NOTIZIE FRESCHE SUI “JIHADISTI DELLA NATO”

Io sono un soldato dell’Americano sul campo. Eseguo gli ordini”: così, il 5 aprile, ha   dichiarato  il primo ministro del  Kosovo, lo staterello ritagliato  dalla Serbia dall’intervento militare NATO del  1999 con bombardamenti di 78 giorni  su Belgrado.    Il nome di questo “primo ministro” è  Ramush Haradinaj,  è stato uno dei capi dell’UCK (l’esercito del Kosovo) insieme al “Presidente” attuale,  Hashim Thaci,   e come lui già noto per le mani in pasta nelle grosse attività  criminali.

https://www.fort-russ.com/2019/04/major-confession-kosovos-pm-i-only-carry-out-u-s-orders-im-an-american-soldier/

Secondo l’Onu e la UE (che hanno  avuto lì una loro “polizia”  ciascuno, UNMIK ed EULEX) il Kosovo  è  la piattaforma   indisturbata dello spaccio e smistamento di eroina e cocaina in Europa,  e quindi anche del riciclaggio del denaro sporco. Gli omicidi crescono di anno in anno in modo esponenziale:  alimentando  – se si deve credere ad  un rapporto risalente al 2010 del  procuratore svizzero Dick Marty presso il Consiglio d’Europa (CoE),  che ha parlato di indizi “credibili e convergenti”  –  un  traffico d’organi.  Il traffico di donne  da avviare alla prostituzione vi è parimenti ai primi posti, secondo Amnesty International. Insomma: “Il Kosovo ha un problema di immagine; in molti paesi europei, il suo nome evoca  immagini di conflitti interetnici e di criminalità organizzata”,  come  ha concluso il Forum 2015 dello IKS – ossia Kosovo  Stability Initiative,una entità finanziata dalla Foundation for Open Society (di Soros, naturalmente).

Nonostante i nobili e generosi sforzi di Soros per farne una “società aperta”,  e la direzione di ben due  forze di polizia internazionali (i  già citati UNMIK ed EULEX) per farne un  paese civile, il Kosovo resta quello che è. Al punto che persino Washington  rifiuta il visto d’entrata negli Stati Uniti a Presidente” e a “Primo Ministro”.

Eppure,  ai primi di aprile, Haradinaj   ha visitato gli USA, come dimostrano alcune sue foto apparse su Facebook, che lo ritraggono a Detroit.  Dove pare abbia incontrato  elementi della diaspora albanese (kosovara), e non elementi del governo americano.  Ma  come mai di punto  in bianco Haradinaj si sia dichiarato “un soldato americano sul terreno”,  e a cosa alludesse   con la frase  seguente: “Il popolo albanese in tutte le nostre terre fa parte di ciò che l’America sta conducendo . In tutto il piano globale, siamo insieme “,  è cosa su cui allarmarsi.  Iniziative anti-russe e anti-serbe  sono state concordate?

Il primo ministro Haradinaj (a destra) stringe la mano al presidente Thaci. Ora non vanno più d’accordo.

Haradinaj è  oggi in   aspra opposizione a Thaci, il quale sarebbe a favore di  un accordo definitivo con la Serbia (ne ha parlato con Putin, che ha detto di appoggiare l’intenzione); quindi si deve ritenere che gli USA sono contro un accordo  – che normalizzerebbe il Kosovo e sottrarrebbe  un territorio  utile per operazioni   sporche e “nere” di ogni tipo.  Dichiarandosi “soldato dell’America”, Haradinaj fa capire di avere dalla sua settori  del Deep State, i più oscuri.

