Perché dei sodomiti diventano kamikaze. Islamici. E sterminano in Francia.

 

Testimoni oculari affermano:    alla testa e alla fine di Promenade des Anglais, quel giorno a Nizza, erano  stati piazzati per ore, prima,  quattro veicoli della polizia di traverso a sbarrare la circolazione – per consentire la parata militare.  Ma poi sono spariti,  qualche ora prima che l’islamista arrivasse col camion. Il presidente della regione, Christian Estrosi, ha fatto sapere di aver protestato perché, il giorno della Bastiglia,   al servizio d’ordine erano stati assegnati solo 45 agenti. Ma come, 45 agenti, per un assembramento  che era facile prevede di almeno 30 mila persone? “Non basta, e non nascondo che mi  sono arrabbiato”. Ha chiesto che ne mandassero di più la sua richiesta è stata rifiutata.

La fonte è il Daily Express, lo stesso giornale che   ha rivelato:   Mohamed Lahouaiej Bouhlel,  pochi giorni prima, aveva  spedito alla famiglia in Tunisia 100 mila euro – lui   che aveva problemi  assillanti e un divorzio  in   corso.  Questo particolare viene smentito in qualche modo da fonti ‘vicine all’inchiesta’, come si dice.  Però anche  un giornale mainstream, Repubblica, sente puzza di false flag.  Perché ha inviato  a Nizza Carlo Bonini, mainstream sì, ma forse uno dei più sperimentati cronisti di nera in Italia. E lui sente puzza di bruciato.  Scrive: “ Il killer non ha agito da martire”.  Riporta “ una testimonianza che rende faticoso credere che Mohamed si stesse preparando a morire. Quella del fratello Jabeur”, che dalla Tunisia dice: mi ha telefonato il pomeriggio di giovedì 14 luglio. Sembrava molto contento. Non faceva che ridere.   Negli ultimi tempi non faceva che chiedermi dei nostri genitori. Mi aveva detto che sarebbe tornato presto a vivere a Msaken. E aveva anche cominciato a spedire telefoni cellulari e del denaro. Piccole somme. Trecento, quattrocento euro alla volta».  Era stranamente contento, euforico, dice il fratello.

boulhel
Palestrato, poi morto per Allah

Poi:   per raggiungere il camion che ha noleggiatoe  parcheggiato  in anticipo di giorni, ci arriva in bicicletta. “Una bicicletta – dice Bonini —   che, curiosamente, non abbandona, ma carica diligentemente nel cassone del camion. Come se a un certo punto di quella notte gli dovesse servire. Come se ci debba essere un dopo”, appunto.  E poi: le armi.  Una granata, un kalashnikov, un fucile e una pistola.  Solo questa è vera, le altre sono repliche innocue. A che dovevano servire? A un “dopo”  che non prevedeva la sua morte.  L’ultimo sms che scrive ad uno dei suoi interlocutori, mentre già il camion è in moto, dice: “Manda altre armi”.   Non certo a lui, che già è al volante e in marcia. Armi, poi, del tipo finto? “E lo scrive cinque minuti prima di forzare il blocco che immetterà il tir bianco sulla Promenade. Dunque, quelle “altre armi” vanno “mandate” in un punto di consegna che non può essere certo il camion già in movimento”.

Infine, la corsa del camion. “Lenta, in principio. Poi, dopo una breve sosta, improvvisamente furiosa nel suo ultimo tratto, dove si concentrerà per altro il massimo numero di vittime. Come se a metà di quel tragitto fosse accaduto qualcosa. Un qualcosa che andrà compreso presto se si vuole arrivare alla verità sulla notte del 14 luglio”.

La marcia dapprima lenta. Poi, la breve sosta.   Da quel momento, la corsa assassina a 90 all’ora.

Bonini non lo dice chiaro, ma lascia che il dubbio affiori nella nostra mente: dopo la breve sosta, era ancora Mohamed Lahouaiej Bouhlel  al volante? O un’altra persona, magari?  Di Bouhlel sono rimasti sul cruscotto, accuratamente in vista, la carta d’identità e persino la carta di credito,

E’ il noto classico di queste  stragi: anche gli assassini della redazione di Charlie Hebdo sono stati identificati  come i fratelli Kouachi perché, nell’auto  che avevano abbandonato nella fuga,  c’era un documento di uno dei due.  Dimenticato,   s’è detto: come fosse logico.  I Kouachi  non li abbiamo mai visti davvero, e sono morti;  anche Bouhlel è morto; sarà lui? O solo i suoi documenti?

