PROVOCAZIONI SU PROVOCAZIONI, LA SITUAZIONE PRECIPITA

“E’ una franca provocazione volta a  vanificare l’applicazione degli accordi di Minsk, una situazine grave che dobbiamo analizzare”, ha detto il ministro degli esteri Sergei Lavrov dopo l’assassinio di Alexander Zakharchenko, 42 anni, presidente della  secessionista Repubblica Popolare di Donetsk.  E poi ha dichiarato sospesa la  partecipazione di Mosca ai colloqui detti “Normandy Four”   che vorrebbero sorvegliare l’applicazione  degli accordi di Minsk, ossia il cessate il fuoco sulla linea del Donbas  (i Quattro sono Francia  e Germania oltre a Russia e Ucraina), e che “del resto  le autorità di Kiev non hanno mai adempiuto”.

E’ la evidente verità. Una tregua  appena concordata per il ritorno a scuola dei bambini, è stata infranta dall’artiglieria di Kiev che ha sparto  un missile antitank contro un autocarro civile  Dokutchayevsk,  uccidendo l’autista sul colpo; con altri tiri sui poveri villaggi di Kommintern e Nikolaevka, hanno ferito una persona anziana. Nelle 24 ore precedenti,  hanno  sparato 47 proiettili d’artiglieria, fra cui una ventina da 120 millimetri, devastando i  paesetti di Leninskoye e Sakhanka.

Molto indicativa la posizione dei media occidentalisti: da Le Monde al Fatto Quotidiano (firma Laonardo Coen), l’assasinio di Zakharchenko è 1) opera di Putin cui il capo dava fastidio  perché indisciplinato (  “si tratterebbe di un cambio di scagnozzo”, scrive Coen) e/o  una faida interna al “discusso gruppo di potere”  dei secessionisti (Coen si dilunga sulle “obre su suo entourage”)

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/01/ucraina-lattentato-a-zakharchenko-e-le-ombre-sul-suo-entourage-per-putin-un-modo-per-tenere-tensione-alta-a-donetsk/4595736/

Le Monde e Il Fatto, stesso anti-putinismo. “Regolamento di conti interno”:…

Provocazioni su provocazioni, persino nel territorio russo. Poche ore prima dell’eccidio di Zakarchenko e  sue guiardie del corpo a Donetsk,  un’esplosione  in una fabbrica d’armi a Nyzny Novgorod ha ucciso tre addetti; questo intensificarsi viene inteso  come un messaggio in risposta alla battaglia di Idlib, dove l’esercito di Damasco, appoggiato dall’aviazione di Mosca, sta cercando di eliminare i terroristi islamici da questa loro  ultima enclave. Dentro la quale, secondo  informazioni dei servizi iraniani riferite dal loro analista   Sabah Zanganeh,  a fianco  dei militanti operano “membri dei servizi  di sicurezza di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Turchia  –  circa 14 mila terroristi attivi a Idlib sono di origine turca”.   Come si sa, la Russia avverte da giorni che un falso attentato chimico sarà attribuito ad Asssad per  dare ad Usa (e  NATO) il pretesto di intervenire  con un lancio di missili in rappresaglia, e  rovesciare le sorti di questa battaglia, che volgono a sfavore dell’ISIS e dei suoi alleati occidentali chiusi ad Idlib.

I Caschi Bianchi hanno rapito  44  bambini della zona per mettere  in scena il falso attentato chimico a  Idli: la ha dichiarato il ministro degli esteri siriano  Walid  al-Muallem, durante  una conferenza-stampa Mosca, aggiungendo che “sono i britannici ad averli addestrati”.  Cosa che i nostri lettori sanno, ma non chi  si informa sui Tg.

In preparazione della ritorsione al false flag,  Washington ha piazzato davanti alla Siria  la fregata Sullivan con una trentina di missili da crociere Tomahawk . Mosca ha risposto installando i suoi sistemi di missile antimissile sulla frontiera siriana, onde chiudere lo spazio aereo della Siria  ai lanci occidentali; nonostante ciò,  il 2 settembre,  poco dopo mezzanotte,  Israele – in difesa dei suoi terroristi –  ha lanciato un missile di precisione contro il deposito di munizioni  nella base aerea di Al-Mazzeh (Damasco): nelle numerose esplosioni sono morte, sembra 70 persone.

