La lettera del Papa piena del veleno anti Assad umilia i Cristiani di Siria massacrati dai ribelli jihadisti – Ambasciatore russo all’Onu: “L’interesse dell’Occidente è preservare la presenza terroristica a Idlib”

Il Presidente della Siria Bashar Assad sta ripulendo la “sacca di Idlib” dai tagliagola-terroristi islamici massacratori della antichissima comunità cristiana locale. Incredibilmente il Papa, per mezzo del Cardinale Peter Turkson, Prefetto vaticano per lo Sviluppo umano integrale e del Nunzio Apostolico Cardinale Mario Zenari, ha fatto recapitare al Presidente siriano una dura lettera che, secondo il  Segretario di Stato Vaticano Cardinale Parolin, sarebbe stata ispirata “per fermare questa catastrofe umanitaria, per la salvaguardia della popolazione inerme, in particolare dei più deboli, nel rispetto del Diritto Umanitario Internazionale“. 
Molti seri ed equilibrati osservatori della situazione siriana, soprattutto missionari e sacerdoti, non esitano invece ad imputare la colpa dell’imbarazzante lettera papale, con l’indirizzo sbagliato, ai potenti “sponsor” del Papa considerati i veri promotori dell’iniziativa.
AC  
Delegazione #Vaticana a #Damasco guidata dal Cardinale Turkson consegna al Presidente siriano Al Assad lettera di Papa Francesco,  nel quale esprime sua preoccupazione per “Catastrofe umanitaria” e popolazione di #Idlib occupata dai terroristi di #AlNusra. Il Presidente #siriano ha illustrato alla delegazione del #Vaticano i crimini e gli attacchi dei terroristi contro i civili, e il supporto di alcuni paesi alle organizzazioni terroristiche che non favorisce la fine della crisi siriana.  Il Presidente #siriano ha ribadito alla delegazione che l’aiuto più importante che possa dare il #Vaticano a sostegno dei #siriani è fare “pressione” sui paesi che sostengono i terroristi e impongono sanzioni contro il popolo siriano
I cristiani di Siria traditi da Papa Bergoglio 
e dall’establishment del Vaticano 
La propaganda anti Assad ha colto l’occasione della lettera di Papa Francesco al presidente siriano, nella quale in sostanza gli si chiede di porre fine alle migliaia di detenzioni illegali, alle torture, alle sparizioni, alle esecuzioni extragiudiziali degli oppositori politici, per sferrare un ennesimo colpo alla corretta informazione sulla guerra che da anni devasta il paese arabo.
Quella lettera è suonata come un tradimento della Santa Sede, e dei suoi alti prelati, ai tanti cristiani che in questi anni sono stati letteralmente abbandonati al loro destino consentendo alle bande armate anti governative di brutalizzare le loro esistenze non solo con eccidi e sparizioni di massa ma anche con l’esodo forzato in altri luoghi.
La presenza cristiana in Siria in questi anni è stata assicurata grazie alla protezione che il presidente Assad e il suo esercito hanno fornito a intere comunità prese di mira dai terroristi di matrice jihadista. È un dato certo che nessuna propaganda dei media, soprattutto quelli italiani guidati dall’indecente quotidiano Avvenire, il giornale della Conferenza Episcopale Italiana, che vanta il record di manipolazioni dell’informazione sulla guerra in Siria, tanto da essere additato come il primo giornale cristiano che difende i carnefici (i gruppi anti Assad) e non le vittime (i cristiani stessi).
La sensazione è che il Santo Padre sia stato ancora una volta indotto in errore dai suoi consiglieri, molti dei quali stanno ancora in Siria tradendo la loro missione di fede e sacerdotale.
È prevalsa dunque la linea gesuita alla Padre Dall’Oglio, intrisa di odio anti regime e di bugie, e non quella francescana basata sulla resistenza, sulla misericordia e sulla verità dei fatti.
Non incolpo dunque Bergoglio, incolpo i suggeritori dell’odio, quei cristiani che tradiscono i cristiani e vendono la loro pelle ai gruppi jihadisti.
Al Santo Padre, sommessamente, suggerisco la lettura di due libri: Fratelli Traditi del reporter di guerra Gian Micalessin e Siria, i cristiani nella guerra del giornalista Fulvio Scaglione.
Sono due colleghi che stimo e che mi onorano della loro amicizia.
Sono davvero felice di aver potuto presentare i loro libri in occasione del Meeting Internazionale delle Politiche del Mediterraneo che il Centro Italo Arabo organizza ogni anno in Sardegna, una terra di resistenza e di lotte, proprio come quelle affrontate dai cristiani in Siria.
Ecco, se il Pontefice avesse letto questi libri, avesse ascoltato in prima persona il grido di dolore dei suoi cari fratelli cristiani, probabilmente quella lettera sarebbe stata diversa.
La convinzione è che la sua mano sia stata guidata da qualcun altro, da una penna che ha sparso non inchiostro ma veleno e retorica anti Assad con il solo scopo di fornire all’opinione pubblica, per l’ennesima volta, un quadro molto diverso di quanto sta accadendo dal 2011 in Siria.
La guerra è guerra e io per primo so bene che il regime non usa i guanti di velluto contro gli oppositori politici e i nemici dello Stato.
Le torture ci sono e c’è anche tutto il resto. Per rimanere in piedi, per salvare la propria sovranità e unità, per combattere il terrorismo e respingere gli attacchi stranieri, il governo ha dovuto necessariamente incattivirsi e difendersi con maggior forza, anche violando i diritti umani.
Dall’altra parte, però, e Bergoglio lo deve sapere, ci sono le forze del male, i tagliagole, gli stupratori, gli attentatori armati dall’occidente e dalle monarchie del golfo, ci sono i nemici della libertà, del progresso e della democrazia.
Ecco, dimenticare tutto ciò significa, inevitabilmente, essere complice dei terroristi.
In tutto questo, caro Papa Francesco, di cristiano non ci vedo davvero nulla. 
Macron invece lo ama. Riamato. Mai un rimprovero sulla  ferocia contro i Gilet Gialli.
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di Gianandrea Gaiani
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