Bergoglio, e Simia Dei

Di certi libri è impossibile fare recensione. E’ il caso di Apostasia Verde di Matteo d’Amico: un atto di accusa a all’eco-Bergoglio, che va semplicemente letto. Invece di una recensione, ecco qui un’antologia

Matteo D’Amico

“Inutile cercare nell’Instrumentum Laboris o nel Documento Finale il più piccolo riferimento al fine per il quale Nostro Signore ha istituito la Chiesa: la salvezza delle anime; ogni tensione escatologica è completamente assente; non si parla né di peccato, né di redenzione, né di giudizio di Dio, né di vita eterna. Il cattolicesimo appare, nella migliore delle ipotesi, come una sorta di istituzione filantropica, di ONG completamente assorbita da obiettivi intramondani”.

“Stretto dovere della Chiesa sarebbe combattere contro l’allarmismo e le falsificazioni degli ecologisti e invece, con il Papa attualmente regnante, si assiste esattamente all’opposto: l’alta gerarchia cattolica che si sottomette e sostiene la peggiore ideologia ecologista e animalista, fino a sfociare nell’accettazione, almeno implicita, di una nuova forma di panteismo.

Il Sinodo dell’Amazzonia, insieme a tutto ciò che lo ha accompagnato, dimostra più di ogni altra cosa il gravissimo stato di necessità in cui si trova oggi la Chiesa cattolica, con i vescovi e il Papa stesso impegnati a demolire il poco che restava di intatto a livello dottrinale, incuranti del bene delle anime a loro affidate, completamente sottomessi alle ideologie ai poteri mondani più avversi alla religione cristiana”.

La rivoluzione eco-teologica di Bergoglio

  • L’enciclica è, per una sua parte molto ampia, una raccolta di incredibili banalità ecologiste prive, oltretutto, di ogni concretezza e di ogni, anche minimo, rigore scientifico. Ecco degli esempi:

La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi d’altri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura (…) Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura. Rendiamoci conto, per esempio, che la maggior parte della carta che si produce viene gettata e non riciclata[1].

Non si può non notare lo stile approssimativo degli asserti, la mancanza di qualunque dato quantitativo rigoroso, l’improbabilità delle osservazioni: a parte i documentari degli ecologisti, chi potrebbe mai sostenere sinceramente che la terra “sembra trasformarsi in un enorme deposito di immondizia”?

2) Francesco inizia una lunga lamentazione sul rischio che si estinguano delle specie animali in un paragrafo intitolato appunto “Perdita della biodiversità”.

In tale paragrafo si sprecano osservazioni molto discutibili, ad esempio viene detto:

Ma non basta pensare alle diverse specie solo come eventuali “risorse” sfruttabili, dimenticando che hanno un valore in se stesse. Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto. Probabilmente ci turba venire a conoscenza dell’estinzione di un mammifero o di un volatile, per la loro maggiore visibilità. Ma per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microrganismi[2].

Dunque, in primo luogo ci viene detto che le specie animali hanno un valore “in se stesse”: un’affermazione che implica un grave errore teologico, in quanto nessuna realtà creata, neppure le intelligenze angeliche più elevate, può avere valore in se stessa, in quanto esiste ed è stata creata per la maggior gloria di Dio, e, subordinatamente a questo fine, con riferimento alle realtà naturali, per l’uomo. In secondo luogo, appare davvero stupefacente vedere il capo della Chiesa Cattolica dolersi in questo modo della (presunta) sparizione di alghe, insetti, vermi e microrganismi, in un mondo dove imperversano le piaghe dell’aborto, del matrimonio omosessuale, della pornografia, e dove, soprattutto, si perdono le anime immortali, una sola delle quali, agli occhi di Dio, vale più di tutto l’universo materiale”.

3) Primato della natura sull’uomo e sulla civiltà

Le strade, le nuove colture, le recinzioni, i bacini idrici, e altre costruzioni, vanno prendendo possesso degli habitat e a volte li frammentano in modo tale che le popolazioni animali non possono più migrare, né spostarsi liberamente[3].

Sembra quasi che la civiltà debba regredire e, come nella peggiore tradizione ecologista e neomalthusiana, l’uomo sia il problema e non la risorsa fondamentale per affrontare e risolvere le difficoltà che si presentano”.

4) L’ombra del panteismo

Tutto il documento è pervaso dall’idea che uomo e mondo naturale siano un tutt’uno e che non ci sia più spazio per riconoscere la trascendenza dell’uomo, in quanto soggetto spirituale, sull’ecosistema: “Poiché tutte le creature sono connesse fra loro, di ognuna deve essere riconosciuto il valore con affetto e ammirazione, e tutti noi esseri creati abbiamo bisogno gli uni degli altri[4]. Questa parificazione spaventosa fra l’uomo e l’animale, fra l’uomo e il mondo naturale non c’è bisogno di dire che è la negazione formale della Rivelazione trasmessaci da Genesi 1, 25-29:

5) rischio panteismo

Il rischio del panteismo è fortissimo, come dimostrano anche altri passi della Laudato Si’, dove, ad esempio, leggiamo:

I Vescovi del Brasile hanno messo in rilievo che tutta la natura, oltre a manifestare Dio, è luogo della sua presenza. In ogni creatura abita il suo Spirito vivificante che ci chiama a una relazione con Lui. La scoperta di questa presenza stimola in noi lo sviluppo delle «virtù ecologiche»[5].

