IL GOLPETTINO BEN RIUSCITO

Conte, Moavero, Savona e la Consob. Che cosa sta succedendo davvero?

di Michele Arnese – StartMagazine

Fatti, nomi e indiscrezioni sulla nomina ai vertici della Consob

Non so cosa accade alle mie spalle”. Così ha risposto Paolo Savona a chi lo interpellava sulle indiscrezioni che lo indicano da ieri come candidato alla presidenza della Consob.

La nomina al vertice della Commissione che vigila sulla Borsa e le società quotate è ferma da tempo, da quando Massimo Nava ha lasciato la presidenza sotto il fuoco di fila degli strali acuminati di Movimento 5 Stelle e Lega (qui la ricostruzione di Start Magazine).

Da tempo i Pentastellati – con dichiarazioni pubbliche anche di Beppe Grillo e del vicepremier Luigi Di Maio – puntano su Marcello Minenna, funzionario della stessa Consob, già assessore al Bilancio per pochi mesi della giunta Raggi a Roma; un’uscita dall’amministrazione pentastellata della capitale piuttosto fragorosa e che ha lasciato qualche strascico polemico.

Ma come scrive senza tante perifrasi da tempo il quirinalista Marzio Breda del Corriere della Sera – che riesce a capire umori e pensieri del capo dello Stato – Sergio Mattarella ha più di un dubbio (eufemismo) sul nome di Minenna, anche per il fatto di essere un interno Consob (rilievo smontato sul Sole 24 Ore giorni fa da un costituzionalista).

Alle perplessità si sommano le inazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, proprio sul dossier Consob (“il premier ostacola la candidatura dell’economista Minenna”, ha scritto oggi Il Fatto Quotidiano), magari alla ricerca di un nome alternativo di spessore.

Da questa situazione di stallo nasce anche l’ipotesi Savona. Che non sa “cosa accade” alle sue “spalle”, ha detto.

Alle sue spalle – secondo indiscrezioni governative – c’è anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero. I rapporti tra i due non sarebbero eccellenti, anche se formalmente cordiali.

Basta leggere il testo di una recente audizione in Parlamento di Savona sul lavoro del dipartimento che dirige – gli Affari europei – per arguire come e quanto l’economista ritenga si possa fare di più in Europa ma le competenze del suo dicastero sono limitate, a differenza di quelle della Farnesina.

L’interlocuzione tra Esteri e Affari europei non è sempre fluida e concorde, si mormora in ambienti diplomatici. Per questo – secondo rumors parlamentari – Moavero avrebbe sussurrato al premier Giuseppe Conte la soluzione Savona per la Consob. Un nome e un profilo che sia Movimento 5 Stelle sia Lega appoggerebbero.

Con Savona alla Consob, gli Affari europei passerebbero ad interim al premier Conte; una soluzione gradita alla Farnesina, ovvero a Moavero. Il quale, tra l’altro, non gode di troppi apprezzamenti tra leghisti e pentastellati.

MB: Guardate che  tipo di persona è Moavero

Sia in casa della Lega che del Movimento 5 Stelle tengono nel cassetto un breve articolo recente del quotidiano La Stampa che riprendeva informazioni del giornale lussemburghese Le Jedi. Uno dei giudici del Tribunale Ue, Guido Berardis, ha accusato Movaero di essersi opposto alla sua riconferma per “vendetta personale”: “Mi sono rifiutato di prendere suo figlio come referendario nel mio ufficio ma non era all’altezza”. Tra l’altro ad alcuni europarlamentari M5S e Lega sono giunte informazioni – finora informali – su casi simili del passato nei palazzi europei con i medesimi protagonisti.

Ma davvero Savona diventerà presidente Consob? Fino al maggio del 2018 il ministro è stato director del fondo Euklid, un soggetto vigilato dalla Commissione, ha fatto notare Laura Serafini del Sole 24 Ore: “In virtù di questo ruolo ricoperto fino a otto mesi fa il ministro si trova in una situazione di incompatibilità con il decreto legislativo 39 del 2013 secondo il quale l’incarico di presidente non può essere attribuito a coloro che nei due anni precedenti «abbiano svolto in proprio attività professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico»”.

Per Giorgio Meletti del Fatto Quotidiano, comunque, Savona è un “nome di disturbo” perché non è “tecnicamente nominabile”: “Trattandosi di un pensionato, la legge Madia consentirebbe la sua nomina solo a titolo gratuito. E’ significativo che questa obiezione sia stata diffusa da fonti vicine al Quirinale”.

Un buon motivo mattarelliano per dire un altro no a Savona?