Perché a  Francois Molins, procuratore della repubblica di Parigi, è scappato detto il seguente particolare:  il corpo dell’assassino è stato “trovato morto sul sedile passeggeri” del camion.  Qualcun altro guidava?

https://www.youtube.com/watch?v=EfBBWQLFdB8&feature=youtu.be&t=4m35s

 

Omar-mateen
Il gay di Orlando

E inoltre:  questo jihadista pronto a morire per Allah, era un bisessuale,  col cellulare pieno di app per appuntamenti da letto con uomini e donne. Anche questo sta diventando un classico:  il jihadista di Orlando in Florida era un omosex che frequentava il locale dove ha fatto strage. Due  LGBT che si trasformano in kamikaze per Allah in poche settimane, dalle due parti dell’Atlantico? Vi sembra normale?

 

Ché  poi, se si scava un po’, si  ricorda che anche Salah Abdeslam, il solo sopravvissuto degli eccidi di Parigi dell’inverno scorso  perché non si è fatto saltare con la cintura esplosiva,  era un tenero finocchietto noto nei locali gay di Bruxelles, in cui occasionalmente si prostituiva.  Dunque esisterebbe una pericolosa tendenza degli invertiti a convertirsi al wahabismo più puritano, e delinquere per Daesh?  Correggiamo subito questa calunnia: il fratello di Salah, Brahim Abdeslam,  che s’è fatto saltare a Parigi, non era un omosex.  Anzi:  siccome aveva venduto il bar    e aveva 27 mila  euro in tasca, Brahim Abdeslam, 3 giorni prima di  farsi esplodere, “cercava un appartamento  pour aller niquer”, per scopare.  Come se non  si aspettasse l’imminente incontro con  le 72 vergini in un appartamento gratis in paradiso.

Salah, fratello finoocchietto
Salah, fratello finocchietto
Brahim Abdeslam. Voleva "niquer"
Brahim Abdeslam. Voleva “niquer”

Tutto ciò, e molto di più, risulta da un documentario-inchiesta per la RTL-TVI belga, “La face cachée des frères Abdeslam“,  dove il barman del bar di Brzahim, racconta: negli ultimi  giorni prima di quel 13 novembre, i due fratelli  “non facevano che ridere, sbevazzare, e andare a donne”. Come se i problemi della loro vita fossero tutti risolti, come se avessero trovato una gran fortuna. Lo steso tipo di allegria improvvisa  che, secondo il fratello, ha mostrato lo stragista di Nizza.

 

https://www.facebook.com/panhamza/photos/a.259863080821062.1073741827.258337060973664/686675661473133/?type=3&theater

L’amico e giornalista investigativo Wayne Madsen (ex NSA) evoca il programma MK-Ultra (cercatela sul web), che “per mezzo secolo ha pescato spostati, reietti sociali, emarginati” per trasformarli in  Manchurian Candidate (vedi su Internet) o pedine – eventualmente in assassini solitari  da utilizzare a comando.   La cosa, dopotutto, non è difficile. Avvicini  lo spostato senza un soldo e gli proponi una operazione, un’esercitazione, un progetto simulato che andrà a buon fine e lo farà ricco;  gli dai anche qualche anticipo, 300, 400 euro; tutto quello che deve fare è guidare un camion sulla promenade. O portare uno zaino nel metrò, come fu proposto a Londra a cinque ragazzi della periferia- era il 2005, e Netanyahu si trovava giusto a Londra; fu avvertito dal Mossad di  restare in albergo quel mattino –  lo ammise lui stesso.

Anche stavolta c’è qual cosina.  Una giornalista del  Telegraph intervista un sopravvissuto, Damien Zamon, 25 anni, che era a Nizza quel giorno. Ci abita. “Mio padre, quando al telefono gli ho detto che sarei andato a vedere i fuochi artificiali, mi ha supplicato di non andarci, perché poteva avvenire un attentato”.  Il padre si chiama Israel Zamon. Lo ha ‘supplicato’Non è  affatto insolito: fin dai tempi della Bibbia, ci sono profeti in Israele.

http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:mR_IlypiOr4J:www.telegraph.co.uk/news/2016/07/16/nice-terror-attack-truck-driver-who-killed-84-named-as-loner-fre

Ci sono anche bravi fotoreporter. Come quel Silvan Ben Weiss, “israeliano abitante in Francia”, che ha ripreso, da molto vicino agli eventi, la scena notturna di agenti di polizia o corpi speciali che, pistole in pugno, si avvicinano guardinghi alla cabina del camion.  Il tunisino supposto stragista è stato ucciso da pochi istanti. Al 18mo secondo, in questo filmato si vede  un uomo, tenuto a terra e pestato dagli agenti in divisa che lo circondano, e poi lo portano via trascinandolo di peso. Chi  sarà stato?   Inutile domanda. Il video è stato diffuso   soltanto da una tv israeliana importante , Ynet.New collegata  al quotidiano Yediot Ahronot, ma non  dalle tv francesi.

