ORA CHE COMINCIA IL GOVERNO DEGLI “ACCOGLIENTI”….

“Le nostre città, la nostra nazione, la nostra Europa stanno attraversando una crisi mortale. La cifra della loro agonia è il freddo inverno demografico che stiamo attraversando.

La parola che Dio rivolge a noi pastori ci costringe ad alcune domande: stiamo compiendo l’opera di annunciare il Vangelo o ci accontentiamo di esortare le persone a buoni sentimenti morali, quali per esempio tolleranza, apertura, accoglienza? Non dobbiamo essere sordi al vero bisogno, alla struggente necessità che abita nel cuore di uomini e donne che vivono con ansia i giorni cupi e tristi che stiamo attraversando. Non dobbiamo, noi pastori, essere sordi all’angoscia che abita nel cuore di padri e madri, che pensano con paura al futuro dei loro bambini. È necessario che i pastori della Chiesa testimonino, dicano che dentro ogni istante, dentro ogni evento abita una Presenza, un Ospite che guida tutto ciò che accade al bene di coloro che Dio ama.

Fino a quando sulle nostre spirituali rovine sarà celebrata l’Eucarestia, esse potranno risorgere. Le pie esortazioni morali lasciamole ad altri.

(…) È questo Dio che ci dà il diritto di sperare, non un qualsiasi Dio, ma solo il Dio che ha un volto umano perché si è fatto uomo.

Il Signore dunque faccia tacere sulle nostre labbra di pastori parole vuote, e metta sulla nostra bocca parole vere.

(…) In questi momenti di grave incertezza mantenetevi fermi nella Chiesa. Abbiamo ragioni vere e belle per farlo. È in essa che incontriamo il nostro Salvatore.>>

Card. Carlo Caffarra
Solennità di sant’Agostino
Pavia, 28 agosto 2016

Questa addolorata presa di posizione del defunto cardinale fu  la reazione al messaggio di El  Papa alla “Giornata Mondiale del Migrante  2018”,  che Bergoglio  volle intitolare appunto:

 

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”

In essa, El Papa,  per rispondere  alla ovvia preoccupazione che nelle  ondate di  clandestini potessimo importare torme di terroristi islamici e no (“ritualisti” nigeriani  ad  esempio),  replicò  che la “sicurezza personale” di ogni  “migrante”  viene prima della “sicurezza nazionale”.  Come titolò l’agenzia Zenit:

Giornata del migrante: anteporre la sicurezza personale a quella nazionale

Letteralmente disse: “Il principio della centralità della persona umana […]  ci obbliga ad  anteporre sempre  la sicurezza personale a quella nazionale”.

“Cioè”, commentava trasecolato il vaticanista Tosatti, “per meglio ospitare i migranti è preferibile  mettere a rischio la sicurezza del Paese che li ospita? E dunque anche la loro? E’ un singolare principio”, diceva, “che non è applicato in Vaticano, dove entrare senza controlli, appuntamenti, riconoscimenti eccetera è impossibile a tutti, figuriamoci a migranti magari un po’ pericolosi”.

La teoria di Bergoglio, così “misericordiosa”,  implica un disprezzo, e un odio profondo per i cittadini indifesi,  proprio i più  deboli e poveri, la cui sicurezza può  – anzi deve cristianamente  –   essere calpestata   per favorire  la “sicurezza personale” dei migranti. Il cardinal Caffarra colse con  sgomento  questo favoritismo  perverso, questa mancanza di pietà , compassione  e comprensione delle tragedie reali di un paese dove i giovani sono resi dall’euro disoccupati senza speranza, dove  dilaga la precarietà,  dove “l’inverno demografico” non può essere certo curato dalle torme dei  maghrebini o subshariani   – i quali già adesso  violentano ragazze, accoltellano controllori ferroviari, pestano poliziotti sapendo che subito il giudice li rilascia perché è “reato di lieve entità”.  E se sono nigeriani, hanno già avviato – coi loro esperti cannibali – tagliatori di corpi umani –   il bel traffico internazionale di organi.

La sicurezza nazionale è andata già a pallino, ma certo i ricchi e gli abitanti dei palazzi vaticani, dietro le loro mura  protette dalle guardie, possono plaudire El Papa Spietato: mica devono prendere un treno pendolare notturno, mica hanno mai bisogno di salire su un autobus urbano, mica devono mai chiedere  il biglietto a  un negro che non  l’ha pagato; per dirla in breve, mica devono lavorare tutti i giorni, in un paese in  mano agli arroganti impuniti,  sempre  violenti e prepotenti di ogni  colore e  razza (anche italiana)  che si  permettono anche di deridre  quelli che, avendo moglie e figli, “fanno una vita di merda” (cit. Cirinnà)  per mantenerli onestamente.

