POLONIA – VILLAGGI E QUARTIERI LIBERATI DALL’IDEOLOGIA LGBT

La crociata polacca contro “l’ideologia Lgbt”

 

Sul sagrato della chiesa della conversione di San Paolo a Lublino, Malgorzata stringe tra le mani il suo rosario. Tutto si sarebbe aspettato fuorché di vedere ancora sotto attacco il suo Paese. “Non me ne starò con le mani in mano a vedere questi sodomiti distruggere i nostri valori, attacca Malgorzata, 86 anni. Ho visto la Polonia finire sotto il dominio nazista e sovietico, non succederà ancora”.

Per questo è qui insieme ad altre decine di persone a rispondere alla “chiamata evangelica” voluta da Padre Miroslaw Matuszny. Un incontro di preghiera per la conversione dei “nemici di Cristo” e per le famiglie perché “i bambini e i giovani possano crescere in una patria libera da ideologie totalitarie, ostili al cristianesimo” scandisce il sacerdote.

Il riferimento è a quella che Diritto e Giustizia (PiS), la creatura sovranista di Jaroslaw Kaczynski, chiama “ideologia Lgbt”. Un pensiero totalitario promosso dalla comunità gay, lesbica, bisessuale e transessuale per annientare la nazione nella sua essenza più profonda: la famiglia tradizionale e i valori cristiani su cui si fonda.

Sulla crociata contro le comunità Lgbt il PiS ha impostato la campagna elettorale per le europee di maggio e quella per il rinnovo dell’Assemblea polacca del 13 ottobre. Una linea rivelatasi vincente: al Sejm, la Camera bassa, il PiS ha raccolto il 43.59% dei voti. Percentuale che arriva al 55.39% nella regione di Lublino, il cuore della cosiddetta Polonia B, l’area più povera e conservatrice del Paese.

Qui negli ultimi mesi gli incontri di preghiera come quello organizzato da padre Miroslaw sono diventati sempre più frequenti. “Ai fedeli vengono mostrate foto dei gay pride o immagini oscene che nulla hanno a che fare con gli Lgbt. I preti spiegano loro che gli Lgbt vogliono sessualizzare i bambini, abusarne, sottrarli alle loro famiglie e così cercano di spaventarli” racconta Alina Pospischil, giornalista della Gazeta Wyborcza di Lublino.

Un’opera di proselitismo condannato anche da una parte della Chiesa. A Lublino ha fatto molto discutere il lungo J’accuse del prete domenicano Ludwik Wisniewski pubblicato sul prestigioso settimanale cattolico Tygodnik Powszechny. Padre Ludwik si è scagliato contro tutti quei sacerdoti che tollerano o sostengono apertamente la politica di Kaczynski. Sono loro, secondo il sacerdote domenicano, ad uccidere il Cristianesimo in Polonia. A cominciare da Padre Tadeusz Rydzyk, prete polacco della congregazione dei redentoristi che con la sua Radio Maryja, una delle emittenti più diffuse in Polonia, sostiene la crociata anti Lgbt.

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