ERDOGAN SE LA PRENDE CON L’ ENI. MA IN SIRIA è NEI GUAI, COME SION.

Dal Corriere della Sera: 

La Marina Militare della Turchia blocca nave Eni in viaggio verso Cipro

L’unità stava trasportando una piattaforma della società italiana che deve compiere trivellazione in una zona contestata dalle autorità di Ankara

“Una piattaforma dell’Eni ha dovuto interrompere il viaggio verso Cipro, fermata dalla marina turca. Lo ha detto, riporta l’Ap, il ministro degli Esteri cipriota. La notizia è confermata da Eni: «La Saipem 12000 ha dovuto interrompere il viaggio verso una nuova location da perforare in quanto bloccata da alcune navi militari turche con l’intimazione a non proseguire perché sarebbero in corso attività militari nell’area di destinazione». Area dove il gruppo ha in programma trivellazioni contestate – ricorda Ap – da Ankara.

Proprio pochi giorni fa, in occasione della sua visita a Roma il presidente turci Erdogan si era detto contrario a operazioni del gruppo Eni nel Mediterraneo orientale.  L’Eni è presente a Cipro dal 2013  (…)  Solo qualche giorno fa il gruppo ha annunciato di aver effettuato una scoperta di gas nel Blocco 6, nell’offshore di Cipro, attraverso il pozzo Calypso 1. Si tratta – è stato spiegato – di una promettente scoperta di gas e conferma l’estensione del tema di ricerca di Zohr nelle acque economiche esclusive di Cipro”.

Pesanti perdite turche ad Afrin?

Su quanti fronti vuol combattere Erdogan? In Siria   non va affatto bene l’operazione anti-curda Ramoscello d’Olivo.  L’agenzia di notizie del PKK,  ANF , sostiene che dall’inizio delle operazioni turche contro Afrin, le milizie curde, le “Forze Democratiche Siriane” (SDF)  le YPG  hanno ucciso 669 soldati turchi, distrutto 12 carri armati,  37 veicoli militari e un aereo da ricognizione; altri 11 cari armati sarebbero stati gravemente danneggiati.

Il portavoce YPG Bırusk Heseke ha riferito al giornale del PKK Yeni Özgür Politika , con sede a Neu-Isenburg, che le forze turche di Afrin sono state sconfitte, ma che l’avrebbero nascosto.

Il comandante del PKK Murat Karayılan ha detto in un’intervista all’agenzia di notizie PKK Hawar News , con sede nel nord della Siria, che l’operazione turca nel nord della Siria sarebbe gestita con “permesso” e “supporto”  della Russia e del regime siriano, i quali in cambio   avrebbero avuto il diritto di catturare alcune aree di Idlib.  Il governo degli Stati Uniti non avrebbe fatto nulla per fermare l’operazione. Karayılan letteralmente: “La Francia ha convocato una riunione di emergenza nel Consiglio di sicurezza dell’ONU” sull’offensiva turca. Ma “o  i francesi   hanno ricevuto pressioni,  o la Turchia ha minacciato di fermare alcuni progetti economici con la Francia. La Francia ha quindi ritirato la convocazione della riunione di emergenza”.

McMaster e Tillerson volano ad Ankara…

Secondo DWN:  “Venerdì mattina, lo stato maggiore turco ha riferito che 1.062 membri delle milizie kurde e la milizia terrorista dell’ISIS sono stati resi neutralizzati, uccisi o catturati durante l’operazione “Olivo” nella regione siriana di Afrin, (agenzia Anadolu ).   Lo stesso giorno, un soldato turco è stato ucciso dalle milizie curde. Nella regione delle montagne Burseya e Bafilun, sei posizioni delle milizie curde sono state prese di mira dall’aeronautica turca e colpite, secondo il quotidiano Aydınlık . Secondo il servizio di lingua inglese della Reuters , nella regione di Afrin sono stati effettuati in totale 19 attacchi aerei contro le posizioni delle milizie kurde.

“La Turchia rimane determinata ad estendere la sua operazione alla città di Manbij,  dove  forze speciali statunitensi e francesi  hanno rafforzato   le milizie curde. In questo contesto, l’HR McMaster della Consigliera per la sicurezza nazionale di Donald Trump volerà in Turchia nel fine settimana. Nella prossima settimana, il segretario di stato americano Rex Tillerson volerà ad Ankara, riporta la versione inglese di Hürriyet . Il quotidiano Sabah riferisce che il segretario alla Difesa americano James Mattis incontrerà anche il suo omologo turco Nurettin Canikli a Bruxelles la settimana prossima.

“Il 7 febbraio 2018, il tenente generale degli Stati Uniti Paul E. Funk ha visitato le milizie curde a Manbij. Ha dato  loro la garanzia che le forze speciali americane avrebbero continuato a essere a Manbij. “Siamo qui per garantire che sia mantenuta la sconfitta permanente di IS in quest’area”, cita il Funk Voice of America (VoA) .

Israele non ha più il dominio dei cieli?

Quanto alla contrarea siriana,  il fatto che abbia colpito un F-16 sionista (o forse addirittura due) indica che l’assoluta dominanza aerea di Israele  è ormai seriamente messa in discussione.

Un S-200  modificato  iraniano a gettata aumentata.

 

“Il fatto che l’F-16 sia stato abbattuto sul territorio israeliano suggerisce che l’ attacco aereo israeliano sia stato effettuato dal territorio israeliano – con gli israeliani che, prudentemente all’interno del proprio spazio aereo  lanciano missili a lungo raggio ,  oppure che i siriani hanno atteso che gli aerei israeliani tornassero alle loro basi dopo l’attacco aereo prima di attaccarli. In entrambi i casi i siriani hanno dimostrato di essere in grado di localizzare e prendere di mira gli aerei israeliani che volano nello spazio aereo israeliano. Se i Siriani   hanno l’F-16 in un’imboscata mentre ritornava alla sua base, hanno anche dimostrato un livello di abilità tattica precedentemente sconosciuto.

(Alexander Mercouris)

“…Non cerchiamo l’escalation”, disse Tsahal

I siriani avrebbero usato S-200 rammodernati (da russi e iraniani?), che hanno imparato ad usare meglio di  prima. Si può immaginare cosa farebbero gli S-400.

Infatti gli ebrei, dopo che Netanyahu s’è sfogato in minacce truculente contro Iran, Siria ed Hezbollah, hanno emesso un comunicato che dice:

“L’IDF [Israeli Defense Forces – AM] ha sottolineato  che Israele non cerca l’escalation con i due stati [es. tra Israele e Siria -AM]. “Siamo disposti, preparati e in grado di esigere un prezzo pesante da chiunque ci attacchi, tuttavia non stiamo cercando di aumentare la tensione” , ha detto l’IDF, insistendo sul fatto che ciò che hanno fatto è stato semplicemente “uno sforzo difensivo innescato da un Atto di aggressione iraniano e stiamo difendendo il nostro spazio aereo dalla nostra sovranità e dai nostri civili “.