Dunque El Papa  parla a nome  dei ricchi, dei plutocrati  dai Soros ai Fratoianni che non hanno bisogno di uscire per la strada di sera  nei quartieri  abbandonati dalla Sicurezza Nazionale. Il Papa è  il Papa dei ricchi dei Parioli, di Montenapo, di quelli che  non devono “accogliere” migliaia  “di migranti”  nei loro quarieri già degradati,  senza poter scegliere come Gad Lerner di starne  alla larga nei quartieri alti, dove (ci ha insegnato)  “per l’elevato valore degli immobili  nessuno mai penserebbe di destinarlo all’accoglienza dei richiedenti asilo o dei rom”.

Avete mai sentito El Papa esortare i ricchi che lo amano, a rinunciare a  “un alto valore immobiliare, donandolo per un appartamento ai magheribini ai Parioli?

I  Lerner, le Cirinnà, i Fratojanni  se  ne fregano dei poveri, siano loro cittadini o “richiedenti asilo”: li usano come strumenti per i  loro scopi di potere, quando fa loro comodo.. Mica destinano loro un locale ai Parioli  sacrificando  per una volta  un “alto valore immobiliare”  per  chiunque altro. Ma  possono farlo  senza scrupoli, proprio perché non sono cristiani.

E’  El PaPa che non può farlo.

E’ lui che non può sputare sui nostri poveri  nelle mani  dei   persecutori, che stanno in basosso (i “migranti) come in alto (la UE).

E’ lui che non abbiamo sentito mai dire una parola di vicinanza e sostegno ai Greci, tormentati da orde  di “migranti” a  cui hanno dovuto  far posto mentre vengono schiacciati dalla “Europa”  di Merkel e di Macron e delle loro banche.

E’ il Papa della UE. Quella che sta facendo morire i bambini in Grecia, perché la nazione deve restituire i soldi che le banche hanno prestato loro in eccesso.

E’ tornata la  schiavitù per debiti, “Francesco”

La “UE” a cui El Papa attribuisce il rango di istituzione di diritto divino (perché chi la critica è “sovranista” e gli ricorda “Hitler” e  “fa le guerre”)  è quella che ai greci ha fatto questo: non ha voluto riconoscere il paese come insolvente – perché   ciò avrebbe annullato il “valore” (pseudo)  dei titoli greci di debito, che le banche europee  avevano già sbolognato ad altri enti, come pagamenti  quasi denaro contante (tale è   considerato un Buono  del Tesoro di uno Stato europeo). Per scongiurare ciò, hanno fatto finta che la Grecia fosse solvibile; e le  hanno prestato –  ad interessi proibitivi –   il denaro con cui mantenere la finzione, aumendone  con ciò in modo immane il debito pubblico, imponendo austerità omicide e la svendita dei pochi beni pubblici redditizi.

 

In altre parole, la UE   ha reso i greci schiavi per debiti.  Ossia ha  re-introdotto quella perla  del diritto barbaro – la schiavitù per debiti – che il diritto romano  aveva abolito fin dalla Repubblica.   L’Europa  è il progresso.  L’Europa è olapace.  L’europa accoglie io negri, ma fa morire i bambini ellenici. E il Papa mai ha detto una parola.

Anzi vuole lo jus soli.  Subito la cittadinanza a loro.  I  paesi, disse in quel messaggio, devono dare ai “migranti”   anche non aventi diritto all’asilo, una  “offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici”: insomma anche se non lavorano, e non li si obblighi a imparare la lingua del Paese.  Perché, intima , “l’integrazione non  è una assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare  la propria identità culturale”, e ci priva, noi italiani “delle opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati”:   verità sacrosanta che potrebbe testimoniare Pamela Mastropietro, venuta in contatto con le abilità professionali del nigeriano, se non fosse stata  successivamente stuprata, uccisa e fatta a pezzi con una perizia che stupì  il medico legale.

Prima i negri, poi le Pamele. La sicurezza  loro, e solo poi la sicurezza nazionale.  Come ci ha ordinato El Papa in quel documento, anzi dando “l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare”:  quella “garanzia” milioni di giovani  italiani   non  sanno più nemmeno cosa sia, dato che la UE con la sua Banca Centrale, nella loro politica monetaria, non hanno nemmeno lontanamente come missione il  pieno impiego (che impegna per esempio  la FED),  ma solo “la stabilità monetaria”, ossia l’inflazione quasi zero –  nell’interesse dei creditori, ovvero dei ricchi.

Insomma  questa “Europa” di cui  lo pseudo-Francesco  predica  dogmaticamente la  non criticabilità  (altrimenti siete  Hitler),  ha adottato un criterio di “efficienza” che consiste nel pagare meno il lavoro per retribuire di più i capitali.  Sempre, sempre di più.  La UE, il suo ideale, oltretutto,  sotto i suoi occhi misericordiosi solo per i negri, “defrauda la mercede agli operai”: Ossia commette uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, insieme all’omicidio volontario e al peccato impuro contro natura.

(“Risorse” a  Berlino. Come ordina El Papa,  vengono prima della sicurezza   nazionale)