WEIDMANN A CAPO DELLA BCE: ci uccide, o ci conviene?

Senza por tempo in mezzo, la Commissione ha fatto sapere che  aprirà un processo disciplinare all’Italia e le applicherà  una multa di 4 miliardi di euro (0,2 del Pil)   perché non ha ridotto il debito pubblico.  Ossia:    secondo il solo metodo che la UE considera adatto a  ridurre il debito pubblico mentre invece lo ha aumentato: l’austerità, tagli di spesa e di salari, deflazione.  Invece bisogna fare spesa pubblica keynesiana, e non solo noi, ma la Germania; lo ripetono tutti gli economisti con la testa sul collo.

La spesa pubblica per infrastrutture in Europa è calata (per comando austeritario) al disotto del minimo per la loro manutenzione.

Ma per la Commissione UE si tratta di  questione disciplinare.

Ora, se l’Italia ha un governo (ma ce l’ha?)  la risposta alla UE sarebbe:  bene, cominciate a restituire i quasi  89 miliardi che  abbiamo versato come contributori netti alla vostra impresa, ormai oltre vent’anni. E  comincino a spiegare che, siccome non è la UE che paga l’Italia, ma è l’Italia che paga la UE, non si capisce perché debbano ingerirsi del nostro debito pubblico.

“Contributi versati all’Europa in cambio di austerity, svendita di asset produttivi, falcidia dei diritti, manomissione dlela Costituzione, disoccupzione, stagnazione, spread” (Carlo Grossi)

Ah già, il debito pubblico.  Troppo grosso. Preoccupa tutti, dalla Finlandia a Madrid, come se ce lo pagassero loro.  I “mercati” ci giudicano quasi insolventi come la Grecia: è il motivo per cui adesso mercati ci chiedono interessi più alti di quelli che chiedono alla Germania. Da qui lo spread, la differenza che paghiamo noi  su quelli che  i mercati chiedono a Berlino. Sembra che “i mercati” ci ritengano  sull’orlo dell’insolvenza, perché il nostro spread si avvicina a quello  della Grecia:  solo 48 punti di differenza.  Per confronto,  la Francia ha uno spread che oscilla attorno ai 40, la Spagna attorno a 98. Noi a 280.

Sono i mercati che si fidano di prestare soldi a Francia e Spagna che a noi? Ebbene: se ci fosse un governo, spiegherebbe in tutte le sedi, dalle TV alla Commissione UE, che i “mercati”  non c’entrano niente. Che  è la Banca Centrale Europea  a pilotare il mercato dei titoli pubblici italiani (e greci e francesi, spagnoli), comprandone più o meno, decidendo di fatto OGNI GIORNO quale vuole che sia il famigerato spread.  Insomma, lo spread  lo decide  la  BCE, e gratifica con uno spread più basso non i paesi che sono più solvibili, ma quelli che sono più obbedienti ai dettami  della BCE.  Tsipras s’è piegato, e quindi Draghi gli concede uno spread migliore;  se in Francia governasse la Le Pen invece di Macron, vedremmo lo spread francese schizzare da 40 a 500.

(L’uso “discrezionale e politico” della liquidità da parte della BCE è qui spiegato: http://orizzonte48.blogspot.com/2019/05/ecb-uso-discrezionale-effetto-politico.html – L’articolo  è molto tecnico a è definitivo. Ne traiamo la tabella già più volte pubblicata  che riprova “il ricatto” contro il governo giallo-verde:

“In caso di non allineamento alle indicazioni e prescrizioni  della Commissione Europea, ECB ha il potere discrezionale di rientrare della liquidità “anticipata” sul BTP: usando liquidità italiana per acquistare altro debito, oppure semplicemente cessando di seguire quel trend in deviazione dal capital key, che si è dimostrato fondamentale per mantenere il BTP in una zona di sicurez”za.

 

Per questo è essenziale, se c’è un governo  (invece dei grillini occupati a leccarsi le ferite e a pensare alle  vendette contro l’alleato), mettere becco nella nomina del governatore della BCE che sostituirà Mario Draghi.  Perché già stanno decidendo fra loro Berlino e  Parigi, senza consultarci.

Da quel che appare, stanno spartendosi le due cariche importanti. Macron vuole un francese alla presidenza; la Merkel   vuole  un governatore tedesco (o di un paese satellite) a capo della BCE.  La Frankfurter AllGEmeine Zeitung ( FAZ)  sta già cantando le lodi dei Jens Weidmann,    il governatore della Bundesbank, che   ovviamente è già nel  consiglio direttivo come tutti i banchieri centrali dell’euro zona.

