MI HA SCRITTO HEATHER PARISI. PROVO A RISPONDERE.

Ho ricevuto  – e ne sono lusingato – questa lettera da Heater Parisi. Garbata, ferma e ben espressa. Sotto, provo a rispondere:
Egregio Direttore,
Mi capita a volte di leggere i suoi post.  Anche se abbiamo idee diverse su moltissimi temi (omosessualità, aborto, fecondazione assistita, giusto per citarne alcuni), apprezzo il “suo” essere contro corrente e cerco sempre di cogliere qualche aspetto che l’informazione main stream omette di raccontare.
Io non vivo più in Italia da parecchi anni (10 oramai) ma la porto sempre nel mio cuore per tutto quanto ha rappresentato nella mia vita e perché mi ha dato mio marito (italiano) che amo follemente.
Quando ci ritorno per motivi di lavoro, la trovo sempre più incattivita e sempre più affetta da una sindrome di accerchiamento.
Sin dagli inizi della mia carriera, non ho mai avuto paura di dire ciò che penso e spesso (ancor oggi) ne ho pagato le conseguenze.  A differenza di certi mie colleghi non lecco il potente di turno per avere un programma e non frequento l’intellighenzia per darmi un tono.
Sono una lupa solitaria, un po’ hippy un po’ sognatrice, ma anche molto spietata.
Veniamo al motivo della mia mail.
Ho letto i commenti al suo post del 15 Marzo su Greta Thunberg. Non voglio discutere in questa occasione quanto da lei sostenuto nell’articolo; non ne sono scandalizzata, figuriamoci (io personalmente sono tra coloro che sono convinti che l’11 Settembre sia un inside job).
Ma moltissimi dei commenti dei suoi lettori sono intrisi di un odio e un disprezzo per il diverso che, a prescindere dalla validità delle sue tesi, non possono che essere portatori di altro odio e altro disprezzo.
Io non ho il dono della fede come lei, ma mi riconosco in alcuni dei valori.
Non pensa che, dato il seguito che Lei ha presso i suoi lettori, dovrebbe stemperare tanto astio?
Con stima
Heather Elizabeth Parisi

Due to the fact that this message has been written on a mobile phone, I apologize in advance for any lack of accuracy in terms of spelling or grammar.

 

Grazie per le sue obiezioni.  Mi provo a darle qualche risposta:

 Ha ragione, siamo più cattivi.  Ecco perché

 L’incattivimento che lei nota più  acre ogni volta che torna, anch’io lo noto  – io credo che abbia  a che fare con lo  sgangheramento  istituzionale –  voglio dire: non politico,  ma della macchina pubblica: un fisco predatorio, una giustizia   di cui non ci si può fidare, inefficienze e menefreghismo pubblici,  “ricchi di Stato” (qualunque pubblico dipendente guadagna il 20-30 per cento in più del corrispondente privato;  senza contare per esempio  certuni  in certe Regioni  che prendono più del presidente USA: è una “nomenklatura” nel senso sovietico) atteggiamento persecutorio  e menefreghista di certi pubblici apparati. A lei pare strano? Ma io, nel mio passato di inviato, ho visto questo incattivimento,  questa sgarberia,  questa rabbia  di fondo,  nei paesi comunisti; era l’ordine sovietico,  le sue inefficienze  le code per il cibo,   le giornate passate  a lottare con la burocrazia ostile per ottenere  cose semplicissime, la polizia che faceva paura invece che fiducia,  i giornali che mentivano dalla prima pagina all’ultima (ricorda qualcosa?), l’ideologia obbligatoria che tutti riconoscevano menzognera,  la  nomenklatura insieme spregevole, favorita in tutto  e non criticabile….

Greta a Davos (a dire quel che loro vogliono)

Ora,   gli italiani hanno provato a votare “tutti”, tutto il ventaglio dell’offerta politica, ma la macchina è  ancora quella di prima, anzi sempre peggio.   E su questo  le normative di Maastricht, su cui tanto ingenuamente speravano gli italiani, che ci pesano addosso come un peso aggiuntivo di soprusi  e spietatezza;    le  imposizioni UE ci hanno dato 5 milioni di poveri in più.   La  disoccupazione alle stelle, che quando lei era attiva in Italia, non era la tragedia che è oggi.  Qualche  piccolissimo imprenditore, o  nemmeno piccolo,   si suicida ogni mese perché non può pagare i debiti , i dipendenti e i fornitori, in quanto  lui stesso non viene pagato  (è la deflazione).  Abbiamo  perso il 25% dlle  nostre industrie.  Ho detto e ci credo, che  Europa  non  è uno stato  di diritto non c’è rule of law).

Tutto questo incide profondamente sul carattere collettivo  : i  meno istruiti e politicizzati non sanno perché, ma gli viene voglia di spaccare tutto, di urlare insulti e parolacce (anche io lo faccio),  di esprimere una rabbia  e una frustrazione che non sanno contro cosa e chi sfogare – perché gli italiani sono passivi e senza coraggio, soprattutto   senza unità  non sanno essere, per esempio “Gilets Gialli” .