……fine dell’articolo. Qui sotto un titolo di Libero:

 

Paolo Savona, il retroscena su come hanno fatto fuori il ministro: “Non so cosa succede alle mie spalle”

Paola Savona ha ormai le ore contate all’interno del governo. Da tempo il ministro per gli Affari europei si sentiva fuori dalla squadra, almeno da quando si è reso conto che la manovra sfornata dall’esecutivo grillino-leghista puntava tutto sull’assistenzialismo, anziché sugli investimenti, come aveva suggerito ai colleghi ministri senza essere mai ascoltato durante la complicata trattativa con la Commissione europea.

Ovviamente Savona non verrà nemmeno messo alla Consob:  è  incostituzionale,  essendo stato ministro. Si tratta di una manfrina per la sua espulsione dal governo, dove del resto era  ridoto all’impotenza. 

 

Sergio Mattarella e il Vaticano, il retroscena: asse per la crisi di governo, il ruolo di Giuseppe Conte https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13425597/sergio-mattarella-vaticano-asse-crisi-governo-ruolo-giuseppe-conte.html

Avvertenza per i distratti

 

(MB. Con Paolo Savona  fuori espulso dal governo, l’esperimento 5S-Lega  ha fine. Ancora una volta  l’Italia si conferma laboratorio politico, ma stavolta il progetto audace e  originale è stato rovinato  dalla cattiva esecuzione, superficialità e incultura dei suoi protagonisti.  Il governo è “normalizzato” secondo i desideri  dall’alto,  quindi non ha  più alcun interesse quello che adesso farà.  Quelli che abbiamo votato per un progetto, hanno consegnato il vero governo a  quelli che non abbiamo votato: i Moavero, i  Tria  e sì, i Giuseppe Conte. Mattarella ha rivinto. Il futuro è: cinque milioni di disoccupati in più  (grazie 5 Stelle per la decrescita, ha firmato la sua sparizione), Mario  Draghi chiamato al governo come salvatore della patria, austerità aggravata –  e dopo averci fatto pagare  il salvataggio di Deutsche Bank   coi nostri 60 miliardi v che abbiamo piazzato nell’apposito fondo europeo – ci sbattono fuori, svuotati r asciutti come un osso di seppia).

Draghi è l’uomo che  il Colle vi metterà a capo. Ricordate il messaggio di Draghi alla popolazione: “Se i vostri leader vi dicono che la colpa è dell’Euro, che è causa della perdita di sovranità monetaria, ribellatevi, perché è colpa della loro incapacità. Delle loro leggi sbagliate. L’Europa vi protegge”

Per  ricordare  chi è Savona e in cosa è diverso da Draghi

Ue, Savona: «Tragico errore ignorare la crisi in atto»

14 Gennaio 2019 di Paolo Savona

Caro Direttore, al ventennale della na-scita dell’euro The Economist dedica due articoli intitolati “L’euro non è anco-ra al sicuro” e “L’Unione cucinata in modo insoddisfacente”. In essi viene riconosciuto che la crisi dei debiti sovrani seguita alla crisi finanziaria americana del 2008 ha fatto temere che la moneta europea fosse al collasso.
Ma il forte sostegno dato dagli Stati membri dell’eurozona e dalla pubblica opinione ha evitato il dramma. Tuttavia l’Economist afferma che «questo sostegno non riflette un successo economico e politico» in quanto la crescita europea resta bassa e diffusa in modo disomogeneo, la disoccupazione resta elevata in più paesi membri e i salari crescono poco da per tutto.

«La storia dell’euro – continua l’autorevole settimanale – è seminata di errori dei tecnocrati». Il peggiore è non aver riconosciuto che il debito greco non era rimborsabile e le decisioni prese per difenderlo hanno causato una depressione che ha ridotto di un quarto il Pil della Grecia. La severità di giudizio investe anche la Bce che «ha una storia ignominiosa di politica monetaria restrittiva» che, tra l’altro, «ha lasciato sole le aree depresse» ed è stata «lenta nel reagire al crash finanziario del 2008, considerandolo in modo arrogante un problema americano». Il giudizio diviene particolarmente incisivo quando si afferma che essa «nel 2011 ha contribuito a far entrare l’Europa in recessione accrescendo troppo presto i tassi d’interesse», un errore commesso dall’allora presidente Jean-Claude Trichet, ma non risparmia neanche il successore Mario Draghi, la cui «promessa del 2012 di fare whatever it takes per salvare l’euro è stato un atto improvvisato». I

https://www.ilmessaggero.it/politica/paolo_savona_ue-4229000.html

 

Commento di Marco Russo, mistosangue uk/napoletano:

 

Dice -La TAV è’ inutileee quei soldi possiamo spenderli per la Napoli-Bari! ..si blocca allora la TAV, e dopo 8 anni di discussioni per far la Napoli-Bari .. -È inutile fare la Napoli-Bari! Ci sarà il teletrasporto !!

Siamo talmente impregnati di cazzate che non si riesce a capire che in un paese normale un’opera publica non dovrebbe impedirne un’altra . Gestiamo il paese come una famiglia e stiamo fallendo . Siamo praticamente impazziti .