PUBBLICATO IL MEMO CHE INCASTRA HILLARY E FBI. McCAIN: “FA’ IL GIOCO DI PUTIN”

Il promemoria (pdf) descrive  come si è arrivati ad ottenere da un mandato legale  FISA, dal tribunale per lo spionaggio estero, per spiare la campagna di Trump

I  punti chiave del memo che è stato appena pubblicato:

* Il dossier di Christopher  Steele, l’ex   spia britannica pagata 160 mila dollari dai Clinton    e dal partito Democratico per fabbricare questo dossier pieno di diffamazioni infondate  su festini hard di Trump a Mosca  e sue presunte tangenti pagate caporioni russi per facilitare gli affari, eccetera, è stato usato come il materiale indiziario probante per chiedere ed ottenere che l’Fbi spiasse  i membri della campagna di Trump per provare che il candidato era una  pedina di Putin.

Fedeltà, coraggio, integrità”.
  • Un vicedirettore dello FBI,  Andrew McCabe  ha confermato che nessun mandato FISA sarebbe stato richiesto al  tribunale FISA senza le informazioni del dossier Steele. Ora, qualche mese prima la  moglie  di Andrew McCabe si era candidata per un seggio al Senato dello Stato della Virginia con un aiutino: un finanziamento di  $ 700.000 che aveva ricevuto dagli alleati di Clinton.

Il fatto che il dossier Steele fosse di parte e originasse dal team della campagna di Hillary era noto ai più alti livelli del Department of Justice (allora diretto da Loretta Lynch, una clintoniana di ferro) e dell’FBI, ma questo particolare non fu spiegato nella richiesta al tribunale FISA per ottenere di spiare Trump e compagni.

Un funzionario del DOJ, Bruce Ohr, ha incontrato Steele all’inizio dell’estate 2016 e trasmesso  al suo ministero informazioni sul fatto che Steele era pregiudizialmente contrario a Trump.  Il bello è che la moglie di questo  Bruce Ohr ha lavorato per Fusion GPS, l’agenzia di intelligence politico fondata da  Glenn Simpson, ex giornalista investigativo del  Wall Street Journal (specializzato appunto a raccogliere indiscrezioni salaci  per “sporcare” candidati), il quale ha ingaggiato Steele per fabbricare il dossier anti-Trump.

Insomma il partito democratico ha pagato e creato false prove,  che ha girato al FBI e al DOJ  i quali, sapendole false  o fantasiose, le hanno esibite per ottenere il mandato FISA (ben tre volte prorogato) per spiare qualcuno nell’entourage stretto di Trump. Hanno scelto Carter Page, un consulente volontario nella campagna di Trump di livello relativamente basso, ma perché aveva avuto alcuni contatti commerciali con la Russia, noti all’Fbi dal 2013. Vero è che Page ha lasciato la  campagna poco prima che venisse richiesto il mandato FISA, ma siccome aveva mantenuto contatti, l’amministrazione Obama aveva sotto sorveglianza effettivamente l’intero team della campagna Trump, ed operava per favorire la  Clinton.

Su questa base incredibile, è stato allestito il processo di fatto al presidente che passa  sotto il nome di Russiagate, con tanto di procuratore speciale Robert Mueller (FBI anche lui) che  prova tenacemente a dimostrare che Trump è una pedina di Putin, sapendo benissimo  che è tutta una fabbricazione; e CNN, Washington Post, New York Times eccetera che spargono ogni genere di bufale (fake news) per tenere in prima pagina la tesi “Trump è una pedina di Putin”  e “Putin  ha interferito nelle elezioni  presidenziali” senza una briciola di fondamento.  E non dimentichiamo James Comey, il direttore dell’FBI licenziato da Trump, che sotto giuramento ha dichiarato davanti alla Commissione senatoriale: “Trump è un bugiardo. La Russia ha interferito nelle elezioni”.

Comey mentre giura: “Trump è bugiardo. Putin ha interferito nelle elezioni”.

http://tg24.sky.it/mondo/2017/10/06/russiagate-trump-dossier-spia-britannica.html

Interessante come Comey ha reagito alla  diffusione del Fisa Memo: “E’ tutto qui?  Un memo disonesto e fuorviante ha   spaccato la Commissione Intelligence della Camera, distrutto la fiducia nella comunità d’intelligence, danneggiato i rapporti con il tribunale FISA e imperdonabilmente  rivelato una indagine segreta su un cittadino americano. E per cosa? DOJ e FBI devono continuare a fare il loro lavoro”.

Ma i commenti di tutti gli altri scoperti con  le braghe in mano, e se gli Usa fossero un paese normale, vicini alla  galera o almeno alla  vergognosa fine della carriera,  sono parimenti da teatro dell’ assurdo:

Jeff Sessions, attorney general, messo da Trump a capo del Dipartimento di Giustizia, che ha lasciato fare  il processo al presidente: “Nessun dipartimento è perfetto”.

Nancy Pelosi, la democratica della Camera, è riuscita ad accusare ancora una volta Trump: “Ha abdicato alle sue responsabilità come comandante in capo di proteggere  il popolo americano proteggendo le nostre fonti di intelligence”, e  “se il presidente usa questo falso e orribile rapporto di distorto spionaggio come scusa per licenziare [il procuratore speciale del Russiagate]  Mueller, può esserci una crisi costituzionale”

Il notorio senatore John McCain: “Questo  ultimo attacco contro l’FBI e  il Dipartimento Giustizia non è nell’interesse dell’America, né di un partito, né di un presidente- ma solo nell’interesse di Putin  . Nel 2016,   la Russia si è impegnata in un elaborato complotto per interferire nelle elezioni americane e indebolire la nostra democrazia.. La Russia ha usato  le stesse tattiche che   ha usato per influenzare le elezioni in tutto il mondo, dalla Francia alla Germania all’Ucraina, al Montenegro ed oltre”. Sicuramente non  gli è venuto in mente di dire: “…ed ora anche in Italia”.

Ma ci penseranno i media. Anche italiani, domani.

(La  situazione è   in rapida evoluzione)..