Non regalate Unicredit a Macron proprio ora. E’ alle corde.

Ancora alcuni copia incolla  per recuperare una notizia di importanza essenziale.

La segnalano persone  di cui abbiamo imparato a fidarci:

@GuidoCrosetto

Considero la mormorata fusione di ed un atto ostile nei confronti dell’Italia, al pari della guerra alla Libia. Voglio dirlo prima anche questa volta. È il risultato di una strategia nata con la scelta del CEO Mustier, francese, “dimesso” da Soc Gen per insider

Andrea Mazzalai@icebergfinanza

Noi consigliamo all’attuale Governo di bloccare in qualunque modo possibile l’ipotesi di fusione con la banca francese, non è interesse nazionale una simile operazione e Unicredit è banca di interesse nazionale, secondo il nostro modesto parere…

Federico Dezzani

Se andasse in porto la fusione tra Socgen e Uncredit, l’Italia sarebbe stata ridotta ufficialmente a satellite della Francia in 16 anni di euro. Ma si sa, i cattivi sono i tedeschi…

Poteri aggiungere: Bagnai, Giacché,  persino Renato Brunetta  (che non si capisce perché faccia opposizione al governo):

Ecco come la Francia vuole far pappare Unicredit da Société Générale. Il paper di Brunetta

  • In cosa consista il pericolo per l’Italia, lo spiega bene Paolo Annoni sul  Sussidiario, a cui rimando:
Riporto lo scheletrico essenziale, politico:
Comprando o mettendo le mani su una banca di queste dimensioni, ovviamente comanderebbe la Francia, si acquisirebbe una leva di controllo/indirizzo sul Governo italiano notevole. Pensiamo solo al ruolo delle banche italiane nella stabilizzazione dello spread. Si potrebbe pensare che in questo modo, in un certo senso raddoppiando l’esposizione, si arrivi a una situazione tale di sovranità sostanziale sull’Italia da poterne determinare le politiche sia in un vero e proprio senso coloniale, sia come assicurazione sui suoi fremiti “populisti”. […]
“L’Italia ha ancora una ricchezza che ha pochissimi eguali, ma davvero pochi, tra i Paesi del primo mondo e cioè il risparmio. Gli italiani hanno, per esempio, uno dei tassi di proprietà della prima casa più alti in Europa occidentale. Solo uno dei moltissimi indicatori che testimoniano la ricchezza finanziaria, i risparmi, delle famiglie italiane”.
Mazzalai: “I risparmi degli italiani:  quello il primo obiettivo di ogni banca estera che si rispetti, risparmi e investimenti”. Già adesso, i francesi  possiedono tante banche italiane, che “i nostri depositi  sono il collateral posti a garanzia dei “loro” crediti”.  Infatti l’amministratore delegato di Unicredit è già un  francese, Jean Pierre Mustier,  ex parà della Legione (quindi anche   probabilmente “servizi”),  che è stato vent’anni alla Société Génerale  – dove era responsabile di un “trader”,  Jerome Kerviel, che con le sue speculazioni  sui derivati ha causato alla   sua banca danni per quasi 5 miliardi di euro.  Mustier è  stato piazzato  qui per vendere Unicredit (la sola  nostra banca sistemica) a SocGen, e non ne è un mistero. Adesso sta trattando, guarda guarda, con un altro francese, Daniel Bouton, già  “haut fonctionnaire” alle finanze, poi presidente di SocGen ai tempi dello scandalo Kerviel, dichiarato fallito, ma ora riapparso come  “consigliere”  (advisor) dei Rotschild  per questo affare.
In generale:
La Francia ha potuto fare shopping in Italia per oltre 52 miliardi.  L‘Italia in Francia, non più di 7.
La  Francia ostacola palesemente e occultamente  gli acquisti italiani   dei suoi tesori, come ha dimostrato un anno fa il veto all’acquisto, da parte di Fincantieri, dei cantieri STX   con la motivazione della “sicurezza anzionale”-  I nostri governanti non hanno mai opposto, invece, la minima resistenza. Annoni:

“La Francia  negli ultimi due decenni ha comprato talmente tante società da diventare il Paese europeo che avrebbe più da perdere in caso di crollo economico-finanziario italiano. La dimensione delle acquisizioni e dell’intervento francese in Italia è stato così grande in termini dimensionali e così sbilanciato da determinare una situazione che avrebbe eguali sono nei casi di ex-colonie. L’Italia ha scelto di farsi comprare convinta che legandosi alla Francia avrebbe maggiore riparo in sede europea; oggi la Francia non può augurarsi un fallimento dell’Italia: telecomunicazioni, media, banche, assicurazioni, energia, industria, lusso, alimentare… non c’è un settore in cui non faccia capolino una società francese con ruoli di rilievo. Comprare o fondersi con la principale banca italiana non può essere un caso, soprattutto in una fase così delicata per l’economia italiana. Bisogna quindi chiedersi perché incrementare l’esposizione in Italia e perché oggi”.

Ora si capiscono meglio tutte quelle Legion d’Onore sparse a piene mani sui petti dei nostri piddini e  governanti  ed esponenti del nostro Deep State, ovviamente “democratico”. Qui sotto per l’elenco:

QUINTE COLONNE?