E’ un popolo, ammetto, che ha un fondo di volgarità e grossolanità mai  corretto  (mancanza di classe dirigente, di “nobiltà” esemplari  da imitare).  Sono sicuro che una parte grossa  del successo  “popolare” di Salvini  – quel sovrappiù  –   gli derivi dalla sua ineleganza, dalle sue felpe e dal suo mangiare, dall’esprimersi in modo poco articolato, apodittico   –  tutte le “curve da stadio” lo sentono “loro” e lo adorano  proprio per questo. E lo dice uno che lo ha votato…

Greta è il loro Morozov…

Ora, veniamo a Greta.  Scusi, ma questa ragazzina che va a Davos e parla ai potenti  della Terra, che viene esaltata dai media e proposta al premio Nobel perché ci obbligherà tutti a  subire altre privazioni per  “il Clima” e ridurre “il CO2”,  è veramente una finzione che non può non fare uscire  dai gangheri chiunque non sia parte del Sistema e dei suoi privilegi, e sta nella parte perdente, con la disoccupazione e la povertà di massa.

C’è  un elemento cosi inverosimile di finzione e propaganda, una misura così  provocatoria e impudente di falsità  ufficiale  unita ad un  infantilismo offensivo per tutti noi disgraziati – da far urlare. Scusi un attimo: le sembra verosimile che Greta sia andata Davos ed abbia potuto parlare ai potenti della Terra? Possiamo forse, lei ed io, essere ricevuti a Davos?   Eppure  avremmo alcune cose sensate da far presenti, a cominciare dall’11 Settembre false flag  fino alla necessità di rimettere in  vigore il Glass Steagall Act.  Proviamo ad andare al Forum di Davos, e vediamo come ci tratta la polizia.  Invece ricevono Greta, e i media si estasiano,  gli scolari in tutta Europa spontaneamente vanno il piazza “per il Clima” (che non sanno nemmeno cosa voglia dire) .

A  pensarci, questa finzione infantile ed offensiva per il buonsenso (significa che il Regime ci sta dicendo: Vi facciamo ingollare anche questa),  ha davvero un precedente sovietico. Agghiacciante.

Pionieri” col fazzoletto rosso portano fiori alla statua dello scolaro Morozov

Era il 1932.   Carestia a Terrore. Il piccolo Pavlik Morozov, scolaro, fu (credo)  ricevuto da Stalin e premiato con la tessera n. 1 dei Pionieri ed esaltato  come eroe dell’Unione Sovietica perché aveva denunciato alla Ghepeù suo padre  per  aver venduto documenti da viaggio (attività antisovietica):  la delazione era  un atto eroicamente staliniano, da incoraggiare  ed imitare.

Poi dissero che Pavlik era  stato ucciso da parenti. Nonno e nonna, uno zio e un cugino finiscono nel Gulag . Migliaia di scolaresche vengono  portate sui luoghi del suo “martirio”,  fu elevato un monumeto, e spontaneamente  – insisto, spontaneamente –   le generazioni di scolari delle elementari sognavano di diventare come Morozov  eroi rossi,   sfilano col distintivo  con la faccia dello scolaro  Morozov  –  e i genitori  ammutoliscono di terrore e insieme di rabbia, dovendo temere ogni parola che sfugga loro in cucina, perché il regime ha reso i loro bambini,  i loro delatori.

(A quando un francobollo per Greta?)

Ora,  fatte le debite proporzioni,  Greta l’eroina del Clima   appare troppo  il Pavlik Morozov portato  ad esempio dal Sistema per non fare gridare di rabbia, di senso di verità offesa, e dalla brutalità del potere che riesce a importi queste falsità, a fartele ingoiare,   e portare i figli – giovani Pionieri orwelliani  –   nelle piazze a chiedere “spontaneamente”  ciò che Davos vuole imporci.

La differenza è che c’è ancora qualche spazio  – sul web – dove si può urlare la propria rabbia,   il  proprio senso di offesa per essere trattati come deficienti infantili. Ancora per poco,  poi anche quello spazio sarà chiuso – già sono pronte le “direttive”  europee  che  i nostri liberi governi ratificheranno  senza discutere, e  taceremo.

Ma infine,  se legge  qualche volta i  miei pezzi, avrà visto che spesso sono costretto a cancellare i commenti  a chiuderli   perché è vero, uno certo numero di lettori è insopportabile e frustrante.  Adesso chiudo i commenti su Greta; li avevo lasciati aperti inavvertitamente perché in altre faccende affaccendato.

Grazie  per la sua  lettera, sono onorato di avere una lettrice così  ragionevole e sensata anche nell’opposizione. Non tutti lo sono, ahimé. Ma tenga presente che dei miei circa 20 mila lettori, quelli che intervengono sono  una quindicina,  per giunta sempre gli stessi.  Possiamo pensare che quelli che tacciono  sono migliori, e essere pazienti su questa ventina, che evidentemente “ha bisogno” di questo tipo di sfogo.  Per qualche ora.

In questo  caso, chiudo i commenti adesso. Non vorrei  che i  quindici  lettori rovinassero questo clima civile.