Ora, un governo italiano dovrebbe  considerare al suo interno se Weidmann al posto di Draghi, ci convenga.  Alcuni ritengono che, dato il personaggio, ci caccerebbe dalla zona euro , per quanto in modo brutale e punitivo,  facendoci il  gran piacere di liberarci. Ma sarà vero?  Io personalmente sono scettico su un tale liberatore.

Fatto notevole,   c’è anche un economista tedesco e molto europeista – Christian Odendahl,   “chief economist   al  Centre for European Reform, organo   della UE   – il quale ritiene Weidmann estremamente pericoloso.    Ci  ha anche scritto un articolo,  pubblicato dal Center for European Reform, dal titolo: “Perché la Germania non dovrebbe gestire la BCE”.

Odendahl

https://cer.eu/insights/germany-should-not-run-ecb

Anzitutto, Weidmann, nel direttivo BCE, si è  sempre testardamente  opposto alla “stampa”  di moneta  di Draghi (in gergo, Quantitative easing, OMT)  anche quando era assolutamente necessaria; si è opposto persino nei tribunali  tedeschi, cercando di  ottenere un divieto legale alla stampa, contro Draghi.

Ora,  aggiunge Odendahl, “l’Italia cresce zero, il suo spread  è già a 280, il suo governo non sembra avere politiche di crescita brillanti. Se Weidmann  non pratica il prossimo “stampaggio”  di moneta, i  tassi che l’Italia deve pagare sul debito salgono tanto da rendere il debito insostenibile”.

Che è proprio quello che Weidmann vuole:  l’ha già detto in passato, i mercati devono considerare l’Italia un debitore più rischioso di  quel che fanno, devono chiedere interessi maggiori…

Odendahl  dà un altro motivo per i guai dell’Italia e dell’euro:  “La ragione è che la BCE ha  usato lo stimolo monetario sempre regolarmente “troppo poco e troppo tardi”, aspettando regolarmente fino a quando i dati economici  quasi imponevano un nuovo stimolo. Invece in crisi  come questa, la politica monetaria deve agire precocemente e preventivamente”.

“Weidmann, nel direttivo BCE, si è sempre opposto a questa politica espansiva, che già arrivava troppo tardi  e troppo poca. La prossima (imminente) recessione richiederà una BCE molto più audace e aggressiva, e quindi un governatore  disposto a sperimentare”.
Molto più  audace di Mario Draghi stesso, il quale sì ha fatto lo stampaggio , “ma non quanto serve e sempre imponendo [all’Italia]  politiche di consolidamento [austerità] –  solo recentemente ha  cambiato un poco, tenendo in considerazione “misure pro-crescita” [quali?]  ma solo quando l’eurozona  è ormai affondata nella recessione fino al collo”.  La prova che Draghi non ha fatto abbastanza  è nell’inflazione. “Non ha adempiuto al suo mandato”,  di un ‘inflazione attorno al 2%. “L’inflazione media negli ultimi 5 anni è del’1%, quella “core” non è meglio, e ciò in regime di tassi d’interesse zero e in un’economia che ha superato il suo picco” e sta di nuovo precipitando verso la recessione-deflazione.

“La prossima recessione richiederà un grossissimo stimolo, molto maggiore di quello che  le  regole dell’eurozona permettono. Quel che occorre è una BCE che addirittura spinga con energia i  govenri della zona euro a fare di più per sostenere la politica monetaria”, ossia grandi investimenti in deficit.

Se Weidmann diventa il governatore della BCE, questo sicuramente non  lo farà. Anzi imporrà  più austerità, più “vivere nei limiti dei propri mezzi” .  “Con Weidman governatore, sarebbe più difficile battere la prossima crisi e prevenire le crisi future”. Odendalh preferirebbe Olli REhn /(finnico) che gli sembra  accettabile dai teutonici e  più “politico”, o il francese Michel Barnier.

Da notare che Weidmann, che  aspira alla poltrona di Draghi, ha appena dichiarato  che  secondo lui nella zona euro l’inflazione sta aumentando …

Se ci fosse un governo,  dovrebbe esaminare questo: un veto su Weidmann? O ci conviene che distrugga l’euro e ci liberi?A quale prezzo però?

Curiosità – Merkel resiste fra i settantenni…