“Islamisti della NATO” spediti dalla Siria alla Moldavia  

Lo conferma l’informazione fornita da Thierry Meyssan  il 5 aprile, che suona letteralmente così: “Jihadisti che hanno lavorato per la NATO contro la Repubblica  arabo-siriana sono stati mandati dalla Siria in Moldavia”.  Il governo moldavo ha arrestato il suo proprio console  in Ucraina ad Odessa, Sergiu Septelici, e vari funzionari, per aver fornito visti a  questi  jihadisti  in numero imprecisato,  dietro pagamento, da  mille a tremila euro.  I jihadisti venivano dalla Turchia. Si ignora se siano stati  intercettati. La Moldavia è attualmente presieduta dal  nazionalista  Igor Dodon,  che si oppone alle mene della NATO e della UE nell’area ed è a favore di un accordo con la Russia  e di una riconciliazione con la Transistria, la regione russofona di  565 mila abitanti che si è dichiarata indipendente dopo un conflitto armato nel ’92.

Cosa dovevano fare i “jihadisti della NATO” nell’area, non è stato precisato. Ma basta a  giustificare il massimo allarme,  visto che il Pentagono ha   speso un miliardo di dollari negli ultimi 4 anni per armare le truppe di Kiev,  formate da neonazi.

https://fr.sputniknews.com/defense/201903291040533945-usa-pentagone-ukraine-financement/

Quel che sappiamo è che “la NATO” e più precisamente gli Stati Uniti hanno avuto  molta cura di soccorrere ed esfiltrare i loro terroristi privilegiati,  andando a prendere  e salvare comandanti dell’ISIS con “misteriosi” elicotteri  ripetutamente segnalati dalla popolazione siriana;  più volte tra settembre  novembre del 2018,   evacuando i loro  preziosi comandanti nell’area di Deir-Ezzor, via via che l’ISIS veniva debellato dai siriani e dall’aviazione russa.

https://southfront.org/mysterious-helicopters-continue-to-evacuate-isis-members-from-battle-fields-across-middle-east/

Evidentemente si trattava di specialisti di cui gli apparati dediti ad operazioni “nere” non vogliono privarsi.  Chi come di noi osserva dall’esterno, può solo stupirsi degli intrecci inverosimili e della   lunghezza di certe “leve” che quegli   organi di provocazione e spionaggio possono utilizzare.

“Il fisco britannico   ha finanziato Bin Laden!” (ohibò)

Un esempio viene da uno stupefacente titolo del Times di domenica:
“Il Fisco ha taciuto mentre la  frode d 8 miliardi  di sterline ha contribuito a finanziare Bin Laden”.

https://www.thetimes.co.uk/article/taxman-kept-quiet-while-8bn-fraud-helped-fund-bin-laden-gmvj0b7gs?wgu=270525_54264_15548437701687_4fcee58746&wgexpiry=1562619770&utm_source=planit&utm_medium=affiliate&utm_content=22278

E’ una cosa così sordida e complicata, che non si sa nemmeno dove cominciare. Al centro ci sono  delle “bande criminali indo-pakistane”  operanti tra Londra e Birmingham, indagate nel 2010 perché  gestivano una rete pedofila e praticavano “stupri collettivi”:  indagine  silenziata “per evitare la proliferazione della xenofobia”.

Ora si scopre  che   l’agenzia delle entrate (Her Majesty’s  Revenue and Customs, HMRC) per suo conto ha coperto le attività economiche di queste bande,  per  ben venti anni:  attività consistenti in ogni tipo di frodi e  furti di denaro pubblico, dall’evasione dell’IVA con false fatturazioni (che da sola ha reso alle bande 1 miliardo)  alla creazione di falsi numeri  della sicurezza sociale  per  lavoratori clandestini, frodi alle assicurazioni-auto, sulle carte di credito, fino alla vendita di merci contraffatte.

Ora, risulterebbe che il Fisco di Sua Maestà   non ha mai trasmesso le informazioni sui reati di cui veniva a conoscenza, “per proteggere i dati fiscali”   di questi “contribuenti”. Specificamente, non ha segnalato ai servizi , MI5 e MI6, che queste bande avevano “trasferito direttamente ad Al Qaeda in  Pakistan e Afghanistan circa 80 milioni di euro” utilizzati  per creare campi di addestramento dell’organizzazione.

Il Fisco non ha segnalato ai servizi questi finanziamenti, capito? Ci credete? Io  mi limito a tradurre  quanto ci assicura il britannico giornale.

