George Soros, spuntano due donazioni sospette: non solo ong, ecco chi ricopre di denari

Da magnanimo filantropo ad avido finanziatore il passo può essere breve. George Soros, 8,3 miliardi di dollari il patrimonio stimato, è uno dei trenta uomini più ricchi al mondo. L’ imprenditore e attivista ungherese naturalizzato americano si è messo in testa di realizzare la società aperta teorizzata dal suo maestro, il filosofo Karl Popper, e da tempo ha deciso di investire parte dell’ immensa riserva di quattrini in associazioni, istituti e movimenti di mezzo mondo. Lo fa attraverso la sua Open Society Foundations, attiva anche in Italia dal 2008, quando il plurimiliardario ha cominciato a offrire supporto legale a chi osteggiava lo strapotere mediatico di Silvio Berlusconi e ad aiutare le minoranze Rom e Sinti.

Ognuno, naturalmente, dei propri soldi è libero di fare ciò che vuole, purché la provenienza sia lecita. Sul fatto che il riccone progressista agisca esclusivamente di buon cuore abbiamo parecchi dubbi, ma la cosa è nota. Semmai ci chiediamo come faranno ora i signori della Sinistra a continuare a negare l’ ingente quantità di denaro investita dalla Open Society nel nostro Paese, un fiume di soldi che – stando ai dati riportati con dovizia di particolari dall’ agenzia di stampa AdnKronos – sarebbe stato erogato a favore di una pletora di enti e ong che si occupano di immigrazione e Rom. Ma non solo, perché tra i beneficiari accertati vi sarebbero anche due partiti: i Radicali e pur indirettamente il Pd, come vedremo in seguito.

I VERSAMENTI
Al partito di Emma Bonino, in base alla ricostruzione dell’ Adn, nel 2017 sarebbero stati versati 298 mila 550 dollari “per promuovere un’ ampia riforma delle leggi italiane sull’ immigrazione attraverso iniziative che puntino a fornire aiuto agli immigrati e avanzare il loro benessere sociale”. Nel 2018 Soros avrebbe elargito 385 mila 715 bigliettoni all’ Asgri, l'”Associazione per gli studi giuridici sull’ immigrazione” che in passato ha pubblicato la rivista “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza” in collaborazione con Magistratura Democratica. E ancora: l’ anno scorso 230 mila 192 euro sarebbero stati destinati all’ Istituto Affari Internazionali presieduto dall’ ex commissario europeo Ferdinando Nelli Feroci. Il motivo della donazione? “Educare e favorire il dialogo con gli attori politici sui nuovi approcci all’ immigrazione e alle politiche di asilo europee, a beneficio di migranti, rifugiati e società ospiti”. Le donazioni in territorio italiano tra il 2017 e il 2018 sarebbero state 70. Non spicca per importo, ma è sicuramente curiosa, quella di 25 mila dollari all’ Università di Urbino “Carlo Bo” per un progetto riguardante la “mappatura dell’ informazione politica sui media italiani in vista delle elezioni politiche 2018”.

BENEFICIARI
Chi avrà voluto favorire con questa ricerca il plurimiliardario? Tendiamo a escludere Salvini o la Meloni, ma potremmo sbagliarci. Soros avrebbe poi dato un milione di dollari a Purpose Europe Limited. Cosa c’ entra con l’ Italia? Nulla, apparentemente. Se non fosse che l’ organizzazione a luglio dell’ anno scorso ha pubblicato il rapporto “Attitude towards National Identity, Immigration and Refugees in Italy”. Nel 2017 invece la Open Society avrebbe regalato 24.828 al dipartimento di Scienze Politiche dell’ Università di Perugia per una serie di incontri dedicati ai social media e alla comunicazione politica.

Cambiando tipo di destinatario, l’ Associazione 21 luglio avrebbe incassato 170.144 dollari per il sostegno alle comunità Rom e Sinti, una nobile causa, si capisce. Dicevamo del Partito Democratico: appare bizzarra, anche se sarà stata sicuramente del tutto lecita, la presunta elargizione nel 2018 di 83.500 bigliettoni americani per la “rivitalizzazione del parco pubblico di Ventimiglia”. Della somma, 58 mila 500 dollari sarebbero confluiti direttamente nelle casse del Comune allora guidato dal sindaco Dem Enrico Ioculano. Una coincidenza o c’ è stato dell’ altro? Noi siamo fermamente convinti della bontà e dell’ innocenza del gesto di Soros, e che quel parco fosse ridotto davvero male.

di Alessandro Gonzato