Il presidente Obama, assuefatto all’assassinio

Barak Obama chiede scusa per il cooperante italiano ucciso dai suoi droni. E se ne assume l’intera responsabilità. I media aprono la solita chiacchiera rispettosa del nostro Alleato. Due semplici note:

Ogni persona uccisa in tutti questi anni dai droni americani è un assassinato. Di Stato , il che è peggio.

Uno Stato, per uccidere, deve almeno provare che l’imputato è colpevole con un processo, dargli il diritto di difendersi in giudizio. Anzi, prima di tutto, accertare la sua identità, perché non capiti al boia  di giustiziare un’altra persona. Tutti questi sono   gli elementi minimi della civiltà.

Obama – anzi non Obama, ma gli Stati Uniti d’America – li violano da anni, impunemente, commettendo assassini di uomini, donne e bambini lontani diecimila miglia, senza stato di guerra, senza indagini specifiche, ma sulla base di “patterns di comportamenti” delle loro vittime osservate dall’alto, che li possono far sospettare di essere jihadisti.

Il super-Stato uccide in base a sospetti.  Il presidente Obama   spunta da una lista la gente da ammazzare quel giorno.  Il presidente Obama è un assassino a capo della più feroce e potente banda di assassini del nostro tempo. La sua frase: mi scuso e mi assumo la responsabilità , è la rivendicazione di un assassinio. E’ anche il segno della mentalità che sviluppa l’assuefazione all’assassinio: una mentalità da mostro insensibile, che deve fare orrore.

Specialmente agli “antifascisti” di regime e di massa che, oggi, si mostrano così pronti a combattere “Il Nazismo”,  che ci invitano a vigilare perché “il fascismo non ritorni”. Il fascismo passato, è facile prenderne le distanze. Ma ecco il vostro mostro – quello del vostro tempo, che avete il dovere di denunciare voi, di questa generazione, da cui  voi contemporanei dovete distanziarvi con orrore e sdegno.   Vigilate? No, fate finta di non vedere. Un giorno diranno di voi che siete stati i volonterosi complici del Mostro del vostro tempo, del   super-Hitler che aggiungeva alla pratica dell’omicidio di massa, la viltà di farlo a distanza, senza rischio e alla leggera, e di glorificare nei suoi film i più bassi assassini, i cecchini, Snipers.