“Già  all’indomani dell’11 settembre 2001 [dunque appunto già una ventina di anni fa] un responsabile del fisco aveva lanciato l’allarme sul valore delle informazioni  che deteneva l’amministrazione tributaria. Fin dal 2003 gli investigatori interni avevano incontrato le attività del’islamista Shehzad Tanweer – due ani prima che costui partecipasse agli attentati del  7 luglio 2005 alla metropolitana di Londra, che hanno fatto 52 morti”.

Ora, il vostro cronista fu inviato a seguire l’orribile quadruplice attentato di Londra, e tornò con la certezza che i quattro “attentatori  islamici radicalizzati” all’improvviso – tutti morti negli attentati, ovviamente –   erano stati ingaggiati credendo di partecipare ad una esercitazione, e non sapevano cosa  gli organizzatori avevano messo negli zaini che erano stati dati  loro.

Il povero Tanweer. Ovviamente ci fu il video in cui rivendicava il suo jihadismo. Post mortem.

Lo disse alla BBC radio   Peter Power, ex agente di Scotland Yard, direttore della compagnia privata di sicurezza Visor Consultant,  subito dopo l’attentato: disse  prima a Bbc Radio e poi Itv News di essere scosso e di avere ancora ”i capelli dritti” perché quella mattina, esattamente all’ora in cui erano esplose le bombe, la sua ditta era impegnata, per conto di un’altra azienda ”di cui non si può rivelare il nome”, in una grande esercitazione antiterrorismo basata su uno scenario di simulazione ”con bombe sincronizzate che esplodevano proprio nelle stazioni del metrò dove si è prodotto il fatto stamattina”.

Capito?

Riprendo la lettura del Times: “Un responsabile del  Fisco a dichiarato di esservi visto rifiutare più volte il diritto di comunicare col MI5   a proposito di questi islamisti criminali, perché   l’ente intendeva preservare  la confidenzialità delle informazioni fiscali dei sospetti di terrorismo. Anzi,  secondo il Sunday Times, ben quattro funzionari hanno implorato i loro superiori di aprire delle denunce,  ma le loro domande sarebbero state rifiutate “in ragione della natura complessa dei fatti e della mancanza di risorse degli uffici”. Sic.

Non solo. Il  Sunday Times racconta che questi “criminali islamisti” avevano “infiltrato diverse agenzie del governo” britannico, “e corrotto dei politici per proteggere  i trasferimenti. Avrebbero dato “migliaia di sterline” al Partito Laburista, che allora governava con Toni Blair. “L’inchiesta interna del dello HRMC riferisce che “numerosi membri della banda [indo-pakistana e pedofila,  ricordiamo]  erano   dentro influenti think tanks e ambienti d’affari che li  mettevano in contatto con importanti politici britannici”.  Un investigatore dice di aver “visto un membro della banda a fianco di Tony Blair almeno due volte, dopo  la guerra dell’Irak”.

Dunque, dietro il velo leggero della narrativa ufficiale, il lettore avrà capito:   anche questi erano  importanti  “jihadisti della NATO”,  assoldati per organizzare  il  terrorismo interno ed estero,  creare l’ISIS,  fornire ad Al Qaeda-della-NATO  i mezzi. Di fatto,   il Fisco  britannico è servito a finanziare occultamente “Al Qaeda” e  l’islamismo scatenato in Irak come in Siria   già da prima dell’11 Settembre.  Operzione in cui non si doveva mostrare lo zampino dei servizi, per cui fu utilizzato questo entre tributario, del tutto insospettabile.    Ad averne voglia,  si può dimostrare  che simili reti di finanziamento ed arruolamento di jihadisti della NATO  sono stati operati  dai francesi e   probabilmente dal governo italiano, pagando certi riscatti milionari.  Per ordine della NATO, certo.

E se  adesso la vicenda emerge sui giornali,  è  perché ormai la gigantesca rete di finanziamento non serve più, ijahdisti più preziosi  dell’Alleanza Atlantica sono stati rilocati,  – mentre la rivelazione  cade a puntino per gettare schizzi di fango sul partito laburista, che ora non è più di Blair ma  di Corbyn il rosso, da liquidare.