MERKEL GEOPOLITICA e MULTILATERALE (E’ colpa di Putin)

“L’Europa deve prendere il suo destino nelle proprie mani”, aveva esalato qualche giorno fa: “L’Europa non può più contare sulla protezione americana”. Non è seguita alcuna esplicitazione  concreta e progettuale  al proposito, meno ancora una considerazione del fatto che,  visto che l’America non ci protegge, dovremmo cominciare con smettere di provocare senza bisogno quelli contro cui l’America  ci ha gettati in non necessario conflitto,  fidando appunto noi nella  sua “protezione”.

La “nuova” Merkel dopo la batosta elettorale è così, lanciatrice di  grandiose idee generali senza indicazioni pratiche: probabilmente  per candidarsi a qualche incarico sovrannazionale all’Onu  o simili, a cui i suoi compagni di partito vogliono palesemente scaricarla.  Infatti è andata al 101mo  Katholikentag di Munster, ed ha lodato “il multilateralismo”  come la migliore soluzione ai problemi del mondo  – fra frenetici applausi dei cattolici rahneriani presenti, perché  essere multilaterali è più buonista che unilaterali.

Alcune considerazioni avrebbero dovuto raffreddare l’entusiasmo. La prima,  che la Merkel è fuori esercizio, non essendosi esercitata nell’applicare il  multilateralismo nella sua conduzione autoritaria della UE: ha deciso lei, unilateralmente,  di farla invadere da milioni di immigrati senza ascoltare nessun altro stato membro, e risposto alle proteste, poniamo, ungheresi o polacche, brandendo il solo strumento “diplomatico” che l’Europa Unita conosce verso gli stati minori: sanzioni e minacce di punizioni  finanziarie.  Nessuna discussione mai, solo obbedienza.

Difatti,  davanti ai cattolici, Merkel ha esplicitato cosa intendeva  per multilateralismo: se non lavori insieme a  livello internazionale  –  ha detto –  “allora tutti fanno ciò che hanno voglia di fare, quindi questa è una brutta notizia per il mondo”.  Qui ci ritroviamo, finalmente: per multilateralismo, la grande cancelliera intende l’estensione al mondo dell’ordo-liberismo  che ha imposto  agli europei, specie a noi del Sud, perché  sennò tutti facciamo quello che abbiamo voglia di fare, e  ciò è brutto.

Ordo-liberismo nel mondo

Che cosa distingua  l’ordo-liberismo germanico dal liberismo  normale,  l’ho finalmente capito da  Cesaratto  nel suo ultimo libro: è   che lo Stato si assume come compito primario di imporre il  “libero mercato”  alla società , per cui  “l’ordine economico si fa ordine costituzionale”:  ne abbiamo la prova nell’inserimento in Costituzione  – perché ce lo ha chiesto l’Europa  –  dell’obbligo di ridurre il debito pubblico al 60% del Pil; e nell’obbligo sancito per legge di  non superare annualmente il deficit del 3%, misura arbitraria senza alcuna motivazione scientifica.

Ovviamente  il pensiero germanico capisce  perfettamente che, imponendolo per legge costituzionale irrevocabile, il “libero mercato”  non è più libero: infatti, la gestione tedesca della UE incarica il “mercato” di una sola, vera funzione essenziale: punire gli indisciplinati.   

E’ ai “mercati” (cié Wall Street e fondi speculativi) che  Jens Weidmann, il governatore della Bundesbank, addita  continuamente  i Buoni del Tesoro italiani,  perché pretendano interessi più alti per degnarsi di comprarli; visto che l’Italia  è così indebitata,  il banchiere ritiene  uno scandalo morale che i suoi interessi passivi siano  solo di pochi centesimi superiori a quelli tedeschi. E’  uno scandalo, insiste Weidmann,  che Draghi mantenga bassi  i tassi generali, sottraendo   le economie pubbliche –  l’Italia specificamente – al giudizio dei “mercati”; guardate, o speculatori,  le banche italiane come sono strapiene di titoli del debito nazionale e di crediti in sofferenza: bisogna che se ne liberino, che li svendano a prezzi di “mercato”. E’ ora, o  mercati, che   andiate a svuotare i risparmi di cui  sono ancora pieni gli italiani, dopo dieci anni di recessione e disciplina mercantilista  – e via dicendo. Per esempio, è un tipico dettame ordo-liberista esigere  che un paese in  gravissima recessione-depressione da 10 anni, pareggi il bilancio con un aumento schiacciante dell’IVA.   Sapendo benissimo che ciò non cura la recessione ma anzi l’aggrava, avvicinando il Paese al collasso economico e al crack, all’insolvenza  da cui sarebbe interesse comune salvarla, perché  trascinerebbe con sé anche   tutta  l’eurozona, l’economia tedesca  compresa.  Ma crepi il mondo, purché regni l’ordine del mercato. E’ vietato, per salvare le economie, usare i mezzi “non convenzionali”  storicamente comprovati come efficaci, ma non  previsti per legge di mercato.  Markt Ordnung anzitutto.  ” Altrimenti tutti fanno quello che vogliono”.

“Non si parla ad Assad”.

