L’ABATE FARIA PARLA DELL’OMOSESSUALIZZAZIONE DELLA CHIESA. “VIRILITÀ ORMAI È UNA PAROLACCIA”.

Marco Tosatti

Non si è ancora spenta l’eco delle polemiche sull’uso forse blasfemo, certo irriverente, della simbologia cristiana al Gala del Metropolitan Museum di New York, con tanto di presenza e partecipazione clericale, che si apre – o perlomeno torna a emergere – quello dell’omosessualizzazione della Chiesa. Ne parla oggi l’abate Faria.

 

Mi hanno segnalato l’ultimo articolo su L’Isola di Patmos a firma di Don Ariel S. Levi di Gualdo in cui si prendeva di mira il Cardinal Ravasi e quanto successo al MET. Ora, non ho elementi per confermare o smentire quanto detto sul Cardinal Ravasi, che ricordo di aver incontrato ai tempi in cui era ancora un Monsignore milanese.

Ma sulla denuncia che fa Levi di Gualdo riguardo l’omosessualizzazione nella Chiesa non si può che convenire “a quattro palmenti”. Io credo bisogna essere ciechi per non vedere il tasso di effemminatezza che purtroppo invade tanto, troppo clero (in su). Io stesso ho visto con i miei occhi quello che accade e accadeva in alcuni collegi religiosi di Roma, festini e via dicendo, il che mi fa pensare che le denunce fatte negli ultimi anni su altri luoghi romani non siano peregrine. Purtroppo l’atteggiamento omosessuale viene non solo tollerato, ma a volte quasi incoraggiato. Questo perché la parola “virilità” è divenuta oramai una parolaccia.

Io capisco non si possa denunciare apertamente l’entità del problema, per ragioni di opportunità, ma se non lo si affronta il problema peggiora, infettando tutto (e non lo sta già facendo, a cominciare dalla liturgia sentimentalistica?). Il problema non è il singolo prete omosessuale che pecca, siamo tutti peccatori. Il problema è la diffusione di una cultura che vira completamente in quella direzione. In realtà tra il mondo apertamente omosessuale della moda e ampi settori della Chiesa Cattolica attuale le convergenze sono tante, molte di più di quelle che si ha il coraggio di ammettere.

Abate Faria

 

Vescovo tedesco: “Gay voluti da Dio”

“I gay sono voluti da Dio”, ha affermato il vescovo ausiliario di Essen, Ludger Schepers, durante il Katholikentag a Münster, Germania (11 maggio).

Secondo domradio.de, Schepers ha perfino chiesto che la Chiesa “riconosca la sua [presunta] storia di colpe] nel trattare gli omosessuali.

Ha detto che papa Francesco ha aperto le porte per la “riconciliazione” della Chiesa con gli omosessuali.

Per il futuro, Schepers spera che di saranno cerimonie liturgiche per benedire [il peccato mortale delle] convivenze omosessuali

https://gloria.tv/article/L4JQACsUoVvX3NSLL2z4w9b64

 

Bergamo, la curia tifa gay-pride e stoppa la veglia di riparazione

A Bergamo una forte pressione della curia stoppa la preghiera di riparazione che si sarebbe dovuta tenere in chiesa dopo il primo Gay Pride orobico. Ripiegheranno con un Rosario, ma non c’è da stupirsi dato che la stessa diocesi ha collaborato con l’organizzazione dell’evento per non farlo coincidere con l’arrivo delle spoglie del Papa Buono. Invece di condannarlo, si è cercato di scendere a patti con i promotori. A farne le spese, come al solito i fedeli: è la legge del più forte.

di Andrea Zambrano (14-05-2018)

Anche a Bergamo, come a Reggio Emilia, una veglia di riparazione per il Gay Pride viene bersagliata di critiche. Ma non sono solo gli attacchi che provengono dal mondo arcobaleno, bensì dalle stesse gerarchie ecclesiastiche che in modo “sotterraneo” hanno costretto gli organizzatori a “riparare” la riparazione.

…. è stato un intervento “a gamba tesa” dell’autorità ecclesiastica a sconsigliare vivamente ai Cappuccini – tramite il Padre provinciale di Milano – di aprire le chiesa per quella preghiera così politicamente scorretta.

(Eccetera eccetera)