Il volto del Sionismo è fotografato nella chiesa bruciata al lago di Tiberiade

(FFP/SFP) ~ Il Vero Volto del Sionismo (e dei suoi sostenitori)? Oltre ai genocidi di Gaza, alle persecuzioni dei palestinesi (in casa propria), al sostegno al terrorismo internazionale (di ISIS & al-Nusra armati nel Golan siriano occupato e curati in ospedali israeliani), anche la persecuzione dei cristiani in Terra santa.

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L’attacco alle chiese cristiane di Palestina è solo la punta dell’iceberg, l’apice delle corna del golem sionista.

La “Chiesa dei Pani e dei Pesci” di Tabga (sul lago di Tiberiade, o di Galilea, data alle fiamme all’alba del 18/6/2015) è un chiaro attacco a un importante simbolo della cristianità nella Palestina Occupata. L’autoritá israeliana arresta 16 coloni ebrei, ma subito li scarcera. Secondo l’organizzazione dei “Rabbini per i Diritti Umani”, dal 2009 sono stati ben 43 gli attacchi contro chiese, monasteri e moschee nella Palestina Occupata.

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La chiesetta, che è uno dei luoghi sacri di Terra Santa visitata ogni anno da migliaia di pellegrini, è stata ricostruita in pietra calcarea nel 1980, sulle rovine della basilica bizantina del V secolo che sorgeva nel punto in cui secondo la tradizione cristiana N.S. Gesù Cristo sfamò oltre 5000 persone moltiplicando pochi pani e pesci. Attualmente la struttura è gestita dall’ordine dei frati benedettini tedeschi.

Un scritta, fatta con una bomboletta di vernice su un muro all’interno della chiesa situata sulla riva del lago di Tiberiade, chiede l’eliminazione da Israele degli adoratori  degli ‘dèi pagani’. Il brano trascritto è tratto da una preghiera ebraica che viene pronunciata tre volte al giorno da ogni ebreo praticante.

 

«Morte agli arabi, ai cristiani e tutti quelli che odiano Israele». Questa è la scritta, sormontata dalla stella di Davide, che é stata invece lasciata su un ufficio dell’assemblea episcopale di “Nostra Signora di Gerusalemme”. La reazione dei vescovi cattolici locali: “Nostra Signora di Gerusalemme è una proprietà della Santa Sede e questa provocazione arriva a due settimane della visita di papa Francesco”, è riportato in un documento diffuso dal Patriarcato latino (cattolico).

“I vescovi – prosegue il documento – sono molto preoccupati per la mancanza di sicurezza e per l’assenza di reazione sulla scena politica e temono una escalation di violenza”. Di fronte all’assenza di azioni significative da parte delle autorità israeliane “i vandali sono arrivati a fare minacce personali”, denuncia la Chiesa cattolica, riferendosi alle recenti minacce di morte indirizzate, da un rabbino israeliano, al vescovo di Nazareth.

La polizia israeliana ha fermato, ma liberato poche ore dopo, 16 giovani coloni ebrei sospettati per l’incendio doloso nella chiesa di Tabgha. I giovani, erano stati trovati sulla spiaggia del mar di Galilea, poco distante dal luogo in cui sorge la chiesa, e sono tutti originari di colonie ebraiche, erette su terre palestinesi, che sorgono in aree adiacenti. Dieci di loro sono di Yitzhar, covo di estremisti ultraortodossi ed i cui abitanti si sono resi colpevoli di attacchi simili negli anni passati.

I delinquenti coloni ebraici hanno dato fuoco alla porta di legno del luogo monastico alle 4 del mattino. L’incendio si é presto propagato nel resto dell’edificio. Non  risultano esserci vittime, ma alcune persone, monaci e personale addetto alla struttura, sono rimaste intossicate dai fumi tossici.

Testimoni del luogo hanno riferito che durante la notte i cartelli stradali, che indicavano le direzioni di accesso alla localitá di pellegrinaggio cristiano, erano state coperte e occultate in vario modo, per limitare ulteriormente l’afflusso eventuale di pellegrini anche durante la notte e le prime luci dell’alba, lasciando cosí intendere che si sia trattato di un piano ben organizzato e programmato, con la partecipazione attiva di più persone.

Un progetto criminale sostenuto da nutriti gruppi di persone, le quali sono consapevoli della propria immunitá e di essere sotto copertura politico-militare, perché sanno di poter godere di protezione ai piú elevati livelli istituzionali delle sfere di comando politico, militare e religioso israeliano.

Si tratta dell’integralismo suprematista e razzista sionista ebraico israeliano, che si manifesta nel genocidio perpetrato nei confronti della popolazione di Gaza, nelle persecuzioni, violenze ed espropri ai danni della popolazione palestinese del cosí detto ‘West Bank’, ossia della Palestina storica occupata, ma portato avanti anche a colpi di assalti a chiese e moschee, in episodi di vera e propria caccia all’arabo, da parte dei fanatici sostenitori di quell’Eretz Israel, l’inesistente (se non che nelle menti malate dei sionisti) Sacra Terra d’Israele.

Quell’Eretz Israel tanto caro e perseguito da Tel Aviv, che mentre perseguita e massacra il popolo autoctono palestinese in casa propria, contemporaneamente offre cure e rifugio negli ospedali israeliani ai terroristi mercenari jihadisti di ISIS e al-Nusra (Daesh e al-Qaeda), che bombarda lo Yemen e offre supporto ai bevitori di urina di cammello wahhabiti-sauditi, che tenendo al guinzaglio i piú feroci cani pazzi di Washington, minaccia la pace e la stabilitá del medioriente, promettendo guerre dolore e morte ai popoli del mondo intero.

Ma ogni causa produce un effetto, ed i folli che occupano militarmente le terre di Palestina, e minacciano quelle confinanti, subiranno uno tzunami di proporzioni tali che di tale entitá malefica la memoria verrá cancellata persino dai libri della storia futura. Non praevalebunt.

(SyrianFreePress.net)