I MOTIVI DI OTTIMISMO

Prima buona notizia: Dieci anni di governo Conte (col PD) non ce li leva nessuno. L’abilità manovriera-galleggiante del personaggio, la sua mancanza di principi (che è una dote) e la sua “utilità” per il Sistema della dittatura sanitaria globale, gli va riconosciuta, e ci complimentiamo; aveva già dalla sua il Quirinale, la magistratura, i media, l’euro-oligarchia: ed ora ha “Il voto popolare” che secondo Salvini gli mancava.

La legittimazione indiscutibile.

Ho detto dieci anni? Coi parlamentari grillini che hanno una sola paura, di perdere l’emolumento di 15 mila euro mensili (e chi può dar loro toro?), faranno di tutto per non andare mai ad elezioni. Con la greppia dei Ricchi di Stato dei parassiti pubblici inadempienti a volere una cosa: lo status quo, e tutto il potere in mano per conseguirlo, spolperanno l’Italia produttiva (quel che rimane) all’osso.

E il programma è interamente dettato dai PD, ormai i grillini non possono far altro che sottoscrivere tutto: da Bibbiano alla penalizzazione dell’”omofobia” e di ogni altra opinione che non piaccia a qualunque minoranza desiderante, fino alla eternalizzazione delle limitazioni alla libertà già vittoriosamente applicate con la scusa della “pandemia”: e cominciando dalla cancellazione dei “decreti sicurezza”, già reclamati da tutti, del resto malfatti e pasticciati da Salvini, le ministre congiuntesi a maghrebini avranno mano libera anche dalla Caritas, Vaticano, ed altre ONG sorosiane: la profezia di Rol, “nel 2025 in Italia vi saranno il 60% di persone “di colore” e il 40% di bianchi”, diventa concreta.

D’altra parte, consultandomi con monsignor De La Palisse, riporto alcune delle sue idee che possono indurre all’ottimismo.

La Lega di Zaia (70% in Veneto) non è la Lega di Salvini. Zaia non ha mai aderito al progetto “nazionale” che Salvini ha incarnato con Di Maio, e che ha rovinato. Quel progetto è tramontato per sempre. D’altra parte, uno Zaia non prenderebbe mai il 20-30 per cento di voti nel resto del paese , la folla di speranze che avevano dato fiducia a Salvini; nemmeno lo vorrebbe, non aspira a diventare un capo nazionale. Con Zaia torna la Lega che, in Italia, prende il 4%.

Questo fatto – 70% in Veneto e 4% nel Paese – è uno scivolo oggettivo verso il separatismo. Così oggettivo, che è già un fatto. Tanto che la secessione non ha bisogno nemmeno di essere dichiarata (comunque i leghisti non ne sarebbero capaci); basta che, nei mesi di recessione abissale che arrivano, l’industria tedesca dia quel po’ di commesse all’indotto del Nord, e la sola regione che ha una identità politica e storica, graviterà – con per l’inerzia dei corpi planetari di massa fisica – sempre più verso il mondo germanofono a cui, di fatto, è già omogenea più di quanto non sappiano i romaneschi. Mi dicono che i turisti tedeschi sono arrivati in Veneto anche questa estate, nessuna flessione, di fatto nessun confine: non a caso il Garda è per loro unsere Gardasee, il “nostro” lago di Garda.

LA PALISSE considera il separatismo la cosa migliore, dato il naufragio nella stupidità arruffona del progetto nazionale; the second best. Come abitante in Lombardia, io spero che il fatto stesso che la regione più ricca d’Italia sia una espressione geografica (senza identità né ambizione nazionale), e quindi inerte al massimo grado, finirà per farla fondere col Veneto verso il separatismo oggettivo e di fatto il suo ritorno alla costellazione austro-ungarica da cui fu staccata senza la sua volontà; inconsciamente si può dire, essendosi lasciata governare da un governatore subprime, dal QI insufficiente persino a fare gli affari suoi.

La Lombardia si lascerà spogliare dai Ricchi di Stato sempre più famelici, che per mantenere i loro mega-stipendi pubblici le imporranno insieme tasse patrimoniali e su profitti inesistenti, restrizioni feroci del credito, e torme di “Immigrati” da mantenere per i quali non c’è lavoro nemmeno per i lombardi? Io sono convinto di sì, i lombardi hanno sempre pagato senza protestare, stavolta al massimo si suicideranno in massa,come i piccoli imprenditori stanno già facendo: obbedienti, mai ribellarsi, mettersi infila con le mascherine alle ASL per farsi fare l’iniezione letale, usando dell’ultima libertà conquistaci dai radicali, l’eutanasia legale … tutto, piuttosto che fare una qualche azione politica comune. Com’è giusto, che un non-popolo si estingua.

In realtà, monsignor De la Palisse ha crede di aver identificato il fattore che farà cadere il governo Conte, in mancanza di un popolo in rivolta. Sarà l’Europa. La UE?

Vedo che nei talk show esultanti si parla con insistenza dei “209 miliardi” che Conte, il PD e i grillini avranno dall’Europa, da spendere per soddisfare tutti i richiedenti di un qualche reddito di cittadinanza.

