SANCHEZ, CARICATURA DELLA “SINISTRA PER SOROS”

La notizia è che il 27 giugno,  il capo del governo spagnolo, il socialista Pedro Sanchez, ha incontrato il noto Georges Soros.  Alla Moncloa,  il palazzo del governo. In segreto, e tentando di negare l’incontro, dato che il portavoce del governo, ai giornalisti che chiedevano conferma, ha  diramato di “non poter confermare con chi si vede il presidente se non è previsto dall’agenda ufficiale”. Sui motivi dell’incontro si fanno ipotesi.

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D’altra parte, anche quando Gentiloni, allora primo ministro in carica, ricevette  Soros a palazzo Chigi  il maggio 2017 come fosse un capo di Stato,  non avemmo il  diritto di sapere di più.

Del resto le somiglianze sono molte.  Gentiloni non è  stato mai letto da nessuno; Sanchez è a capo di  un governo che gli spagnoli non hanno votato;  è lui stesso salito al successo in votazioni interne al suo partito (il PSOE)   vincendo contro la corrente che gli si oppone; quel che ha fatto è di organizzare in parlamento  una maggioranza occasionale – 180 deputati –  per votare la sfiducia al governo Rajoy, mentre  il suo partito ne ha solo 84;  ha preso il posto di Rajoy solo perché in Spagna esiste l’istituto della mozione costruttiva – bisogna indicare un primo ministro alternativo quando si sfiducia quello in carica.  Una salita al potere strana e sospetta. “I social si agitano, parlano di un golpe mondialista in Spagna”,  scrive Nicolas Bonnal, lo scrittore francese che abita a Barcellona.

Infatti  tutta la carriera di Sanchez deve pochissimo agli elettori  e molto ai circoli mondialisti. Comincia come portaborse al parlamento europeo di una eurodeputata socialista. Ma ben presto diventa braccio destro del rappresentante delle Nazioni Unite in Bosnia, Carlos Westendorp  Cabeza (un ex ministro degli Esteri).  Sono gli anni ’90, dello smantellamento della Yugoslavia. In cui Javier Solana, allora segretario della NATO e membro del PSOE, ordinava i bombardamenti  sulla Yugoslavia; illegali nei termini della Nazioni Unite, ma poteva Westendorp, anche lui del PSOE, adombrarsi? Frattanto il suo giovane braccio destro Sanchez “consigliava  imprese straniere”   che  si volevano impiantare  “per lo sviluppo” della Bosnia. Un lavoro che permette a Sanchez di avviare collaborazioni proficue (per sé) con i  dirigenti del Fondo Monetario e della Banca Mondiale.  Il risultato fu quello previsto: i  creditori internazionali dettarono la nuova costituzione della Bosnia, il debito jugoslavo diviso tra le repubbliche,  accordi di “ristrutturazione del debito” e  con “programmi di aggiustamento”  e le misure di austerità, insomma l’armamentario della ricolonizzazione, Sanchez è uno di quei socialisti  che aderiscono a quel programma ben noto ed applicato da noi dai governi “di sinistra”-.

Infatti  Sanchez si è subito schierato con la Germania  contro il governo italiano sulla questione dei migranti;   ha dichiarato subito che accetterà di riprendersi i migranti secondari; si fa benvolere dalla Merkel  (del resto lei gli ha promesso i soldi per tutti i campi chiusi, paga bene i suoi servi fedeli  che le hanno salvato il governo) , aspira a diventare il  primo della classe nell’europeismo oligarchico. E’ la vocazione delle “”sinistre” anche da noi, no?  Prime della classe nell’applicazione dei programmi di austerità, pareggi di bilanci, tagli, accoglienza, jus soli…

Ma nessuno dica che Sanchez  ha dimenticato di essere di sinistra. Lo sta provando. Con un governo di minoranza assoluta, retto da 82 deputato su 355,che dipende dagli indipendentisti baschi e català, che cosa ritiene urgente e necessario fare,  Sanchez? Una legge sull’eutanasia, che per di più neghi ai medici il diritto all’obiezione di coscienza, il suicidio assistito dei vecchi malati per sedazione totale. Seconda urgenza: togliere i resti di Francisco Franco dalla Valle del los Caidos, il grande santuario dove sono i morti della guerra civile delle due parti; e l’asportazione della grande croce che orna la Valle, perché il tutto “sia convertito in un monumento di lotta  contro il fascismo”.  Insomma un pericoloso  fanatico,  che si vuol prendere antiche vendette “repubblicane”  della sconfitta del 1939 – ma globalista ed europeista. Manca solo (vuole farlo)  la confisca dei beni ecclesiastici, commenta Bonnal,  ed  è  la caricatura rozza e dura del  neo-sinistro ormai perfezionato:  insieme servo della finanza multinazionale, LGBT come una Cirinnà al cubo, austeritario come un Padoan, pendente dalle labbra di Soros come un Gentiloni,  ma per di più  con una malvagità da reduce comunista della Guerra Civil, pronto a  fucilare suore che non esistono più, e a praticare  un anticlericalismo  feroce senza più Chiesa (i vescovi spagnoli infatti sull’eutanasia  senza diritto all’obbiezione di coscienza  non hanno  alzato nemmeno un sospiro:  veri  seguaci di Bergoglio, firmando la propria inesistenza,  e subiranno la persecuzione imminente).

Insomma, la sinistra in Europa è Soros. Ed  anche gli spagnoli sono sotto  golpe globalista, come noi sotto Monti. Reagiranno? Bonnal cita lo storico americano Stanley Payne, che è stato il maggior storico delle poca franchista: “Lo spagnolo medio si è convertito in un essere anestetizzato privo di ambizioni trascendentali”.  Frase che possiamo applicare anche a noi italiani. E ai francesi. E ai tedeschi.