Nel passo Dio sembra essere pensato come immanente al mondo naturale, quasi come l’anima mundi della tradizione neoplatonica”.

In un altro passo il pontefice afferma la sua convinzione che “essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge a un rispetto sacro, amorevole e umile. Voglio ricordare che “Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzione di una specie, come fosse una mutilazione[6].

7) Teilhard de Chardin

Il traguardo del cammino dell’universo è nella pienezza di Dio, che è stata già raggiunta da Cristo risorto, fulcro della maturazione universale. In tal modo aggiungiamo un ulteriore argomento per rifiutare qualsiasi dominio dispotico e irresponsabile dell’essere umano sulle altre creature.

Lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto. L’essere umano, infatti, dotato di intelligenza e di amore, e attratto dalla pienezza di Cristo, è chiamato a ricondurre tutte le creature al loro Creatore[7].

Un passo inquietante e pieno di gravi errori che, in effetti, si possono spiegare come una ripresa del pensiero di Teilhard de Chardin

La Chiesa apre al governo mondiale unificato.

A partire da Giovanni Paolo II sono innumerevoli i luoghi in cui i papi hanno manifestato a più livelli di ritenere ammissibile, ed anzi auspicabile, la creazione di forti istituzioni centralizzate in grado di garantire la pace o l’equilibrio finanziario del mondo. Ebbene, come a partire dagli anni Sessanta si è utilizzato il mito della “bomba demografica” per invocare un controllo e una regolamentazione centralizzata delle nascite, così ora la scusa che i poteri forti utilizzano per spingere verso il governo mondiale è l’allarmismo ecologico e climatico. Poiché l’inquinamento e il global warming sono fenomeni per definizione transnazionali, rappresentano degli argomenti perfetti per manipolare l’opinione pubblica e per convincerla ad accettare la prospettiva di un governo mondiale, o comunque sovranazionale. È noto del resto come i centri di potere anticristiano da sempre aspirino al governo mondiale, il cui embrione più importante è l’O.N.U. stessa. La cosa grave è che sia la Chiesa Cattolica ad assecondare un progetto così perverso, quello cioè della massonica respublica universalis. Nella Laudato Sì vi sono infatti chiari accenni in tal senso:

Si rende indispensabile creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche la libertà e la giustizia[8].

In un altro passo dell’enciclica, Francesco, facendo riferimento al Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992, afferma:

Benché quel vertice sia stato veramente innovativo e profetico per la sua epoca, gli accordi hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze. I principi enunciati continuano a richiedere vie efficaci e agili mezzi di realizzazione pratica[9].

Richiesta governo mondiale

Poco più oltre la Laudato Sì insiste nel chiedere un governo mondiale capace di dominare completamente gli stati nazionali e, di fatto, di dissolverli:

In questo contesto diventa indispensabile lo sviluppo di istituzioni internazionali più forti ed efficacemente organizzate, con autorità designate in maniera imparziale mediante accordi fra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionare. Come ha affermato Benedetto XVI nella linea già sviluppata dalla dottrina sociale della Chiesa, «per il governo dell’economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi; per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell’ambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, quale è stata già tratteggiata dal mio predecessore, Giovanni XXIII»[10].

Dunque, il papa chiede, nei fatti, un governo mondiale, limiti inviolabili e sanzioni agli stati inadempienti; in pratica sembra che egli chieda che sia abolita ogni autentica sovranità nazionale a favore di anonimi e burocratici centri decisionali mondialisti che è lecito temere che possano opprimere i popoli in modo sempre più grave. Infatti, il paradosso è proprio questo, che il papa chiede che sorgano le istituzioni il cui primo scopo sarà, inevitabilmente, di combattere la Chiesa cattolica e la sua dottrina morale. Essendo l’unica religione vincolata a difendere la legge naturale e, quindi, a condannare contraccezione, aborto, unioni omosessuali, sarà facilmente attaccata come istituzione che, impedendo di regolare le nascite, concorre a favorire l’esplosione della cosiddetta “bomba demografica”, con tutte le conseguenze che questo avrebbe sull’ambiente. La Chiesa sarebbe obbligata dal governo mondiale, che Bergoglio follemente auspica venga instaurato, a rinunciare alla immutabile morale da sempre predicata.

 (continua)

[1] Op. cit., p.38

[2][2] Op. cit., p.45

[3] Op. cit., p. 47

[4] Op. cit., p. 52

[5] Op. cit., p. 94

[6] Op. cit., p. 95

[7] Op. cit., p. 89, sottolineature nostre.

[8] Francesco, Laudato Si’, op. cit., p. 63 (Par. 53)

[9] Op. cit., p. 166 (Par. 166)

[10] Op. cit., p. 172 (Par. 175)