 

E già che ci siamo, poniamo la domanda: come mai lo Stato Islamico è così feroce con la Francia?  Tre attentati in 18 mesi, e uno più sterminatore dell’altro. Charlie Hebdo, 7 gennaio 2015: 12  morti. Bataclan e dintorni, 13 novembre: 130 morti e 300 feriti. E adesso Nizza, 84 morti e 200  feriti almeno.  Come mai? Tutti sotto la presidenza Hollande: eppure Hollande è uno dei   più accaniti nemici di Assda in Siria; vuole rovesciarlo da anni. Era pronto a intervenire militarmente se l’avesse ordinato Obama. . Nel 2012, il suo primo ministro Laurent Fabius dichiarò: “”Bachar El Assad ne merite pas d’etre sur cette Terre”. Lo stesso Fabius disse anche: “Al Nusra, sul terreno, fa’ un buon lavoro”. Al Nusra,  ossia Al Qaeda. Fabius ne ha sempre parlato col giusto orgoglio, perché la Francia ha fornito Al Nusra di almeno 1700 jihadisti. Alcuni erano ufficiali francesi che sono andati a combattere con  terroristi siriani per abbattere Assad; anzi li inquadravano e comandavano. Il governo siriano catturò in varie occasioni alcuni di questi militari. L’ambasciatore siriano all’Onu, Al Jaafari, accusò la Francia di inquadrare i terroristi con suoi ufficiali, accusa non contestata dall’ambasciatore francese Araud, presente. Il Telegraph    fu uno dei pochi media a dare una notizia il 22 febbraio 2015: “Thirteen French officers ‘captured by Syrian Army‘, 13 ufficiali francesi catturati dall’Armata Siriana – per giunta mentre alla testa dei tagliagole, assaltavano il villaggio cristiano di Sadnnye. Assad li rimandò a casa, quegli ufficiali. Il minsitro della Difesa Jean-Yves Le Drian , andò ad accoglierli all’aeroporto.

Eppure, lo Stato Islamico   ce l’ha con Hollande. Precisamente, quello Stato Islamico o DAesh   i  cui comunicati  vengono diffusi dal SITE di Rita Katz, rivendica tutte  le stragi che hanno costellato la presidenza del Budino – il più sanguinoso abitante dell’Eliseo. Come mai? C’è qualche vendetta da consumare fra Hollande e, diciamo,  “Rita Katz”?  Qualcosa di inconfessabile?

Forse può aiutare una vecchia nota di Thierry Meyssan, di Voltairenet. E’ del 2014: “Nel gennaio 2014, Francia e Turchia hanno armato Al Qaeda per attaccare l’Emirato Islamico in Iraq e Levante (EEIL, Daesh). Si trattava allora di silurare il piano americano di creazione di un Kurdistan indipendente in Iraq e nel Nord della Siria. Ma a seguito di un accordo con gli USA, nel maggio 2014, la Francia cessava le ostilità contro lo EEIL”.   

Più che un piano americano, era una promessa israeliana: il governo israeliano ha promesso ai curdi di Mossul che nella risistemazione del Medio Oriente, sarebbe statao dato finalmente loro uno stato nazionale – ritagliandolo fra Irak, Siria e Turchi.  Il che può spiegare anche come mai Erdogan sia impazzito e si sente  tradito dagli “americani”.

Quanto all’accordo raggiunto da Hollande con “gli americani”, di non impedire più la formazione di uno stato curdo, va’ aggiunto che è avvenuto dopo alcuni ammazzamenti dalle due parti: un drone americano uccide il comandante di Al Nusra che  rispondeva al nome di David Drugeon, militare francese; e un “terrorista islamico”  professionale, di nome Mehdi Nemmouche al museo dell’Olocausto di Bruxelles, fulmina due coniugi lì abitanti, che i giornali israeliani diranno agenti del Mossad. Poi Nemmouche salì sul pulmann e si consegnò, con tutto il suo armamento e la telecamera che s’era appuntato sul petto per documentare la sua esecuzione,  ai suoi superiori – volevo dire alla polizia francese –   a Marsiglia, dopo 800 chilometri.

PS.:  Qualcuno lo dica a quei cattoliconi – tipo Antonio Socci e Roberto De Mattei – Che hanno approfittato della strage di Nizza per  tuonare contro l’Islam, contro “la Jihad che ci  minaccia da 14 secoli”, e altre fesserie del repertorio mainstream. Complici, speriamo involontari, della narrativa ufficiale. Nel loro linguaggio, detta “la grande menzogna”.

Magari cominceranno a capire perché Hollande e  Valls, quando vanno ad omaggiare i morti ammazzati da  finocchi divenuti  kamikaze wahabiti, vengono fischiati dai francesi. Non è mai troppo tardi per imparare le cose della vita.