Spolpare l’Italia: solo Salvini e Meloni contro il piano-Draghi

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Solo Matteo Salvini e Giorgia Meloni potrebbero scongiurare l’avvento a
Palazzo Chigi di Mario Draghi, invocato da Berlusconi per affondare il
traballante governo gialloverde e recuperare così un ruolo politico
ammiccando alla tecnocrazia europea. Lo afferma Gianfranco Carpeoro, che ha
accesso a fonti riservate nell’ambito del circuito massonico internazionale.
Autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, che mette a fuoco la
“sovragestione” che pilota i destini europei (con l’Italia il più delle
volte nel ruolo di vittima), Carpeoro era stato il primo, alla vigilia delle
europee, a lanciare l’allarme-Draghi: la supermassoneria reazionaria, in cui
il presidente della Bce milita, sta aumentando la pressione su Super-Mario
perché accetti di formare un governo “lacrime e sangue”, come quello di
Monti. Le premesse ci sono tutte: l’alleanza gialloverde è al capolinea, e
la  <http://www.libreidee.org/tag/crisi/> crisi economica – già seria, anche
a causa del mancato ampliamento del deficit – è destinata ad aggravarsi in
modo artificioso, attraverso la sapiente regia
<http://www.libreidee.org/tag/politica/> politica dello spread. La solita
tenaglia finanziaria, preannunciata direttamente dai tecnocrati di
Bruxelles: lo provano le fughe di notizie sulle “letterine” della
Commissione Europea che prospettano una severa punizione per il nostro
paese, costretto a tagli sanguinosi e al probabile aumento dell’Iva.

A completare il quadro, i ministeri-colabrodo da cui escono le notizie:
questo è un governo che non gode della leale collaborazione di molti
dirigenti e funzionari ministeriali, dice Carpeoro, in
<https://www.youtube.com/watch?v=pBQRbWqTRBA> web-streaming su YouTube con
Fabio Frabetti di “Border Nights”. Certo Salvini ha vinto, alle europee, ma
non ha stravinto. Altro dato: una parte della magistratura gli ha dichiarato
<http://www.libreidee.org/tag/guerra/> guerra. Lo dimostra il dissequestro
della nave Sea Watch, ampiamente previsto dallo stesso Carpeoro: «Un
bell’escamotage, per scavalcare il ministro dell’interno. Prima si sequestra
la nave, sottraendola così al controllo del governo. Poi si fanno sbarcare i
migranti, e infine si dissequestra il natante. Risultato: tutti i migranti
entrano in Italia, alla faccia di Salvini, e senza che nessun altro paese
europeo si assuma l’onere dell’accoglienza». Tutto questo, senza contare la
“guerriglia” dei 5 Stelle pro-Ong. «Stanno cercando di spingere Salvini, in
ogni modo, a far saltare il governo». Ed è esattamente l’obiettivo numero
uno dell’eurocrazia, che sogna di insediare Mario Draghi – in autunno – al
posto di Giuseppe Conte. Obiettivo: «Finire di svendere l’Italia, cioè la
metà che ancora ci resta, facendoci fare la fine della Grecia». Dettaglio:
vorrebbero mettere le mani anche sui nostri beni culturali. E soprattutto:
impedire che vengano un giorno conteggiati, come patrimonio di altissimo
valore anche finanziario, nel rating dell’Italia. «Portaci via anche i beni
culturali sarebbe la “soluzione finale”, come quella attuata da Hitler per
annientare gli ebrei».

Per Carpeoro, la situazione è gravissima. Uno dei problemi si chiama Luigi
Di Maio: «Non che avessi molta fiducia in lui, ma si è dimostrato uno zero
assoluto. E se hai degli zeri, anziché degli statisti, dove speri di
andare?». Molto meglio Salvini, oggi al centro di un autentico assedio, su
ogni fronte (politico, mediatico, giudiziario). «Ma nemmeno Salvini è
adeguato alla situazione», ammette Carpeoro: al leader della Lega mancano
l’esatta visione della situazione e una sufficiente capacità di proiezione
nel futuro. Molta tattica, ma senza una vera strategia. Nel gioco s’è
infilato in contropiede l’anziano Berlusconi, che per uscire dall’angolo s’è
inventato la carta Draghi: «Una mossa abile e raffinata per tornare ad avere
un ruolo politico, in
<http://www.libreidee.org/2019/06/spolpare-litalia-solo-salvini-e-meloni-con
tro-il-piano-draghi/salvini-e-meloni-2/> Salvini e Meloniquesto caso
alleandosi con la tecnocrazia Ue». Ma nemmeno Berlusconi ha fatto bene i
suoi conti: «Si è presentato come il garante dell’ordine europeo, è vero, ma
non ha capito che l’ <http://www.libreidee.org/tag/europa/> Europa non ha
nessuna paura del sovranismo. In più, dalle elezioni la burocrazia Ue è
uscita rafforzata, non certo indebolita».

Forse, il Cavaliere riuscirà davvero a spianare a Draghi la strada per
Palazzo Chigi (nel caso, con la determinante collaborazione dei poteri
forti, Quirinale e Bankitalia in testa, aiutati dall’impennarsi dello spread
e dal consueto gioco al massacro delle agenzie di rating). Ma alla fine
Forza Italia si sfalderà: «E’ un partito pieno di Casini e di Alfani, tutta
gente con la valigia sempre pronta». I grillini? Ormai in caduta verticale:
la base non riesce a esprimere un’alternativa alla sciagurata leadership di
Di Maio, «telecomandato da un Davide Casaleggio che ormai si consulta
regolarmente con personaggi come Tajani e Jacques Attali, l’eminenza grigia
di Macron». Il Pd zingarettiano? Encefalogramma politicamente piatto: si
limita a sperare che Conte (cioè Salvini) cada, lasciando il posto a Draghi.
«E con Draghi, Salvini non avrebbe nessuna possibilità di sopravvivenza, al
governo». Unica chance: «Lui e la Meloni hanno i numeri per tentare di
resistere, ed entrambi hanno forti ambizioni personali». Escluse,
ovviamente, le elezioni anticipate: Salvini e Meloni vincerebbero, potendo
poi governare insieme. Come finirà? Male, secondo Carpeoro, perché – tanto
per cambiare – mezza  <http://www.libreidee.org/tag/europa/> Europa spera di
banchettare sul cadavere dell’Italia, dopo aver spolpato gli italiani con il
consueto appoggio dei “collaborazionisti” interni. «Duecento anni fa,
l’Italia non esisteva neppure: era in mano a signorotti che si vendevano
allo straniero per far fuori lo staterello confinante. Non è cambiata molto,
la situazione». E oggi stiamo per toccare il fondo, con una
<http://www.libreidee.org/tag/crisi/> crisi sociale che minaccia di farsi
devastante. «Se non altro, più scuro di mezzanotte non può fare. E ormai ci
siamo».

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