Così istruiti, riusciamo a comprendere meglio il tema del “multilateralismo” alla tedesca che Merkel nella nuova    veste di pensatrice internazionale, ha illustrato alle Giornate Cattoliche. Sarà un ordo-multilateralismo quello che essa sogna di applicare, ossia l’estensione al mondo delle discipline dell’eurozona.

Lo dimostra  qualche esempio. “Multilateralismo”  è  tipicamente il concetto che Putin e Lavrov   adottano e predicano come approccio geopolitico, contro “ l’idea di un mondo unipolare, dove i problemi si risolvono in un solo centro”,  e “mancanza di volontà di tenere in conto i legittimi interessi della Russia e di segregarla nel posto che qualcuno ha fissato», come disse Putin a Prodi in un incontro  del 2007.

Ma la Merkel non ha riconosciuto  che Mosca è la prima promotrice del multilateralismo. Anzi. Riprendiamo qui dal Deutsche Wirschafts Nachrichten  i passi del discorso geopolitico, diciamo, che ha tenuto al Katholikentag:

“ Merkel ha affermato che numerosi attori internazionali in Siria stanno cercando di far valere i propri interessi a spese del popolo siriano. Questo è – in astratto – giusto. Tuttavia, secondo Merkel,  gli attori  che perseguitano i siriani sono “Russia, Turchia, Iran, Arabia Saudita”. Non una parola sugli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia,  dei Paesi Bassi o della Germania o Italia, che stanno conducendo la guerra in Siria o con soldati sul campo, o finanziando e attrezzando gruppi di combattimento locali o sostenendo la guerra attraverso la logistica e l’addestramento”.

“Sulla Libia, la Merkel ha affermato quanto sia stato terribile che il paese non abbia di fatto più strutture statali e quindi i diritti umani dei migranti e dei rifugiati che venivano dall’Africa alla Libia vengano calpestati. Non una parola secondo cui la distruzione della Libia è il risultato diretto di una guerra di aggressione multilaterale condotta dall’Occidente e che il blocco occidentale organizzato su base multilaterale è responsabile della miseria che la Merkel ora lamenta”.

E non basta ancora.

“Per quanto riguarda l’Ucraina, la Merkel ha detto che la  pace non c’è,  e che i rapporti giornalieri su soldati ucraini uccisi sono deprimenti. Non una parola sulla continua aggressione del governo ucraino  –  co-finanziato dal contribuente tedesco  –  che mantiene rovente il conflitto  con i separatisti nel Donbass. Non una parola sul fatto che in Ucraina non è una forza ONU neutrale a  garantire il rispetto del cessate il fuoco: e che la NATO; e questa, organizzata su base multilaterale,  contraria a tutte le ragioni per il mantenimento della pace, accresce ed accumula costantemente le proprie capacità  ai confini con la Russia, e quindi una reazione russa è logica”.

Quanto “al dialogo,  che i cattolici desiderano così ardentemente, ha  evidentemente  dei limiti  per la  Merkel, la quale ha  detto esplicitamente: “Io non parlo ad Assad”. Perché no? Se si guardano le interviste del presidente siriano, di recente con il rispettato quotidiano greco Kathimerini (video qui  sotto), allora non si ha l’impressione che non si possa parlare, e molto bene,  con Assad”.

 

“Il presidente della Siria sta lottando disperatamente per il suo paese e la sua gente – e certo,  per il suo potere. Ma è uno degli ultimi politici in Medio Oriente, che cerca di fermare l’attuale persecuzione dei cristiani – anche se non è un cristiano e al quale la Chiesa cattolica ha taciuto e insistito fino a quel momento. Le sanzioni multilaterali imposte dall’UE e dagli Stati Uniti aumentano le sofferenze della popolazione civile e le mettono in fuga. Il grido di aiuto dei leader cristiani del paese verso l’Europa è stato messo a tacere finora. […]  I cattolici di Munster, almeno, hanno osato fare molte domande sull’export di armi” da parte del governo tedesco.

Angela Merkel träumt von einer Welt, die es nicht gibt

E’ consolante, almeno l’ultima riga. Perché palesemente la Merkel continua  ad obbedire, e con convinzione, alla politica internazionale dettata da Washington e dai neocon, pedissequamente, e senza nessuna indipendenza  di  giudizio né di programma; mentre decide per tutti noi che “L’Europa deve prendere la difesa nelle proprie mani” (ossia darsi al riarmo sotto guida tedesca), continua a indicare nella Russia di Putin il nemico principale (e in Assad l’accessorio) invece di proporre rapporti di amicizia e integrazione che renderebbero il riarmo inutile.

Sente la mancanza della protezione americana, anziché vederci una liberazione, e quindi propone che  Germania ed Europa  si assumano  la funzione, il peso, e l’armamento,  di condurre le politiche ostili sui confini europei che gli Usa non possono più pagarsi in proprio:  qualcosa che sconfina dalla semplice stupidità e contradditorietà, per sboccare nell’automatismo robotico – ma dei robot  di prima dell’Intelligenza Artificiale.  Che in fondo, è proprio il modo con cui  lei e non solo lei, “governano” la UE.