NATO a Ginevra e Bruxelles la prossima settimana, per impedire qualsiasi tipo di accordo. Significativamente, i “ribelli” hanno mantenuto il loro coordinamento nazionale anche dopo la disconnessione di Internet [quindi erano in grado di usare un sistema di comunicazione diverso,ndr.]

La seconda fonte è più sfumata: i soliti sospetti stanno cercando di costringere la Russia a fare marcia indietro contro l’Occidente collettivo creando una grande distrazione nel loro fronte orientale, come parte di una strategia di caos a rotazione lungo i confini della Russia. Potrebbe essere un’intelligente tattica diversiva, ma le informazioni militari russe stanno guardando. Da vicino. E per il bene dei soliti sospetti, questo meglio non può essere interpretato – minacciosamente – che una provocazione di guerra.

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Per la Russia il Kazakistan è ancora più strategico che per la Cina, alla quale nel settembre 2015, a Pechino, Nazarbayev ha allineato il paesse alla Nuova Via della Seta spingendo di fatto il Kazakistan nel cuore del nuovo ordine di integrazione eurasiatica. Geostrategicamente, la più grande nazione senza sbocco sul mare del pianeta è diventata il principale territorio di interazione delle visioni cinese e russa, della BRI e dell’Unione economica dell’Eurasia (EAEU).

Ovviamente, perché , ricorda Strategika 51 vicina agli ambienti militari russi,

“Il Kazakistan è uno dei maggiori produttori mondiali di uranio, rappresentando quasi il 40% della produzione mondiale, sicché le azioni di Kazatomprom, il più grande operatore nazionale, sono scese dell’11% alla Borsa di Londra mentre, i prezzi dell’uranio sono balzati dell’8% sui mercati internazionali tenendo conto che la Commissione Europea sta preparando un progetto per concedere il marchio verde all’industria nucleare.

“Il caotico ritiro degli Stati Uniti e dei loro alleati dall’Afghanistan (e la sostituzione degli americani coi terroristi “islamici” del non troppo misterioso ’ISIS Khorasan’, portati in Afghanistan da elicotteri ucraini noleggiati dalla CIA..) ha indebolito il fianco meridionale dell’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (CSTO) e in particolare il Tagikistan. “Ma l’obiettivo prescelto sembra essere il Kazakistan. I teorici russi di Gibridnaya Voyna aspettavano l’avversario lungo un asse che va dalla Scandinavia alla Crimea, ma sembra che la guerra ibrida contrapposta basata sul caos creativo abbia colpito il punto più strategico.“Questo spiega la reazione russa – conclude Strategika 51 – una delle più decisive mai osservate, con il di un’azione ispirata al piano segreto “День приговора” (Fine del mondo): blocco totale del territorio, scomparsa di Internet, cecità del satelliti d’ osservazione, disturbo elettronico ed elettromagnetico, messa in sicurezza di magazzini e infrastrutture strategiche e dispiegamento di forze specializzate nella guerra asimmetrica ibrida di quinta generazione. È senza dubbio un conflitto futuristico che prefigura quelli che saranno conflitti ibridi ad ampio spettro e di media intensità che prenderanno di mira aree con importanti risorse strategiche”.