Ora, questi 200 miliardi sono stati promessi (non stanziati) soltanto per timore che prendessero il potere in Italia Salvini e i “sovranisti”; e nonostante la necessità di scongiurare questo rischio – mortale per l’euro-oligarchia, abbiamo visto tutti con quanta stitichezza gli olandesi e il tedesco della Bundesbank hanno lottato vittoriosamente per restringere i “fondo perduto” e allargare la parte di “credito da restituire”, lesinando come fosse il loro denaro che non costava niente, perché viene creato dal nulla dalla BCE.

Ebbene: già hanno ottenuto – come ci rivela Marco Zanni, l’eurodeputato leghista intelligente (precisazione necessaria) – che di quei fantomatici miliardi del Recovery Fund, ci arrivino le gocce : solo il 6% sarà largito dalla Commissione al governo Conte nel 2021, il 9% nel 2022, e il 20% per cento nel 2027…E con l’occhiuta sorveglianza degli Spilorci su bilanci italiani 2021-2027, “perché rifletta il più possibile l’attuazione delle riforme e degli investimenti” dettati dalla UE.

Insomma, la Commissione già fa mancare al suo Conte il minimo per una ripresa; ora che il pericolo-Salvini è tramontato e non li spaventa più, saranno ancora più tirchi, e non daranno nulla a fondo perduto.

Anzi, Weidmman e compagni hanno già cominciato a dire che la Lagarde non deve stampare più.  Nulla, solo prestiti ad interesse. 2027! A quel punto la maggioranza dei contribuenti lombardi si sarà già disciplinatamente suicidata, quindi non saranno un problema; ma che faranno le decine di milioni di meridionali che s’aspettano le largizione europee per campare facendo “accoglienza agli immigrati”, mediatori culturali, giudici anti-Salvini, addetti ai centri per l’impiego, influencer?

Questi sì possono far cadere il governo Conte, verso il 2027. E’ un motivo di ottimismo.

Un’ultima domanda a Salvini, prima della sua scomparsa. All’inizio dell’avventura nazionale, l’avevo lodato per avere scelto persone “migliori di lui”. Ora chiedo: a cosa serve scegliere persone migliori di lui, se poi non si fa consigliare da esse ,anzi non si forma con esse una squadra serrata , un governo-ombra che elabori un programma, tenga i contatti con gli alleati esteri, lo affianchi costituendo una unità di intelligence (scusi la parola), che gli eviti gli errori? Marcello Veneziani li ha messi in fila:

“Vi potete fidare di Salvini che nel giro di un anno, da agosto ’19 ad oggi le ha sbagliate in modo seriale quasi tutte, ha paurosamente oscillato un giorno facendo il liberista, un giorno il cattolico tradizionalista col rosario in mano, un giorno il comunista di ritorno col santino di Berlinguer (la Lega erede dei “valori “ del suo Pci); un giorno è nazionalista, un altro è padano, e poi un giorno filo-Trump (più Israele) e una notte filo-Putin, e si potrebbe continuare. Salvo il leit motiv sui migranti.

Una controprova l’abbiamo avuta con le candidature alle amministrative: i sovranisti e i loro partner berlusconiani hanno scelto candidature tra lo scarso e il riciclato, un valzer di nomenklature scadenti, dopo uno spettacolo di divisioni indecenti.

Dove pensate che possa andare questa armata se avesse in mano il governo, quale criterio di scelta avrebbero per i ministri e gli uomini ai posti chiave se non gli stessi che usano già adesso, così scadenti? Chi pensate che possa prenderli sul serio in Europa e nel mondo, che peso riuscirebbero ad avere nelle relazioni internazionali? Ma soprattutto dove sono gli statisti anche in erba che ci porterebbero fuori dalle secche della crisi economica, sociale, politica, istituzionale?”

E’ così. Va constatata l’ assoluta mancanza di classe dirigente : non solo a destra ma anche a sinistra. In Confindustria come al Quirinale, fra le ragazze bunga-bunga di Berlusconi come nei ministeri, infarciti – da vent’anni di nomine piddine – di incompetenti presuntuosi e arroganti, che hanno espulso i pochi competenti. Un vuoto così assoluto e totale, che bisogna riconoscere, è voluto dagli italiani: hanno dato i voti , ossia forza sociale politica, a pressapochisti, parolai e contaballe senza carattere, né volontà né capacità intellettuale di prevedere le conseguenze dei loro atti irresponsabili, né di esigere dal “popolo” impegni alla serietà.

E tuttavia, non condivido del tutto il pessimismo di Veneziani. La classe dirigente c’è: sono le centinaia di migliai di italiani di valore che sono all’estero perché qui i posti che contano e sono statti tutti occupati dagli Scadenti e dai Mediocri, e operano in cattedre universitarie, laboratori,  cliniche, grandi aziende; imparano. Sono loro che torneranno a ricostruire l’Italia, dopo che la Catastrofe ci avrà liberato da questi Incapaci.