Il missile di Sion su Damasco.

Il primo settembre un gruppo di terroristi chiamato  ha cercato di compiere una  serie di attentati a Palmira, nel probabile scopo di ricatturare la città.  Il tentativo è stato sventato. Due dei catturati hanno dichiarato che istruttori americani avevano partecipato alla preparazione della puntata offensiva,e  le loro armi e  munizioni venivano dalla base  americana di Al Tanf, al confine tra Giordania e Irak.

La risposta russa è stata una manifestazione di muscoli senza precedenti: dal 15 settembre, nella Siberia Orientale, si terranno le manovre Vostok-18, cui partecipano 300 mila uomini, 36 mila pezzi dartiglieria semoventi, blindati   e motorizzati, più  di 1000 aerei da combattimento, due flotte (Pacifico e Mare del Nord): praticamente un terzo di tutte le forze russe in una esercitazione d’avvertimento. Non piccolo particolare, la presenza di 3200 militari cinesi con 900 pezi d’artiglieria, una trentina di jets ed elicotteri, a segnare  ai provocatori che esiste una allenza bellica di fatto con Pechino.

https://www.strategic-culture.org/news/2018/08/31/russia-china-in-alliance-conditions.html

Ma,  come non bastassero queste provocazioni  sulla linea  del Don e su quella della Siria – nel  calcolo di spingere Mosca a  reazioni irreparabili –  le forze ebraico-occidentali stanno estendendo il conflitto di  nuovo in Irak.   Ad Al TAnf, dove si sono trincerati gli americani e proteggono i loro terroristi, è proprio il corridoio di passaggio  per Al-Walid (Irak; con l’altro valico di Abu Kamal (siriano)  ed Al Qaim (iracheno) è un luogo  scoperto di 224 chilometri.

Le forze navali russe nel Mediterraneo, contro quelle americane.

L’agenzia Reuters ha raccontato che l’Iran ha piazzato missili balistici in Irak, a “comoda distanza” da Israele. Teheran ha smentito, dichiarando “una menzogna” queste rivelazioni.  Ma è ovvio che, come ha spiegato ottimamente   il nostro sito di inviati Gli Occhi della Guerra, “La guerra in Siria si sposta in Iraq
Usa e Israele puntano Baghdad

Rimandiamo all’articolo:

http://www.occhidellaguerra.it/iraq-siria-guerra/

In questo caos bellicista, la posizione dell’Italia – più precisamente delle speranze suscitate dal governo giallo – verde:  che ora paga le conseguenze dei suoi errori e il mancato uso dei suoi punti di forza.

…Macron ci ha strappato la Libia !?

In Libia, aver confermato la propria fiducia in Sarraj –  perché? Questa nullità che non comanda nemmeno le sue milizie   era stato scelto come “alleato” dal governo Gentiloni – e non   aver puntato su Haftar, che è forte dell’appoggio di Al Sissi, di Putin …e di Macron. Risultato, ora Serraj ha le ore  contate, e  – per farla breve – Macron ci ha portato via la Libia.  Non solo ha messo le mani sul gasdotto che ci porta il  gas della Libia  a Gela

E ci riempirà di  “migranti”, delle decine di migliaia di africani sub-sahariani che erano in qualche modo precariamente trattenuti  in Libia.

La trappola è pronta ed è stata congegnata perfettamente. Toninelli ha confermato l’ammiraglio Pettorino, di Gentiloni, invece di sostituirlo.

 

La Diciotti, quindi,   comincerà  di nuovo a fare la spola con la Libia e portare centinaia e centinaia  di  “naufraghi” che “ha salvato” dalle acque libiche, dove “sono stati torturati”, per farli sbarcare  ed accogliere.  Cosa farà Salvini? Rimetterà in scena  la resistenza solitaria che ha  attuato per i 177  eritrei (e delinquenti  scafisti), guadagnandosi  altre imputazioni oltre quelle che  il procuratore di Agrigento  gli ha accumulato sulla testa? Fra gli urli e le lacrime dei media e dei  clericali culattoni ma tanto tanto caritatevoli?  Contro L’Europa  che “condanna”?  Contro El Papa?  Oggi effettivamente la Libia, con i combattimenti per  le strade di Tripoli, “non è un luogo sicuro” dove  si possa proporre di rimandarli.  Non credo che Salvini abbia oggi la forza di  replicare la scena.

