Il brigatista Franceschini: perché Israele usò le Br per azzoppare l’Italia

Aldo Moro fu tolto di mezzo con l’appoggio del Mossad: il servizio segreto
di Tel Aviv entrò in contatto con le Brigate Rosse e faceva il tifo per
Curcio e compagni. Gli 007 israeliani sapevano che destabilizzare l’Italia
significava indebolirla, sul piano geopolitico, offrendo agli
<http://www.libreidee.org/tag/usa/> Usa un’unica alternativa – Israele –
come partner privilegiato nel Mediterraneo. Rivelazioni che portano la firma
di Alberto Franceschini, a quarant’anni dal ritrovamento del cadavere di
Moro in via Caetani, il 9 maggio 1978. Fondatore delle Br insieme a Renato
Curcio, Margherita Cagol e Roberto Ognibene (
<http://www.libreidee.org/tag/storia/> storia rievocata nel libro
autobiografico “Mara, Renato e io”, edito da Mondadori), Franceschini apre
il “fascicolo” Mossad parlando con lo scrittore e giornalista Antonio
Ferrari, che l’ha intervistato per il “
<http://www.corriere.it/video-articoli/2018/04/27/alberto-franceschini-dei-f
ondatori-brigate-rosse-l-interrogatorio-moro-non-credo-l-abbia-fatto-moretti
-che-si-credeva-lenin-incontrammo-mossad/7c4dfef8-4a2d-11e8-a30a-134b88b5afd
a.shtml> Corriere della Sera”. Franceschini oggi ha 71 anni, ricorda
Ferrari: «Non ha mai ucciso nessuno, ha accettato di raccontare la
<http://www.libreidee.org/tag/storia/> storiae soprattutto gli errori
mostruosi e le nefandezze del gruppo terrorista, da cui si è dissociato».
L’ex brigatista ha pagato il suo conto con la giustizia, e ora dice che
sulla vicenda Moro, che seguì dal carcere, si è cercata «una verità
accettabile», perché vi erano «cose che non potevano essere dette».

Conclusioni peraltro confermate dall’ultima commissione parlamentare sul
caso Moro, presieduta da Giuseppe Fioroni: in via Fani, quando fu sterminata
la scorta di Moro, c’erano «anche» le Brigate Rosse. Non da sole,
evidentemente. Il falso
<http://www.libreidee.org/2018/05/franceschini-perche-israele-uso-le-br-per-
azzoppare-litalia/alberto-franceschini/> Alberto Franceschinicomunicato del
Lago della Duchessa, compilato dai servizi segreti, con l’annuncio della
morte di Moro (in fondo  a uno specchio d’acqua dell’entroterra laziale)
secondo Ferrari «fu il primo segnale per dimostrare che a quel punto
l’ostaggio doveva morire». Silenzi e menzogne, depistaggi, omissioni,
manipolazioni infinite. E la quarantennale ricerca di un movente plausibile:
la paura Nato dell’apertura di Moro al Pci in piena guerra fredda con
l’Urss, la volontà di declassare l’Italia come potenza industriale scomoda.
Senza contare la rivalità “coloniale” di
<http://www.libreidee.org/tag/francia/> Francia e Gran Bretagna, preoccupate
da un’Italia forte nel cuore del Mediterraneo, tra l’Africa e il Medio
Oriente petrolifero. Forse pesò la volontà di colpire un paese relativamente
sovrano, con il “sacrificio” (anche simbolico) di un suo leader democratico
e cristiano-sociale, ostile allo strapotere dell’oligarchia economica
internazionale ultraliberista che, di lì a poco, avrebbe assunto un ruolo
definitivamente egemone, fino alla costruzione autoritaria dell’attuale
<http://www.libreidee.org/tag/unione-europea/> Unione Europea.

Ipotesi alle quali si aggiunge quella di Franceschini, che parla apertamente
delle insidiose infiltrazioni subite dalla Brigate Rosse da lui fondate
insieme a Curcio. Un nome? Mario Moretti, teoricamente il capo delle Br
durante il sequestro Moro. «Di lui, delle sue ardite giravolte, dei suoi
continui viaggi in  <http://www.libreidee.org/tag/francia/> Francia, per
tanto tempo si è saputo quasi niente». Franceschini lo dipinge come «un uomo
che si credeva Lenin», un terrorista «vittima di un ego smisurato», ma –
attenzione – sul piano culturale «non certo in grado di tener testa ad Aldo
Moro». Secondo Franceschini, probabilmente Moretti è stato soltanto «il
postino delle domande compilate da altri», nella cosiddetta “prigione del
popolo”. Forse, aggiunge Ferrari, il suggeritore era il professor Giovanni
Senzani, «autore di numerose nefandezze terroristiche», che la commissione
Moro ha individuato come collegato ai nostri servizi segreti. Senza
tentennamenti, Franceschini denuncia il ruolo della scuola parigina
“Hyperion” e del
<http://www.libreidee.org/2018/05/franceschini-perche-israele-uso-le-br-per-
azzoppare-litalia/mario-moretti/> Mario Morettisuo conduttore, Corrado
Simioni. Poi attacca le manovre francesi, i sospetti di quelle inglesi, e la
certezza – sono le sue parole – che «le Br hanno avuto rapporti con il
Mossad, il servizio segreto israeliano».

In sostanza, osserva Ferrari, mentre nessuno sapeva ufficialmente dove si
trovassero, il Mossad raggiunse tranquillamente le Br in tutte le fasi delle
loro scorribande terroristiche. Patrizio Peci, il pentito più noto, ne parlò
a lungo con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, poi ucciso dalla mafia a
Palermo. Franceschini conferma e aggiunge: «Non ci chiesero di uccidere, ma
di fare ciò che volevamo. Offrivano armi e assistenza. Il loro obiettivo
dichiarato era destabilizzare l’Italia». Cioè: il governo di Tel Aviv
autorizzò il Mossad a supportare le Brigate Rosse, senza neppure la pretesa
di dirigerle. Agli 007 israeliani, dice Francheschini, bastava che le
Brigate Rosse esistessero e colpissero, terrorizzando l’establishment
italiano. Obiettivo finale: indebolire il Belpaese agli occhi dell’America,
trasformandolo in un partner insicuro e inaffidabile. Per Franceschini,
armando e assistendo le Br, il Mossad questo voleva: che gli Stati Uniti
finissero per concludere che non restava che Israele, come alleato “sicuro”
nello scacchiere mediterraneo e mediorientale.

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