LETTERA DI UN COMBATTENTE SOLITARIO

(Ricevo e pubblico:)
Mi chiamo Gianluca Martone, compirò 37 anni il prossimo 2 marzo e sono giornalista e volontario pro vita.
Da ben tre anni, ho iniziato una vera e propria crociata in difesa della Vita davanti a ben otto ospedali del Centro- Sud Italia: l’Ospedale Loreto Mare di Napoli, dove venivano praticati tra i 1100 e i 1300 aborti ogni anno, scesi in quest’ultimo anno a 300 aborti grazie anche ai miei continui piantonamenti,  il Cardarelli di Campobasso, nel quale vi è un solo medico abortista, il dott. Michele M., il quale ogni anno effettua 400 aborti, il Moscati di Avellino, con il raccapricciante primato di ben 5 mila aborti ogni anno circa, compresi i terapeutici, il Rummo di Benevento, con ben 500 aborti ogni anno, nonostante l’assenza di medici abortisti, il Riuniti di Foggia, noto come Capitale del Mezzogiorno per quanto riguarda gli aborti, con ben 1000 aborti ogni anno circa, scesi in quest’ultimo anno a circa 600 aborti,  il Policlinico di Bari, noto per aver iniziato la diffusione della famigerata pillola abortiva Ru486 nel 2010, nel quale vengono praticati oltre 1000 aborti ogni anno,il San Carlo di Potenza, con oltre 400 aborti ogni anno e, dallo scorso mese di giugno, il San Giovanni di Roma, con il triste record nella Capitale di 1000 aborti ogni anno. Oltre agli ospedali, dallo scorso mese di ottobre sto volantinando anche davanti alle scuole di istruzione superiore di queste otto città, per sensibilizzare i giovani su questa drammatica problematica, di cui pochissimi parlano.
Perché ho intrapreso questa guerra difficilissima e, soprattutto perché ho scelto questi sette ospedali?
Le risposte a queste due domande fanno riferimento a due date: 17 febbraio 2017 e 17 maggio 2017. Nel febbraio 2017, nonostante fossi un giornalista noto nel panorama nazionale (avevo fatto diverse conferenze sull’ideologia di genere in diverse città italiane e avevo ricevuto anche il prestigioso Premio Internazionale Anti Mafia Livatino- Costa- Saetta per questo importante impegno civico), stavo attraversando un periodo molto difficile sia a livello personale che familiare.
Proprio in quel momento, feci un viaggio in Veneto, conoscendo il Priorato di Lanzago di Silea della Fraternità San Pio X, il cui Priore, don Luigi Moncalero, mi consigliò di andare a fare gli Esercizi Ignaziani ad Albano. Quella stessa notte, era il 17 febbraio 2017, data indimenticabile nella mia vita, di cui ho parlato anche in diverse interviste di recente, ho sognato i bambini abortiti pieni di sangue, morenti, i quali mi dicevano: Gianluca vieni a salvarci.
Io mi svegliai immediatamente, sconvolto da quel sogno, iniziai a prendere in considerazione, una volta tornato a casa, i consigli del mio amico Giorgio Celsi, il quale mi invitava ripetutamente ad andare davanti agli ospedali. Da parte mia, io avevo paura.
Ma da quel momento in poi tutto cambiò. Dal 28 febbraio 2017, iniziai questa crociata davanti al Rummo di Benevento, dove nel frattempo era andato in pensione l’unico medico abortista, il dott. Limongelli ed era stato sospeso il “servizio abortivo”. Purtroppo, la Lidu (Lega Italiana Diritti dell’Uomo) del noto avvocato  Lugi Diego Perifano fece pressione sulla dirigenza dell’ospedale e fece riprendere la macelleria al Rummo, con ben 500 innocenti martiri della mia città uccisi ogni anno.
Subito dopo, iniziai anche ad andare al Moscati di Avellino, al Cardarelli di Campobasso e al Loreto Mare di Napoli. Tuttavia, nonostante la mia grande voglia, le risorse erano poche (la mia carissima amica Silvana De Mari non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio) e, soprattutto, dal punto di vista spirituale, non ero ancora inattaccabile. Nel mese di maggio 2017, andai a fare per la prima volta i Santi Esercizi Ignaziani al Priorato di Albano e, durante la notte del 17 maggio 2017, sognai che stavo andando in un fuoco terribile, quando improvvisamente fui salvato dalla Madonna. Mi svegliai improvvisamente, volevo lasciare il Priorato, ma convinto dal Priore, don Aldo Rossi, restai e da quel gesto, la mia vita cambiò completamente. Nei mesi successivi, ho iniziato ad andare tutti i giorni alla Santa Messa Tridentina, a far dire tantissime messe per i numerosi benefattori e i loro defunti (sono molto devoto alle anime sante del Purgatorio) che, con grande generosità, mi stanno aiutando in questa impresa quasi impossibile (dico quasi perché nulla è impossibile a Dio), e grazie ad alcuni miracoli avvenuti a Benevento, ci sono ben tre sacerdoti amici, di cui non faccio il nome per discrezione, i quali non mi fanno mai mancare i Santi Sacramenti ogni giorno dal 20 agosto 2017.
Sospinto da una forza incredibile e dall’Onnipotenza della Santa Messa Cattolica, che mi ha cambiato la vita, decisi di aggiungere anche gli ospedali di Bari, Foggia e Potenza a questa impresa improba, coprendo quindi tutte e quattro i capoluoghi di Regione del Sud: Molise, Puglia, Campania e Basilicata e, oltre a Benevento, i due ospedali più mortiferi del Mezzogiorno: il Moscati di Avellino e il Riuniti di Foggia. Dinanzi alle difficoltà oggettive, anche di natura economica, il Signore sta sospingendo questa impresa con grazie incredibili e incessanti e, nonostante il termine doloroso della collaborazione con alcune associazioni pro life, che mi hanno chiesto in modo inopinato di separare il Gianluca volontario pro vita dal Gianluca innamorato della Santa Messa Tridentina, sto andando avanti con questa iniziativa per amore di Dio, della Vita e delle anime delle donne e dei bambini.
Il grande don Oreste Benzi, uno dei sacerdoti che ho preso come esempio in questa crociata pro life, disse:” Oggi, mentre siamo qui, cinquecento bambini, in media, vengono sgozzati e uccisi. Omicidio premeditato, voluto, in Italia. 180mila l’anno. Ma queste creature urlano, e il grido loro sale a Dio. Mentre si sta vicino a Dio questo grido lo si sente, ma se non lo si sente, vuol dire che qualcosa c’è da rivedere nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Non posso dare indirettamente il mio permesso; chi tace – ma non è un tacere con la parola soltanto – chi tace con i fatti è complice del delitto. Le nostre mani – si voglia o no, anche se dà fastidio – grondano sangue”.
Da parte mia, io non voglio tacere e, fino a quando Dio vorrà, continuerò a dare voce in trincea davanti agli ospedali a questi innocenti martiri, i veri dimenticati di questa nostra società scristianizzata, che ha dimenticato e smarrito il Valore infinito della Vita per ciascuno di noi dal concepimento alla morte naturale.
Gianluca Martone