Ora, il nuovo governo può e deve proibire questa fusione sulla base dell’interesse strategico nazionale.
Per giunta, Macron è politicamente alle corde.  Un suo ministro,  Nicolas Hulot dell’ecologia, s’è dimesso sbattendo la porta ha annunciato la sua dimissione in tv, senza consultare l’Eliseo);
i risultati economici del “macronismo” sono disastrosi.
“La Francia registra il calo della disoccupazione più basso d’Europa.  Il miracolo produttivo non s’è verificato.
La produzione industriale del paese è aumentata dello 0%  da settembre 2017, in confronto all’1,7 della Germania e al 5% della Svezia. La perdita di competitività continua, il debito è ormai il 100 % in rapporto al Pil,  quest’anno il paese sforerà  il limite di deficit del 3% (inutile ma necessario per farsi stimare da Berlino), la Francia è deficitaria per 50 miliardi delle partite correnti verso gli altri paesi dell’UE, anche verso l’Italia. Fra aumenti delle imposte e rincari (2,6 di aumento  dle costo della vita, solo Romania e Bulgaria fano peggio) Macron è riuscito a ridrre il potere d’acquisto dei lavoratori in pensione del 10% in due anni, un record”.
Inoltre, “le riforme di Macron non sono strutturali, non modernizzano il paese”.
Un po’ di titoli a caso, di media economici o di blogger:

Budget 2019: pitoyable défaite

(Budget 2019, pietosa disfatta, BFM)

“Improvvisazione politicante che mira a inventare una ppolitica del potere d’acquisto e  mancano di rigore intellettuale  (Le Journal du Dimanche)

Crise de l’immobilier, crise de sens, crise de la raison et de l’intelligence

(crisi dell’immobiliare, crisi di senso,  crisi della ragione e dell’intelligenza)

“La classe politique n’a pas conscience du désastre dans lequel notre patrimoine est plongé»

“La classe politica non ha coscienza del disastro in cui il nostro patrimonio è affondato”  (Figaro)

Secondo Michel Geoffroy, autore di La Super-classe mondiale contre les peuples ♦ (quindi sovranista),  il clima prevalente oggi è una sorta di rassegnazione tragica . “La Destra è in coma profondo.  A sinistra, i sindacati non riescono a mobilitare: gli si risponde, “a che serve?”. A che serve, perché Macron dispone di tutti i poteri. Gode del sostegno dei media, delle lobbies,  della Davos-crazia. I suoi deputati senza esperienza votano a catena tutti i progetti di legge che presenta il governo, stakanovisti del voto.  Persino gli alti funzionari [una istituzione-pilastro  de la République] assistono senza reagire alla decostruzione sistematica dello Stato repubblicano e presto alla loro propra scomparsa, perché il governo promette di sostituirli  con precari a contratto reclutati sul  mercato”.

Ma allora tutto è passività e rassegnazione? No. “Questo silenzio apparente della Francia nasconde una collera fredda e  una rottura abissale  tra il paese reale e il paese legale, come fra occupanti ed occupati“.  Geoffroy compara l’ggi al  “1940, dopo il collasso di giugno dell’armata,  quando la Francia sbalordita dalla  vergogna e dalla disfatta, non sapeva più che fare, dava fiducia al mareciallo Pétain”….Come allora, però, Macron opera come un agente della Germania.  “il suo Potere dà la caccia alla dissidenza, i suoi sbirri associativi la denunciano alla polizia, la trascinano nei tribunali, la censurano sui social – secondo le procedure repressive usate al di là del Reno, perché ancora come allora, Macron è a rimorchio della Germania”.

A questo punto?

“Come nel 1940,  il Potere non si rende conto che la dissidenza progredisce nei cuori.  Il caos migratorio sta risvegliando a poco a poco l’Europa. un grande  movimento storico prende forma. Come nel ’40, il Potere  si illude di mantenerne estranea la Francia”.   Questa rassegnazione sembra a Geoffory un annuncio della rivolta.

Esagera? Ma   lo stesso Macron sembra aver avvertito   qualcosa, se   ha diffuso questo stupefacente messaggino:

“coloro che credevano all’avvento di un popolo mondializzato si sono profondamente ingannati.  Dovunque nel mondo l’identità dei popoli è tornata.  Ed è in fondo una buona cosa”.

 

 

Cos’è?  Un tentativo di riposizionamento? Suggerito dal suo mentore Attali,  in piena rielaborazione della nuove strategia  perché “non si deve lasciare la nazione ai nazionalisti”, come abbiamo raccontato il 25 luglio scorso?

LA CADUTA DI MACRON. DECISA DAI SUOI CREATORI?

Come che sia, leggete i commenti   dei francesi a questa uscita:
Sarebbe veramente sciocco se il primo governo sovranista in Italia, che sta “svegliando l’Europa” dei popoli al di là di ogni speranza (lasciate che i media mentano  parlando di “isolamento”), regalasse la sua banca sistemica ad un perdente, creato per un progetto   sconfitto.
 Che  ha pure sforato il 3%.
(Tra l’altro, in questa tabella, potete vedere  che da qando è nell’euro  la Francia ha “sforato” il 3 %   del deficit   nel 70% delle volte, l’Italia “solo”  53%,  persino la Germania  nel 41% degli anni. Quando i media e il pd si scandalizzano perché Di Maio ha annunciato che il governo violerà il 3% di deficit nel 2019, dovrebbero essere infomati cheda quando esiste l’euro, questo limite è stato superaro 114 volte dai 28 paesi, senza chieedre il permesso a Bruxelles.  Solo l’Italia del Monti, Renzi e Gentiloni, ha sostanzialmente obbedito a questa imposizione arbitraria)