E dove sono in questo momento la ministra della Difesa Trenta? Il ministro degli Esteri Moavero?  Quest’ultimo era membro del governo Monti,questo basti.

Come a Salvini ha spiegato Travaglio (a nome delle procure),   dandogli del “cazzaro”, non esiste immunità per reati ministeriali.  Salvini non  ha l’immunità parlamentare a fargli da scudo.  Le accuse  del procuratore di Agrigento possono essere per metà campate in aria  e depennate dal “tribunale dei ministri di Palermo” (sic: già che esiste un  tribunale dei ministri a Palermo ci dice che cosa è lo stato di diritto all’Italiana),   ma per un’altra metà confermate, diciamo da 15 anni di galera?  L’ultima parola spetta al Parlamento: dove c’è un’ampia maggioranza  per il governo.  Ma ne siamo davvero sicuri? Con Fico nel seggio principale, con Toninelli che si  è riposizionato,  con i ministri  5Stelle di cui la metà vogliosi di far le scarpe a Di Maio? E con le  trame del Quirinale, sempre operanti dietro le quinte, per formare un governo di salvezza nazionale?

In questo senso, guarderei con attenzione l’uscita  del conte Gentiloni Mazzanti Viendalmare in non so quale festival PD: occorre mettere il cambiamento climatico in testa all’agenda politica della sinistra….

Esattamente: è questo che deve combattere la sinistra, il cambiamento climatico.  Come  a Palermo, è  il tràffico. Come dice anche Francesco (che ha esortato a salvare le barriere coralline). Insomma questa è una  candidatura “forte” per un governo che sarà approvato dalla UE. E dall’ala  ecologista che c’è nel 5S, ed è rappresentata dal “Dibba”. Non a caso ricomparso  in video dal Guatemala  a dare la nuova  “linea”.  Cambiamento climatico, no al TAP.  Attenzione: non dico che il 5Stelle è pronto a “tradire”. Dico che è considerato attaccabile  dall’interno,  ossia frazionabile, perché ha metà dei suoi elettori “di sinistra”, sensibili a certe sirene,  e subalterni mediaticamente alla demonizzazione di Salvini. Ritengo altrettanto “friabile”  la Lega  (che oltretutto deve cambiare nome, per sperare di non essere chiama a rispondere ei “46 milioni”), anche se per ragioni diverse. Errori  per troppa sicurezza  e ingenuità in politica,  che il Nemico strapotente farà pagare fino all’ultimo cent.

Contro queste trame Salvini ha solo il favore popolare. Se andasse ad elezioni anticipate, vincerebbe alla grande. Ma siete sicuri che Mattarella non farà di tutto per allontanare queste elezioni “anticipate” , che favorirebbero il suo Nemico? Ed è perfettamente ingrado di farlo.  E’ il massimo specialista di sistemi elettorali e trucchi legali per eludere la volontà popolare: del resto porta il suo nome, Mattarellum, la legge che escogitò tanti decenni  fa (1993)  per falsare  il referendum, dove la volontà popolare si era espressa  a schiacciante maggioranza  per il  maggioritario, introducendo una dose di proporzionale che  serviva solo a far sopravvivere i partiti  da spazzar via per volontà popolare.

Ho paura che Salvini sperimenterà che in Italia,  il favore popolare è scritto sull’acqua.  Le torme di negri che la Diciotti  (s’intende, insieme ad OpenArms e compari internazionali ) sta per scaricare sulle coste  italiane, mostreranno al popolo che  Salvini “non può farci niente”.  Non vorrei essere pessimista, ma fossi in lui imparerei un po’ di magiaro.

Per noi italiani, se non lottiamo adesso e superiamo le “delusioni” e gli  “scoraggiamenti”,  il futuro è segnato: la Troika ci renderà come la Grecia, e  entro il 2025 la popolazione sarà per il 60% composta da africani  e musulmani,  come profetizzò Gustavo Rol.  O come  vide Irlamer: in Italia, “le cose vanno selvaggiamente”.