IL RABBINO DI BARCELLONA: “L’EUROPA E’ PERDUTA”. PROPRIO COME DICE NETANYAHU.

Questo è il rabbino-capo di Barcellona, Meir Bar-Hen. Dopo  l’attentato alla Rambla, ha fatto appello agli ebrei  di Spagna: comprate un terreno in Israele e andate ad abitarci, prima che sia troppo tardi: “L’Europa è perduta”.

Se lo dice il rabbino…

Strano, è  la stessa espressione che un mese fa ha adoperato Netanyahu, durante un incontro a porte chiuse (ma qualche microfono era aperto) con i governanti del Gruppo di Visegrad:

Da sinistra: Bohuslav Sobotka della Repubblica Ceca, Benjamin Netanyahu di Israele, Viktor Orbán dell’Ungheria, Robert Fico, Slovacchia e Beata Szydło, Polonia in conferenza stampa dopo i colloqui a Budapest tra Netanyahu e i capi di governo.

L’Europa deve decidere se vuole  vivere e prosperare o se vuole deperire e sparire“, ha detto. “Non sono molto politicamente corretto. So che è uno shock per alcuni di voi.  Ma la verità è la verità – sia sulla sicurezza dell’Europa che sul futuro economico dell’Europa. Entrambe queste preoccupazioni impongono una diversa politica verso Israele “.

L’Unione Europea, ha strillato, è la sola che “condiziona le relazioni con Israele” alle “condizioni politiche”, insomma   ha  rallentato le procedure di associazione dello stato dello  ebraico per l’occupazione  illegale dei territori palestinesi. “E’ pazzesco!  Nessuno lo fa!”.

“Quindi smettila di attaccare Israele. Iniziare a sostenere Israele … iniziate a sostenere le economie europee facendo ciò che fanno gli americani, i cinesi e gli indiani .”

E poi di nuovo la minaccia:

“L’UE, minando Israele,  sta minando la sua  propria sicurezza”.

https://www.theguardian.com/world/2017/jul/19/eu-will-wither-and-die-if-it-does-not-change-policy-on-israel-netanyahu

Netanyahu era andato a Budapest all’esplicito scopo di sollevare Victor  Orban, il premier, dall’accusa di “antisemitismo”, che corre sui media  e nei governi europei,   per via dello scontro che lo oppone a Soros  e alle sue iniziative “democratiche” in Ungheria. Anche Netanyahu vede Soros come fumo negli occhi, quindi  Orban non è antisemita.

Ma in  realtà, quel che gli premeva l’ha detto a porte chiuse:

“Se posso suggerire un risultato per questo incontro è  che siate capaci di comunicare ai vostri  colleghi in altre parti d’Europa:  … non minare un paese occidentale  [Israele] che difende i valori europei e gli interessi europei e impedisce un’altra migrazione di massa in Europa “.

Dunque è  Israele che impedisce un’altra migrazione di massa in Europa, apprendiamo. Ha insistito molto che l’Europa, minando  i  rapporti con Israele, “sta minando la sua propria sicurezza”.  Chissà come mai.

C’è uno strano rapporto fra la Netanyahu e i più sanguinosi e strani attentati islamici in Europa.

Netanyahu era a Londra  il 7 luglio 2005, quando la capitale britannica  fu colpita da un  quadruplo  e sincronizzato attentato islamico  alla metropolitana;  i suoi servizi, disse, l’avevano avvertito, pochi minuti prima,  di restare in albergo.

Netanyahu era coi capi di stato e di governo alla manifestazione di Parigi   per la strage di Charlie Hebdo: Hollande  non l’aveva invitato,   non ce lo voleva, c’era venuto lui a forza, stava in prima fila.

From the left : Israel’s Prime Minister Benjamin Netanyahu, Mali’s President Ibrahim Boubacar Keita, France’s President Francois Hollande, Germany’s Chancellor Angela Merkel, EU President Donald Tusk, and Palestinian President Mahmoud Abbas march during a rally in Paris, France, Sunday, Jan. 11, 2015. (AP Photo/Philippe Wojazer, Pool)

    • I

governanti vollero dare l’impressione di essere in prima fila davanti all’immensa folla “Je suis Charlie”. Un fotografo indiscreto svelò il trucco: i marpioni s’erano fatti fotografare ore prima della sfilata. La folla, 3 milioni, effettivamente scese in strada, ore dopo.